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Il bando per l’Autobrennero riaperto in fretta e furia sembra fatto apposta per scoraggiare i concorrenti
Che il decreto Infrastrutture del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, approvato lo scorso anno, non avrebbe portato niente di nuovo e nessun riordino nel comparto autostradale, era facile da immaginarsi. La plastica dimostrazione sta nel dossier dell’A22. Il Mit era stato costretto a sospendere le procedure di gara per il rinnovo della concessione dell’Autobrennero fino il 30 novembre scorso. Poi, sorprendentemente, sono state riaperte le procedure per 5 (cinque) giorni in fretta e furia con un decreto del MIT. Il bando era stato sospeso dallo stesso Ministero in attesa del pronunciamento della Corte di giustizia europea sul diritto di prelazione. Questione che aveva spinto la concessionaria controllata dal Ministero dell’Economia (Aspi ex Benetton) a presentare un ricorso alla Corte ritenendo illegittimo e troppo favorevole all’attuale concessionario il diritto di prelazione contenuto nel bando di gara. Bando di gara presentato dall’attuale concessionario in project financing da 10 miliardi dalla società Autostrade del Brennero Spa. L’autostrada A22 Modena-Brennero (Autobrennero), estesa per un totale di 300 km, gestisce la concessione in regime di proroga dal 2014. L’Aspi, che partecipa alla gara, aveva ritirato il suo ricorso contro il bando che riserva il diritto di prelazione a favore del promotore cioè Autobrennero. Se a giugno, il Ministero di Salvini aveva deciso di sospendere la gara in attesa del pronunciamento della Corte Ue, perché poi ha deciso di riavviare la procedura di gara senza conoscere il responso? La risposta si può ritrovare nella lettera datata 7 novembre scorso di Autobrennero inviata al MIT. Qui emerge fortemente la caratteristica dell’incumbent, impresa monopolistica di grandi dimensioni, di uno specifico mercato, che tende a bloccare l’entrata di altre imprese. Nessuna voce si era levata, in questi 10 anni di prorogatio, per accelerare i tempi della gara. L’A22 così ha potuto garantirsi ricchi extraprofitti, perché i ricavi sono stati superiori a quanto previsto nei Piani economici finanziari autorizzati dal MIT. Nella missiva spedita al Ministero, si legge che dietro la richiesta di ripresa della procedura ci sarebbe un “superiore interesse pubblico” legato al potenziamento, all’ammodernamento dell’asse strategico europeo che collega il Nord Italia al cuore dell’Europa. Invece di annullare la clausola con il diritto di prelazione, lo stop aveva assicurato ad Autobrennero una nuova proroga. Ora la procedura è stata riavviata, ma dovrà prima o poi fare i conti con il giudizio europeo, secondo cui devono essere garantiti i principi di concorrenza e trasparenza nell’assegnazione della concessione. Nel frattempo viene segnalata la richiesta dell’accesso alla gara di quattro grandi gruppi: Gavio, gli spagnoli di Abertis, Sacyr-Doglian e Aspi. Il mastodontico piano degli investimenti, da quasi 10 miliardi per 50 anni di concessione, sembra fatto apposta per scoraggiare eventuali concorrenti. Il project financing si basa sulle norme della “Merloni Ter”, che consente al concessionario di “sostituirsi” al concedente, il Mit, indicando gli investimenti da realizzare. Il piano prevede gli apporti finanziari necessari per il completamento della rete autostradale con la Campogalliano-Sassuolo, un tracciato di 25,4 km, 14 km per l’asse principale e 3,5 km per il collegamento con Modena. Dieci ambiti che riguardano le terze corsie: quella tra Verona e l’innesto con la A1 e quella dinamica fra Bolzano e Verona. Sono contenuti anche il rifacimento dei sovrappassi, le barriere fonoassorbenti, il completamento o l’adeguamento delle stazioni autostradali e i centri per la sicurezza. Inoltre il progetto include la realizzazione e l’ampliamento di parcheggi e autoparchi e il rifacimento e la riqualificazione delle aree di servizio. Sul fronte della mobilità sostenibile sono previsti impianti per la distribuzione di gas naturale liquefatto e di idrogeno, di pannelli fotovoltaici, di colonnine di ricarica elettrica veloce, di sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria e la digitalizzazione. Altri destinatari delle risorse saranno le Province di Bolzano e Trento, la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Verona, la Provincia di Mantova, la Provincia di Modena e la Provincia di Reggio Emilia, tutti azionisti. Mentre in Spagna, alla scadenza delle concessioni, queste rientrano nella gestione statale e si aboliscono i pedaggi, da noi le concessionarie diventano delle utility giganti con ampi poteri che non solo gestiscono le reti ma programmano gli investimenti, sostituendosi al regolatore pubblico. L'articolo Il bando per l’Autobrennero riaperto in fretta e furia sembra fatto apposta per scoraggiare i concorrenti proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Autobrennero, Salvini riapre il bando da dieci miliardi per la concessione: ma per partecipare ci sono solo cinque giorni
Cinque giorni di tempo per un piano di investimenti da dieci miliardi di euro. È questo il limite temporale – ore 12 di mercoledì 3 dicembre – fissato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per partecipare alla gara per la concessione della A22, l’autostrada del Brennero (314 chilometri da Modena al confine di Stato) che collega Emilia Romagna, Veneto e Trentino-Alto Adige all’Austria e al centro Europa. Se si calcola che il bando è stato pubblicato sul portale degli appalti nel pomeriggio di venerdì 28 novembre, alla vigilia del weekend, sono pochissimi i giorni a disposizione degli interessati per presentare l’offerta ad acquisire la concessione, in regime di proroga dal 2014 e su cui pende una contestazione dell’Unione europea. Il via libera venuto da Sergio Moschetti, direttore generale del Mit, ha rimesso in moto una procedura che si era arenata alla fine di giugno. Notevole soddisfazione è stata espressa dai governatori delle due province autonome di Trento e Bolzano, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, che in questi mesi (assieme ad Autobrennero) avevano ripetuto gli appelli per dar corso alla gara. Il blocco era stato causato dall’attesa per la decisione della Corte di giustizia europea sulla legittimità della finanza di progetto proposta. In base al codice degli appalti italiano, infatti, vale il diritto di prelazione per il proponente del progetto. Contro questo diritto era insorta Autostrade per l’Italia che chiedeva l’annullamento del bando, ma ad agosto il ricorso è stato ritirato. Contro il project financing non ci sono solo i privati, ma anche l’Unione europea, che due mesi fa ha inviato al Mit una lettera di messa in mora sostenendo che la finanza di progetto “non presta le adeguate garanzie procedurali a presidio del rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione e lascia invece uno spazio troppo ampio alla discrezionalità dell’amministrazione aggiudicatrice”. Il ministero si era fermato aspettando una sentenza della Corte di giustizia, che però riguarda un altro bando italiano e che potrebbe arrivare tra molti mesi. Nell’appalto che viene riaperto il Mit, come accade in questi casi, si riserva di non espletare la gara, di non diramare inviti, né di procedere all’aggiudicazione. In ogni momento il bando potrà essere annullato o potranno esserne modificati i termini. Grande cautela, con un occhio a Bruxelles: “Il bando ha tenuto conto della eventualità che gli organi dell’Unione europea possano ritenere il diritto di prelazione nelle procedure di finanza di progetto non compatibile con il diritto eurocomunitario e pertanto il presente procedimento resta condizionato a quelle decisioni”. Sulla base di queste premesse la gara è ripartita. Si aprono ora gli interrogativi su chi sia interessato ad ottenere la concessione della tratta autostradale. L’elenco comincia con Autobrennero, che a inizio 2025 aveva annunciato di aver trovato gli investitori per sostenere la partecipazione al bando. Una dichiarazione analoga era stata espressa da A4 Holding, che è gestita dagli spagnoli di Abertis, una controllata del gruppo Mundys (ex Atlantia) riconducibile alla famiglia Benetton. Secondo alcune indiscrezioni vi sarebbero anche un paio di gruppi imprenditoriali italiani. “C’è soddisfazione, perché la riapertura era, da noi territori, Trento e Bolzano e giù fino a Modena, richiesta e attesa. Oltretutto il bando non ha impugnative, non ci sono ricorsi, perché quelli che c’erano non ci sono più, quindi questa era la decisione che ci attendevamo dal Mit” ha dichiarato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. “Ringraziamo le strutture del ministero e il ministro Matteo Salvini per questa decisione e ora riteniamo che si possa procedere come stabilito. Questo è un grande messaggio di fiducia per il percorso che avevamo messo in campo e per la nostra concessione. Autostrada del Brennero quello che doveva fare lo ha fatto, forse ci sarà da aggiornare qualche dato ma il piano da 10 miliardi già presentato resta quello”. La stessa soddisfazione riguarda Autobrennero. A pensarla in modo diverso è il Codacons. L’associazione dei consumatori ha inviato il 20 novembre al Mit, alla Commissione Europea, all’Anac, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Corte dei Conti un’istanza di annullamento in autotutela del decreto con cui il Mit aveva sospeso la gara. Invece di annullare la clausola con il diritto di prelazione, lo stop aveva assicurato ad Autobrennero una nuova proroga. Ora la procedura è stata riavviata, ma dovrà prima o poi fare i conti con il giudizio europeo, secondo cui devono essere garantiti i principi di concorrenza e trasparenza nell’assegnazione della concessione. L'articolo Autobrennero, Salvini riapre il bando da dieci miliardi per la concessione: ma per partecipare ci sono solo cinque giorni proviene da Il Fatto Quotidiano.
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