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Cinema e salute mentale, a Milano la rassegna gratuita “Lo Spiraglio” con film scelti insieme da utenti e operatori
La salute mentale pervade sempre di più le nostre riflessioni. Come fa con ogni tema, il cinema la sviscera e la racconta senza filtri. Questa è la volontà dello Spiraglio a Milano, alla sua quinta edizione, organizzato da Cinergie. Il progetto prende il nome dall’esperienza dello Spiraglio Film Festival di Roma, caposaldo del tema cinema e salute mentale ed ormai alla sua sedicesima edizione. Cinergie è un percorso riabilitativo nato dall’associazione Zuccheribelli onlus, con lo scopo di promuovere progetti orientati all’inclusione lavorativa di persone con disabilità. “Il legame tra i due festival parte nel 2009“, spiega a ilfattoquotidiano.it il terapeuta di Cinergie Andrea Valvassoi, “perché il nostro gruppo ha partecipato allo Spiraglio di Roma ed è stato premiato come miglior cortometraggio con il progetto Una trota in microonde. Da allora l’idea di collaborare con i colleghi per far nascere una rassegna anche a Milano”. Cinergie riesce a coinvolgere un gran numero di persone, da utenti a operatori, da esperti ad appassionati. La prima edizione arriva nel 2019, dopo 10 anni di lavoro, sempre all’Anteo Citylife. Stessa location nel 2022, 2024 e 2025 e quest’anno. Valvassoi collabora con i ragazzi nella scelta delle pellicole, ma il loro lavoro non ha solo una funzione pratica: “Ogni settimana visioniamo dei film che provengono dalla rassegna di Roma per stimolare una riflessione sulla salute. La funzione è anche in parte terapeutica, in carico ai servizi della salute mentale di Milano che ci segnalano pazienti e noi li coinvolgiamo“. Per oltre otto mesi tutti i partecipanti hanno lavorato alla visione, selezione e programmazione della giornata. Sono stati scelti 15 cortometraggi, 2 lungometraggi e saranno accompagnati da numerosi incontri con registi ed attori. La rassegna si terrà mercoledì 26 novembre 2025 presso il cinema Anteo Citylife, nella sala Capitol e sala Aurora con ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti. L’iniziativa è promossa da Cascina Biblioteca Cooperativa di solidarietà sociale e Progetto “ACCOGLIMI PLUS”, ed è realizzata con l’Assessorato Welfare e Salute del Comune di Milano, finanziata con fondi PON Metro Plus 2021-2027 Prevista anche, come extra festival, la presentazione del film Come quando eravamo piccoli di Camilla Filippi, presente in sala. In programma poi Tracciamenti, l’inchiesta finalista del premio Morrione 2024 di Edoardo Anziano, Francesca Cicculli e Roberta Lancello. Nella sala Capitol del cinema, invece, nel pomeriggio ci sarà una serie di proiezioni riservate ad un pubblico giovane e di studenti. La programmazione della sera prevede infine Il mio compleanno, lungometraggio di Christian Filippi, vincitore dell’ultima edizione de Lo Spiraglio Film festival di Roma. Dal festival, ci dice Andrea, “ci si aspetta anche quest’anno una buona partecipazione. La Sala Aurora ha 150 posti con persone che vanno e vengono dalla mattina alla sera. A Roma hanno un’organizzazione più ampia su 4 giornate” – prosegue – “ma l’anno scorso e gli altri anni è andata bene come pubblico”. L'articolo Cinema e salute mentale, a Milano la rassegna gratuita “Lo Spiraglio” con film scelti insieme da utenti e operatori proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Lars von Trier prepara la sua “Enciclopedia del Caos”: 100 episodi per raccontare un mondo irripetibile
Un’enciclopedia dell’arte e del cinema in 100 episodi a firma Lars Von Trier. La notizia giunge da Lecce, dove si sta svolgendo il Festival del Cinema Europeo. A raccontarlo è stata Louise Vesth, produttrice di Zentropa, vicina al 69enne regista danese. “Come tutti sapete, a Lars von Trier è stato diagnosticato il morbo di Parkinson. Ho avuto modo di incontrarlo la scorsa settimana e, nonostante le circostanze, devo dire che era di ottimo umore”, ha sottolineato la produttrice tra gli altri di Melancholia e Nymphomaniac. “Lars sta lavorando al suo ultimo progetto, After. Non è più impegnato per l’intera giornata come accadeva in passato, ma posso dire con certezza che si tratta di un lavoro in continua evoluzione”, ha continuato la Vesth prima di calare l’asso. “Stiamo inoltre pensando a un progetto monumentale, perché Lars desidera mettere a disposizione del pubblico tutto il bagaglio di conoscenze e prospettive che ha accumulato in anni di lavoro. Si tratta di un’impresa imponente, una sorta di enciclopedia del cinema e dell’arte composta da 100 episodi, nella quale Lars von Trier riverserà tutto il suo sapere, includendo materiali d’archivio e molto altro, per offrire una comprensione profonda e autentica del suo universo creativo”. Un progetto che sa di incredibile, proposto da uno dei talenti più visionari del cinema mondiale degli ultimi 50 anni. Talento che nella sua imprevedibile, naturale, libera vena provocatoria nel 2011 durante la conferenza stampa a Cannes di Melancholia compì un passo falso che nessuno gli ha mai più perdonato. In risposta ad una domanda sulle sue presunte origine ebraiche, Von Trier rispose: “Ho pensato di essere ebreo per molto tempo ed ero molto felice di esserlo… Poi si è scoperto che non ero ebreo… Ho scoperto che in realtà ero un nazista, il che mi ha anche dato un certo piacere”. Brividi. “Cosa posso dire? – ha messo il carico Lars – capisco Hitler. Ha fatto cose sbagliate, certo, ma riesco a immaginarlo seduto lì nel suo bunker alla fine”. “Vorrei innanzitutto ringraziare il Festival del Cinema Europeo di Lecce per questo premio. Significa molto per me: dimostra che i miei film continuano a raggiungere un pubblico ampio”, ha scritto Von Trier nella lettera letta in pubblico proprio dalla sua socia in affari. “Da giovane ho frequentato l’università e le scuole di cinema, ho visto moltissimi film, ma a un certo punto ho deciso che dovevo smettere di guardare opere recenti. I film del passato andavano bene, ma da una certa data in poi – difficile da definire con precisione – ho scelto di non vedere più le produzioni nuove”. L’autore di Idioti ha spiegato che per illustrare questo concetto è perfetta la metafora dell’attraversamento di un’isola: “Immaginate un esploratore incaricato di mappare un’isola: il suo compito è attraversarla seguendo una linea retta, per esempio verso Nord-Est. La precisione è fondamentale per raggiungere l’obiettivo. I dati diventerebbero inutili, perfino dannosi, se l’esploratore deviasse dal percorso perché attratto da qualcosa che vede in un’altra direzione, magari a Sud-Ovest”. Il regista danese ha poi concluso, sempre trasversalmente caustico e non inquadrabile: “Allo stesso modo, come uno chef che deve preservare il proprio senso del gusto, ho cercato di non guardare film nuovi per non lasciarmi influenzare. Devo ammettere, però, che a volte ho peccato: qualcuno l’ho visto. Ma il motivo per cui evito di farlo è il timore di essere troppo stimolato da idee che non appartengono al mio percorso. Ho mantenuto comunque una certa disciplina”. Al festival leccese si è tenuto un omaggio a Von Trier curato da Massimo Causo, mentre di recente è uscito un bel libro sulla figura e le opere del nostro, intitolato Lars Von Trier – La voce oscura (Bietti), scritto da Elisa Battistini. Iniziative che tornano a mettere a fuoco un cineasta scevro da mode e preconcetti, provocatorio, discusso, unico, al cinema (a fatica) l’ultima volta con The house that Jake built nel 2018. L'articolo Lars von Trier prepara la sua “Enciclopedia del Caos”: 100 episodi per raccontare un mondo irripetibile proviene da Il Fatto Quotidiano.
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