Da pochi e brevi messaggi vocali su WhatsApp è possibile restituire la voce a
coloro che l’hanno persa a causa di una devastante malattia, la Sclerosi
Laterale Amiotrofica (SLA). È successo a Fran Vivó, residente a Benaguasil, in
Spagna, una delle tante vittime della SLA rinchiuse in una sorta di prigione
acustica. Costretto a comunicare con la voce monotona di un’applicazione a
controllo oculare, grazie all’intelligenza artificiale oggi può usare la sua
vera voce, unica e inconfondibile. A rendere possibile il “miracolo” è stato un
team di scienziati dell’Universitat Politècnica de Valencia (UPV), nell’ambito
di un progetto nato grazie al gruppo di ricerca VertexLit dell’ateneo
valenciano, guidato da Jordi Linares, membro dell’Istituto valenciano di ricerca
sull’intelligenza artificiale (VRAIN). Questo progetto è stato presentato a
ValgrAI, la Scuola di specializzazione valenciana e Rete di ricerca
sull’intelligenza artificiale, dal documentarista Alex Badia e dalla
ricercatrice Gema Piñero dell’istituto iTEAM dell’UPV.
L’obiettivo ambizioso è stato raggiunto con pochi mezzi: la voce di Fran è stata
ricostruita con soli 20 minuti di audio, frammenti sparsi di messaggi vocali di
WhatsApp registrati poco prima che perdesse completamente l’uso della parola. Un
corpus vocale estremamente limitato, soprattutto per una lingua come il
valenciano, povera di risorse per l’addestramento dell’IA. A fare la differenza
è stato l’uso di reti neurali avanzate. I ricercatori hanno analizzato
meticolosamente le dinamiche vocali di Fran, addestrando l’IA non solo a
riprodurre le parole, ma a incorporare le modulazioni emotive e persino le
inflessioni dialettali tipiche della sua zona.
Il risultato è un sistema di clonazione vocale basato sull’IA che ha
ripristinato fedelmente il suo timbro, la sua prosodia e, in definitiva, la sua
identità. La voce di Fran ha sostituito il tono metallico del robot, offrendo un
linguaggio ricco di tratti umani. Questo non è stato solo un mero esercizio
tecnico, ma un atto di profonda empatia. L’intero progetto, infatti, è stato
realizzato in modo totalmente altruistico, con l’obiettivo esplicito di mostrare
il potenziale umanizzante dell’IA. La tecnologia funge da ponte: la voce
generata per Fran (con l’aiuto della sua famiglia, che ha contribuito alla
costruzione e all’editing del discorso per preservare l’intento emotivo) non è
una finzione asettica, ma un’estensione digitale della sua anima. Come ammette
lo stesso Fran, il recupero della sua identità gli ha restituito la speranza.
“Questa voce non è solo per Fran. È per tutti loro”, dichiara Jordi Linares,
sottolineando come la SLA sia ancora una malattia “invisibile” nel discorso
sociale e mediatico. “Questo progetto non è né un esperimento né una
dimostrazione”, commenta Vicent Botti, direttore di VRAIN che ha guidato
l’intero progetto. “È una promessa etica: la scienza e la tecnologia devono
servire coloro che hanno più bisogno di sostegno, e proprio come Fran è tornato
a parlare, anche migliaia di voci saranno ascoltate”.
Vivò sul suo account Instagram – dove chiede di dare visibilità ai malati alla
malattia – ha postato un ringraziamento per gli scienziati. “L’Istituto
Universitario Valenciano di Ricerca in Intelligenza Artificiale (@vrain_upv )
dell’Universitat Politècnica di València (UPV) e la Valencian Graduate School
and Ricerca Network of Artificial Intelligence (@valgrai ) presentano questo
venerdì 21 novembre un sistema di clonazione vocale sviluppato con
l’intelligenza artificiale dal gruppo VertexLit. Cioè… questi GENI sono riusciti
a clonare la MIA VOCE ORIGINALE con l’intelligenza artificiale (estratta dai
miei video e audio di prima che avessi la SLA… ) preservando le mie
caratteristiche vocali, prosodia ed espressività… La voce che ho perso a causa
di questa malattia Questo è un incredibile passo avanti per migliorare la
qualità dei sistemi di comunicazione per le persone affette da SLA, che perdiamo
la nostra voce per sempre. Io non potrò partecipare alla presentazione, ma la
mia famiglia verrà a nome mio. Grazie a tutti voi che avete reso possibile tutto
questo, spero di potervi mostrare un assaggio molto presto❤️”.
Valentina Arcovio
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SLA analizzando pochi e brevi messaggi su WhatsApp proviene da Il Fatto
Quotidiano.
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