A cinquant’anni dalla morte di Francisco Franco, in Spagna si moltiplicano
messe, omaggi e iniziative pubbliche che celebrano la figura del dittatore. Da
Madrid a Valencia, passando per decine di parrocchie, il 20 novembre — data
simbolica del 20-N, giorno della morte sia del Caudillo sia del falangista José
Antonio Primo de Rivera — diventa ancora una volta il palcoscenico di un
nostalgismo organizzato, che unisce fondazioni franchiste, movimenti
ultracattolici e sacerdoti apertamente conservatori. Il tutto nell’indifferenza,
quando non nel silenzio complice, di buona parte della gerarchia ecclesiastica.
Al centro di questa rete spiccano due attori storici: la Famiglia Franco, che
custodisce l’eredità politica del dittatore, e la Fundación Nacional Francisco
Franco, oggi sotto esame per violazione della legge sulla memoria democratica.
Nonostante il possibile scioglimento, la Fnff continua a convocare i suoi
sostenitori e quest’anno invita a una messa nella parrocchia madrilena dei
Dodici Apostoli, mentre promuove celebrazioni in molte altre diocesi. Accanto
alla fondazione opera il Movimiento Católico Español, guidato da José Luis
Corral, veterano dell’ultracattolicesimo spagnolo. Per il Mce non conta chi
organizzi la messa: conta l’obiettivo, ovvero pregare per Franco e per Primo de
Rivera.
Sul fronte ecclesiastico non mancano figure controverse. Tra queste, il
sacerdote Jesús Calvo, volto storico del tradizionalismo cattolico e sostenitore
dichiarato del regime, simbolo di quella miscela di nostalgia autoritaria e
religiosità identitaria che segna una parte della Chiesa spagnola. Ma Calvo non
è un caso isolato: secondo le associazioni memorialiste, ogni anno decine di
parroci celebrano messe per l’anima del dittatore. Molti lo fanno in silenzio,
temendo esposizione mediatica o richiami dei vescovi, ma senza mai interrompere
la pratica.
La reazione arriva soprattutto dall’Asociación para la Recuperación de la
Memoria Histórica. Il presidente Emilio Silva accusa la Chiesa di legittimare,
con queste celebrazioni, un regime responsabile di repressione e crimini
sistematici. L’associazione chiede al governo di intervenire, anche
riconsiderando i privilegi fiscali concessi all’istituzione ecclesiastica. Le
tensioni sono esplose soprattutto nella Comunità Valenciana, dove la messa per
Franco celebrata nella parrocchia di Simat de la Valldigna — pagata da un fedele
— è stata definita “un’umiliazione” dalle famiglie delle vittime della
dittatura.
Le messe, però, rappresentano solo un tassello di un apparato più ampio. Come
documentano diverse inchieste, durante la “settimana del 20-N” si organizzano
una ventina di eventi: manifestazioni, cene nostalgiche, discorsi pubblici. Il
Mce ha convocato un raduno a Plaza de Oriente con la partecipazione della
neonazista Isabel Peralta; la Falange Española de las Jons sfila da via Génova
fino alla sede del Psoe denunciando un immaginario “genocidio degli spagnoli”;
nostalgici si recano nei cimiteri di Mingorrubio e San Isidro per omaggi
floreali a Franco e Primo de Rivera. La Fnff prepara una cena in luogo segreto,
mentre gruppi affini si ritrovano nel “Chino franquista”, bar madrileno noto per
l’estetica falangista. Il 22 novembre la Comunión Tradicionalista Carlista
annuncia una messa al Cerro de los Ángeles con slogan come “España vive” e
richiami al golpe definito “crociata”.
Dietro questo calendario fitto si muove una rete strutturata, che continua a
reinterpretare il franchismo come un riferimento politico, culturale e
religioso. Il fatto che molte diocesi mantengano un silenzio costante solleva
interrogativi giuridici e morali: come può una democrazia tollerare celebrazioni
pubbliche di un regime dittatoriale? E quale spazio resta per la memoria delle
vittime, quando chi difende l’eredità del Caudillo mantiene una visibilità tanto
capillare? Per i nostalgici, quelle messe non sono un rito privato: sono un
gesto politico. Per chi difende la memoria democratica, rappresentano la prova
che il franchismo non è mai del tutto uscito dalla scena pubblica spagnola.
L'articolo Il lato nero della Spagna: per i 50 anni della morte di Francisco
Franco messe e raduni tra neonazisti e preti compiacenti proviene da Il Fatto
Quotidiano.