
Stefano Conti assolto anche in appello a Panama: “Ero innocente, ora voglio solo tornare a casa”
Il Fatto Quotidiano - Wednesday, December 3, 2025Stefano Conti, il 40enne italiano di Cesano Maderno detenuto per oltre 400 giorni nel carcere speciale di La Joya a Panama con l’accusa di traffico di esseri umani a scopo sessuale, è stato assolto anche in appello. Lo rendono noto i suoi legali italiani, gli avvocati Valter Biscotti e Vincenzo Randazzo, che hanno seguito da vicino tutta la vicenda insieme alla Farnesina.
Conti era stato arrestato il 15 agosto 2022 e aveva trascorso più di un anno nella struttura detentiva panamense, una delle più dure del Paese. Fin dall’inizio si era dichiarato estraneo ai fatti, rifiutando la proposta di patteggiamento avanzata dalla Procura – cinque anni di carcere ed espulsione dal Paese – proprio perché convinto della propria innocenza. Dopo quel rifiuto, l’accusa aveva rilanciato chiedendo 30 anni di reclusione.
In primo grado era arrivata l’assoluzione, poi impugnata dalla Procura panamense. Ieri, la Corte di Appello ha confermato integralmente il verdetto, cancellando ogni addebito a carico dell’italiano. “All’inizio del processo Stefano ha rifiutato qualsiasi accordo perché si sentiva innocente — spiega l’avvocato Biscotti —. Oggi la sua scelta è stata riconosciuta come pienamente fondata”. Conti, tramite i suoi legali, esprime sollievo e gratitudine dopo una vicenda durata tre anni: “Ero innocente e non è stato facile vincere la paura di affrontare il processo. Ho trovato la forza nella mia famiglia e soprattutto dentro me stesso. Ora voglio solo tornare a casa”.
Secondo i suoi difensori, il sostegno istituzionale non è mai mancato: “Il ministro degli Esteri e i suoi collaboratori hanno seguito da vicino il caso, con contatti quotidiani con la Farnesina”, affermano Biscotti e Randazzo. Con la doppia assoluzione, Conti potrà finalmente rientrare in Italia, chiudendo una vicenda segnata da detenzione, accuse pesantissime e una lunga battaglia giudiziaria affrontata — come sottolineano i legali — “con coraggio e nella piena fiducia di vedere riconosciuta la verità”.
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