Piero Fassino, deputato dem, è stato recentemente in visita alla Knesset, il
parlamento israeliano. Fassino si è collegato in video durante una conferenza
stampa a Montecitorio per un saluto insieme ai parlamentari Paolo Formentini
della Lega e Andrea Orsini di Forza Italia con i quali ha partecipato a una
missione di ricognizione del Gruppo di coordinamento del Protocollo di
Cooperazione tra Knesset e Camera dei Deputati.
“Nel momento in cui siamo qui, tutti i nostri colloqui stanno vertendo sulla
questione che da due anni vive Israele. Quello che emerge chiaramente è che
Israele è una società aperta, una società libera, una società democratica, una
società che anche su questi due anni e sulle prospettive ha una dialettica
democratica”, precisa Fassino nel suo intervento. “Tutto questo ci porta a dire
che è del tutto inaccettabile quello che accade in Europa e in Italia, cioè
trasformare le legittime critiche a un governo, a Netanyahu, in una
criminalizzazione di Israele, della società israeliana, e chiedere conto a ogni
ebreo italiano o che vive nel mondo di quello che accade in Israele”, prosegue.
Considerazioni che, continua, “portano a una deriva antiebraica e antisemita. La
propagazione di parole di odio che in nessun modo aiutano nel superamento della
crisi drammatica o favoriscono un processo di pace”.
“Questo è il senso anche della nostra visita, riaffermare la necessità di una
relazione forte tra Italia e Israele. Una relazione che vada al di là
dell’orizzonte di un governo per ora in carica”, conclude.
L'articolo Cos’ha detto Fassino alla Knesset: “Israele società aperta, libera e
democratica. Inaccettabile trasformare critiche a Netanyahu in
criminalizzazione” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Il deputato del Pd Piero Fassino fa da ponte con i colleghi di maggioranza verso
Israele, Paese che comunque, ha detto oggi pomeriggio collegato in diretta dal
Parlamento di Gerusalemme, per lui “è una società aperta, una società libera,
una società democratica, una società che anche su questi due anni – quelli
dell’invasione della Striscia di Gaza, ndr – e sulle prospettive ha una
dialettica democratica per chi propone certe soluzioni e chi ne propone altre”.
Senza specificare le soluzioni in campo, tra cui al momento avrebbe dovuto
menzionare anche il genocidio in corso. Ilfattoquotidiano.it ha provato a
contattare Fassino per ulteriori chiarimenti, ma al momento risulta
irraggiungibile.
Nonostante la segretaria del Pd Elly Schlein abbia criticato fino a poche
settimane fa i rapporti con il governo di Netanyahu e chiesto a Giorgia Meloni
nello specifico di interrompere quelli militari, il deputato dem ha parlato alla
Knesset col gruppo di collaborazione parlamentare previsto dal protocollo con
Israele con la finalità di rilanciare l’amicizia tra i due popoli a fianco del
leghista Paolo Formentini, presidente del gruppo, e al deputato di Forza Italia,
Andrea Orsini. Il dem non compare nemmeno tra i membri ufficiali sul sito della
Camera: la lista annovera, oltre a Formentini e Orsini, Giuseppe Provenzano
(Partito Democratico), responsabile esteri di Schlein, Stefano Giovanni Maullu
(Fratelli d’Italia) e Alfonso Colucci (M5S). I dem prendono le distanze:
Provenzano, fanno sapere dal partito, non era informato della missione, comunque
Fassino gli era già subentrato nel gruppo e la pagina web non è stata ancora
aggiornata.
L’occasione per il collegamento è stata la conferenza stampa ospitata dalla Lega
presso la sala stampa della Camera e organizzata da Celeste Vichi, presidente
dell’Unione associazioni Italia-Israele, la stessa presidente che ha premiato il
vicepremier Matteo Salvini lo scorso 22 luglio ber i buoni rapporti con Tel
Aviv.
Fassino, in video, attorniato dalle bandierine tricolore e con la stella di
Davide ha fatto uno degli interventi più calorosi: “Naturalmente, nel momento in
cui siamo qui, tutti i nostri colloqui stanno vertendo sulla situazione che da
due anni vive Israele e le sue prospettive – ha specificato – Quindi questo è il
senso anche della nostra visita, ossia riaffermare la necessità di una relazione
forte tra Italia e Israele, ripeto, essendo legittimo in ciascuno l’esprimere
valutazioni diverse sulle scelte che il governo israeliano fa. I governi
passano, gli Stati rimangono e noi siamo interessati a costruire una relazione
tra Italia e Israele che vada al di là dell’orizzonte di un governo che in
questo momento è in carica”.
Per Vichi il collegamento di oggi ha avuto “un altissimo valore politico, la
vicinanza a Israele può veramente essere un valore trasversale”. Dall’Italia
hanno partecipato all’evento Alessandro Bertoldi, direttore dell’Istituto Milton
Friedman, e Lidano Grassucci, vicepresidente dell’Unione delle associazioni.
Grassucci si è lamentato: “C’era gente che mentre passava dalla sala stampa ha
guardato lo schermo e vedendo i parlamentari con le bandierine di Israele ha
detto ‘mamma mia”’. E se l’è presa con “i movimenti per la liberazione della
donna, degli omosessuali, che invocano la libertà, che si trovano a difendere
Stati teocratici”. L’associazione ieri ha ha fatto il suo settimo congresso e ha
richiesto l’adozione di un disegno di legge che recepisca la definizione
operativa di antisemitismo e Grassucci ha fatto l’elenco dei partecipanti in
presenza o in collegamento: oltre all’ambasciatore israeliano, Jonathan Peled,
il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, la leghista Simonetta Matone,
il deputato del Pd, Graziano Delrio, e di PiùEuropa, Benedetto Della Vedova,
c’era anche Stefano Parisi, presidente dell’associazione Setteottobre.
I parlamentari hanno ricordato che questa mattina è stata vandalizzata la
sinagoga di Monteverde Vecchio, a Roma, e per loro è in corso uno scontro di
civiltà. Per il forzista Orsini “difendere Israele non significa difendere un
Paese liberale e democratico, significa difendere noi stessi. L’ebraismo è una
delle parti costituenti della nostra cultura, della nostra civiltà,
dell’Occidente”. Formentini ha chiuso il collegamento con una promessa: “Vi
salutiamo e continueremo a collaborare quando torneremo in Italia”.
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alla Knesset: “Paese democratico, anche negli ultimi due anni” proviene da Il
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