Imu, entro il 16 dicembre il saldo dell’imposta. Come si calcola e quando spetta l’esenzione

Il Fatto Quotidiano - Monday, December 1, 2025

Il saldo Imu deve essere versato entro il 16 dicembre 2025. Confermata la consueta deadline per pagare la seconda rata dell’imposta municipale unica che è dovuta per l’intero anno. I calcoli devono essere effettuati sulle aliquote comunali aggiornate, che sono state pubblicate nel portale del Dipartimento delle Finanze.

La prima rata o acconto andava versato entro il 16 giugno 2025 ed era possibile versare anche l’intero importo in un’unica soluzione già a giugno.

Chi è tenuto a pagare l’Imu

Il pagamento del saldo Imu deve essere effettuato da quanti risultano essere proprietari di un immobile diverso dall’abitazione principale (nella quale deve essere anche stabilita la residenza anagrafica). Nel caso in cui dovessero essere accatastate nelle categorie di lusso (nello specifico: A/1, A/8 e A/9) l’imposta è dovuta anche sulle abitazioni principali. L’Imu, inoltre, è dovuta anche per le aree fabbricabili e per i terreni agricoli.

I soggetti tenuti a versare l’imposta sono il proprietario del fabbricato, del terreno o dell’area fabbricabile. Stesso obbligo ricade sul titolare di un diritto reale di usufrutto, uso o abitazione o al coniuge assegnatario della casa coniugale dopo la separazione. Gli inquilini non devono pagare.

Come si calcola l’ammontare dell’imposta

Sul portale del Dipartimento delle Finanze o sul sito del Comune nel quale sono ubicati gli immobili è possibile prendere visione dell’aliquota Imu da applicare. Ma attenzione a non sbagliare. Fanno testo le disposizioni dell’amministrazione municipale dove si trova il manufatto o il terreno se diverso dal Comune di residenza, non quello nel quale si abita regolarmente.

Le aliquote ordinarie Imu devono essere applicate alla rendita catastale degli immobili, che, secondo quanto è stato previsto dalla legge di Bilancio 2020, deve essere alzato di una percentuale che oscilla dal 7,6 all’8,6 per mille. Questa aliquota può essere modificata a propria discrezione dalle varie giunte comunali.

Soffermandosi, invece, sulle abitazioni che non sono esenti dal pagamento – ossia quelle utilizzate come prima casa, ma che rientrano nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 – deve essere utilizzata l’aliquota ordinaria è al 5 per mille, anche se è modulabile dai vari Comuni, che possono aumentarla o diminuirla di un punto millesimale o possono addirittura azzerarla.

Per le abitazioni principali non esenti la detrazione è fissata a 200 euro.

Il pagamento dell’Imu deve essere effettuato utilizzando un Modello F24: chi dovesse decidere di suddividerla nelle due rate di giugno e dicembre deve pagare il 50%.

La doppia esenzione

Nella gestione delle pratiche relative all’Imu di particolare importanza è quanto contenuto all’interno della sentenza n. 209/2022 della Corte Costituzionale, che ha ritenuto illegittima una parte della norma con la quale veniva istituita l’imposta: quella che legava il concetto di abitazione principale non solo al proprietario dell’immobile, ma anche alla sua famiglia. Le coppie coniugate o unite civilmente che risiedono e dimorano in due abitazioni principali diverse possono quindi godere della doppia esenzione. L’Imu, in questo caso, non deve essere versata per i due immobili

Per le pertinenze si paga l’Imu?

Le pertinenze dell’abitazione principale sono esenti Imu nel caso in cui lo sia anche l’immobile a cui sono collegate. Devono essere classificate, però, nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7 nella misura massima di una unità pertinenziale per ciascuna categoria. In altre parole per ogni abitazione principale ci deve essere un solo garage ed una sola cantina. Per il secondo garage si deve pagare l’Imu.

A partire dal 2016, inoltre, sono esonerati dal pagamento dell’Imu i terreni agricoli che sono posseduti e condotti direttamente dai coltivatori diretti e dagli imprenditori professionali.

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