L’amministrazione Trump ha confermato che non concederà deroghe al divieto
d’ingresso per i tifosi di Haiti che vorranno seguire la nazionale ai Mondiali
del prossimo anno, co-organizzati da Stati Uniti, Canada e Messico. Il Paese
caraibico, tornato a qualificarsi a cinquant’anni dall’ultima partecipazione,
rientra infatti nel travel ban firmato da Donald Trump a giugno, che limita
l’ingresso negli Stati Uniti alle persone provenienti da 19 nazioni.
Le nazioni in questione sono: Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo,
Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. A
questi si aggiungono restrizioni parziali per i viaggiatori provenienti da
Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.
Come riporta Politico, le esenzioni previste per atleti, familiari, tecnici e
membri dello staff non si applicheranno ai sostenitori. La decisione rischia di
suscitare polemiche, in evidente contrasto con lo spirito di apertura che
tradizionalmente accompagna i Mondiali.
I Paesi ospitanti hanno spesso semplificato le procedure di visto, e anche il
presidente della Fifa Gianni Infantino aveva assicurato qualche mese fa che
“tutti i tifosi del mondo sono i benvenuti”. Ma così non sarà.
Washington, infatti, ha scelto di mantenere un approccio rigido in linea di
continuità con la linea politica del presidente Trump. Haiti – oggi colpita da
una grave crisi politica, dalla violenza diffusa, da tanta povertà e da
condizioni umanitarie in deterioramento – è il secondo Paese qualificato ai
Mondiali soggetto al travel ban, dopo l’Iran che con ogni probabilità vivrà la
stessa situazione.
Il Dipartimento di Stato ha precisato che i tifosi potranno comunque presentare
domanda di visto, avvertendo però che molti potrebbero risultare “non idonei
all’emissione del visto o all’ingresso negli Stati Uniti”. L’eccezione prevista
per i viaggi che “favoriscono l’interesse nazionale degli Stati Uniti” resterà
applicabile solo in “casi molto rari”.
L'articolo Trump smentisce l’amico Infantino e conferma: “Nessuna deroga per gli
haitiani ai Mondiali, non potranno entrare” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Un’isola di 160mila abitanti e un paese dominato dal 2024 da bande criminali,
dopo l’evasione di massa dalle carceri della capitale Port-au-Prince, sono le
ultime sorprese del mondiale 2026 (Usa-Canada-Messico). Hanno ottenuto il pass
grazie, rispettivamente, allo 0-0 in casa della Giamaica e al 2-0 sul Nicaragua.
La terza nazionale vincitrice dei gironi finali del Nord-Centroamerica è Panama,
già presente a Russia 2018: decisivo il 3-0 rifilato a El Salvador.
Curaçao è la sorpresa delle sorprese. La sua popolazione è inferiore a quella
del primo municipio di Roma (164mila). Prodotto dello scioglimento delle Antille
Olandesi (2010), è un’entità autonoma all’interno dei Paesi Bassi. Il governo di
Amsterdam ha la responsabilità della difesa, della politica estera e del
controllo delle finanze, ma i rapporti non sono sempre idilliaci: quando nel
luglio 2017 il premier di Curaçao chiese un aiuto per migliorare la situazione
economica, l’Olanda rispose di aver fornito in passato assistenza nelle
trattative per la raffinazione del greggio con Venezuela, distante appena 6 km.
Il petrolio è ricchezza, ma anche inquinamento: Curaçao è uno dei paesi in testa
nel mondo nella classifica delle emissioni di CO2. Colonizzata prima dagli
spagnoli e poi passata sotto il dominio dell’Olanda (1634), l’isola ha assorbito
in profondità la cultura dei Paesi Bassi. Gli sport più praticati sono calcio e
baseball. La qualificazione al mondiale è avvenuta nel segno di un vecchio
pirata del football: Dick Advocaat, 78 anni, il Piccolo Generale. Curaçao è
l’ottava nazionale guidata in una lunga carriera iniziata nel 1981 e ispirata
dalla figura del santone Rinus Michels.
Advocaat non era presente in panchina per ragioni personali nello 0-0 strappato
in casa della Giamaica. Un pareggio rocambolesco, in un’autentica sfida
spareggio: in caso di successo, i Reggae Boys avrebbero infatti scavalcato i
rivali e sarebbero approdati al mondiale. Al 94’, il sorpasso sembrava cosa
fatta. L’arbitro Barton ha concesso un rigore ai giamaicani, ma il VAR ha
sconfessato la decisione del fischietto salvadoregno e Curaçao ha spiccato il
volo verso il mondiale. Un trionfo meritato: sette vittorie in dieci gare di
qualificazione. Advocaat è diventato ct di Curaçao solo al termine di una
controversia sui pagamenti tra giocatori e federazione. La maggior parte dei
nazionali sono nati in Olanda. In squadra c’è anche una discreta rappresentanza
impegnata nel calcio britannico: il difensore Brenet (Livingston), il
centrocampista Martha (Rotherham), l’attaccante Hansen (Middlesbrough) e il
centrocampista Chong, ex Manchester United (Sheffield Utd). Nella rosa, c’è un
ex Juventus Next Gen (59 presenze e 2 reti): il centrocampista Livano
Comenencia, ora allo Zurigo. Il boom di Curaçao è certificato dai numeri: nel
2015 erano al 150esimo posto nel ranking mondiale Fifa, ora sono all’82esimo. La
Blue Wave, l’onda blu, ha travolto l’isola dopo la qualificazione: nella
capitale Willemstad i festeggiamenti si sono protratti fino all’alba.
Haiti è alla seconda partecipazione al mondiale, dopo l’avventura tedesca del
1974, in cui spaventò l’Italia nella prima partita, passando in vantaggio con il
velocissimo Emmanuel Sanon, che al 46’ bruciò nello scatto Spinosi e dribblò
Zoff, prima di infilare il pallone in porta. Gli azzurri rimontarono e vinsero
3-1, ma la sofferenza di quel pomeriggio, passato alla storia anche per il
“vaff…” in mondovisione rivolto al ct Ferruccio Valcareggi da Giorgio Chinaglia
dopo la sostituzione, annunciò la disfatta della nostra nazionale, eliminata
dopo l’1-1 con l’Argentina e il ko contro la Polonia. Anche Haiti, battuto 7-0
dalla Polonia e 4-1 dall’Argentina, tornò subito a casa. Sanon, a segno pure
contro gli argentini, fu l’eroe tragico di quella squadra. Giocò in Europa, con
i belgi del Beerschot (1974-1980) e chiuse la carriera negli Stati Uniti. Si
ritirò a 31 anni, miglior bomber di Haiti con 47 gol, dopo un grave infortunio
al ginocchio. Scrisse libri, fece l’allenatore, divenne cittadino onorario di
Miami e nel 2008 morì, a 56 anni, a causa di un cancro al pancreas.
L’attuale nazionale è guidata dal francese Sebastien Migné, 52 anni, costretto a
lavorare in condizioni estremamente precarie. Non ha mai potuto mettere piede a
Haiti da quando è stato nominato, 18 mesi fa, perché la guerra tra bande che sta
devastando il paese, sprofondato in una carestia che ha affamato i dodici
milioni di abitanti, costringe la squadra a giocare a 800 chilometri di
distanza, proprio a Curaçao. “Di solito vivo nei paesi in cui lavoro, ma a Haiti
non posso. È troppo pericoloso e non ci sono più voli internazionali che
atterrano nel paese. Ho gestito la squadra da remoto”, ha dichiarato Migné a
France Football. La nazionale è composta interamente da elementi provenienti
dall’estero, tra i quali spicca il centrocampista francese del Wolverhampton
Bellegarde. Nella rosa c’è anche un “italiano”: il centrocampista Christopher
Attys, classe 2001, nato in Francia, un passaggio nelle giovanili dell’Inter
(2018-2020), 3 presenze in Serie B con il Feralpisalò, ora alla Triestina in C.
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bande criminali: le storie di Curaçao e Haiti, le due sorprese ai Mondiali
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Ravenna, Livorno, Rimini, Cagliari. Non sono le tappe di un tour estivo ma le
città italiane con una popolazione simile pari (o quasi pari) a quella di
Curacao. Che incredibilmente andrà ai mondiali, da paese più piccolo ad essersi
mai qualificato. Decisivo il pareggio a Kingston contro la Giamaica, uno 0 a 0
difeso stoicamente (soprattutto nel secondo tempo) contro la seconda
classificata del gruppo B della CONCAF. La piccola isola era prima alla vigilia,
ma con un solo punto di vantaggio.
La selezione caraibica è allenata dall’olandese Dick Advocaat, che ora farà
incetta di record e statistiche. A 78 anni diventerà l’allenatore più vecchio di
sempre su una panchina mondiale, l’unico a presentarsi a due mondiali a 34 anni
e distanza e sicuramente l’unico ad aver allenato in entrambi i mondiali Usa.
Nel lontano 94 era infatti c.t. dell’Olanda. Sembrano solo curiosità casuali ma
Curacao è una nazionale in crescita: è 88esima nel ranking Fifa, nel 2017 ha
vinto la coppa dei Caraibi ed ha ottenuto un ottimo quarto di finale nella Gold
Cup del 2019. La storica prima volta ai Mondiali è stata festeggiata da tutta
l’isola, tra balli in piazza e fuochi d’artificio.
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della storia a qualificarsi ai Mondiali | Video proviene da Il Fatto Quotidiano.