Streghe, funghi e pseudoscienza

Il Tascabile - Tuesday, September 30, 2025

S alem Village, Massachusetts, gennaio del 1692. Due bambine di 9 e 11 anni, Betty Parris e Abigail Williams, si ammalano in modo improvviso: iniziano ad avere convulsioni, emettono strani suoni, affermano di essere pizzicate da entità invisibili. Nel giro di poche settimane il morbo sconosciuto si diffonde a Salem Village, odierna cittadina di Danvers: altre due bambine iniziano a mostrare gli stessi sintomi, poi altre ancora, fino ad arrivare a un totale di 19 persone afflitte. Medici ed esperti non riescono a concordare su una causa comune. Da pochi anni, a Salem Village, la guida spirituale è il reverendo Samuel Parris, padre della piccola Betty, uomo rigido e ferventemente religioso, che vuole ripristinare l’integrità morale del villaggio. A febbraio del 1692, Parris accetta la possibilità che le bambine siano state stregate e che le responsabili vadano cercate nel villaggio.

Così iniziò il processo alle streghe più noto della storia, che si concluse a inizio 1693 con la morte di un totale di 25 persone: 19 furono impiccate, un uomo morì durante la tortura e altre cinque persone persero la vita mentre erano in carcere. Quello di Salem fu il più letale processo alle streghe avvenuto in nord America e l’ultimo evento di questo tipo nelle colonie inglesi. Per trecento anni la cittadina del Massachusetts fu ricordata per questo, finché, sorprendentemente, diventò teatro di un acceso dibattito scientifico.

La tempesta di Salem
A oggi si riconoscono svariate concause che hanno generato la “tempesta perfetta” a Salem e dato inizio al biennio più buio della sua storia. Scrive lo storico Emerson W. Baker nel suo libro A storm of witchcraft (2014): “Vengono regolarmente pubblicati nuovi libri, ciascuno con la propria spiegazione di cosa accadde: fu una crisi religiosa, o l’esplosione di un’epidemia di ergotismo […], il risultato di una disputa su dei terreni a Salem Village, un’ondata di isteria da guerra di frontiera, un’affermazione misogina del patriarcato”.  Ma non c’è una chiave unica che permetta di spiegare un evento di questa portata: occorre considerare tutti questi fattori contemporaneamente per comprenderne la complessità.

Salem ospitò il più letale processo alle streghe del Nord America e così fu ricordata per oltre trecento anni. Finché non diventò teatro di un acceso dibattito scientifico.

La storia è costellata di processi per stregoneria: se guardiamo anche all’Europa, quella di Salem non fu una caccia alle streghe così imponente, né fu l’ultima, dato che nel continente europeo i processi alle streghe proseguirono fino all’illuminato diciottesimo secolo. Nonostante ciò, è principalmente riguardo a Salem che in molti cercano un perché, una causa razionale che possa spiegare l’inspiegabile: questa vicenda è stata elevata a sinonimo della lotta alla stregoneria.

“Fu un processo tardo, era il 1692, nel mondo anglosassone si era agli sgoccioli del periodo della caccia alle streghe”, mi spiega Michelle Brock, insegnante di storia presso la Washington and Lee University di Lexington, in Virginia: “C’è poi il fattore dell’eccezionalità degli Stati Uniti: la storia americana viene percepita come unica e speciale, e questa era vista come la terra della libertà religiosa, del rispetto dei diritti…”. Ciò che accade in America, insomma, fa notizia, fa tendenza. La fondazione delle prime colonie americane portava con sé speranza nel nuovo mondo e Salem, dalla parola ebraica shalom, pace, fu il primo insediamento che i coloni inglesi fondarono nella baia del Massachusetts, quello che doveva essere un esempio virtuoso per tutti gli altri.

Infine, a rendere quello di Salem un evento singolare è anche la natura del processo in sé: la maggior parte dei procedimenti inquisitori avvenuti fino a quel momento non implicavano casi di possessione, si basavano su accuse di malefici e sortilegi perpetrati da questo vicino di casa o quella vecchia che viveva ai margini del villaggio. In questo caso, invece, c’era da spiegare il comportamento assurdo delle bambine ‘stregate’, e per farlo i giudici di Salem fecero uso di un mezzo controverso, la prova spettrale: in tribunale si faceva affidamento sulla dichiarazione di testimoni secondo cui lo spirito o la forma spettrale dell’imputato appariva in sogno, nonostante in quel momento il corpo fisico dell’imputato si trovasse in un altro luogo.

Nascita, vita e non-morte della ergot hypothesis        
Tre secoli dopo il processo, nel 1976, una nuova teoria fece capolino: in un articolo pubblicato sulla rivista Science, la scienziata Linnda Caporael ipotizzò che a Salem ci fosse stata un’intossicazione alimentare dovuta al fungo Claviceps purpurea, un parassita che cresce sulla segale e che, se ingerito, può causare una malattia chiamata ergotismo (da ergot, francese per “sperone”). Questo fungo, infatti, genera sulla segale infetta delle escrescenze che ricordano degli speroni o delle corna, da cui il nome più popolare di “segale cornuta”. La segale cornuta può causare due tipi di patologia, l’ergotismo gangrenoso, che provoca cancrena delle estremità degli arti, o l’ergotismo convulsivo, che è caratterizzato da convulsioni, tremori e spasmi e può implicare anche sintomi psichici come deliri e allucinazioni (curiosità: è proprio da una molecola presente in Claviceps purpurea, l’acido lisergico, che nel 1938 a Basilea fu per la prima volta sintetizzata l’LSD).

Nel 1976 Linnda Caporael ipotizzò che fosse colpa di un’intossicazione alimentare dovuta al fungo Claviceps purpurea, un parassita che cresce sulla segale e che, se ingerito, può causare tremori, spasmi, deliri e allucinazioni.

La spiegazione proposta da Linnda Caporael faceva riferimento all’ergotismo convulsivo ed era lineare, sensata e razionale. Si impose subito all’attenzione pubblica e fu ripresa da diversi giornali americani come una notizia sensazionalistica: ecco cosa aveva davvero causato il processo alle streghe. Come ricorda la storica e linguista Margo Burns nella sua conferenza The Salem Witchcraft Trials and Ergot, the “Moldy Bread” Hypothesis, c’è da considerare che in quel periodo il terreno era particolarmente fertile: erano gli anni Settanta, si arrivava da un decennio in cui la psichedelia era esplosa con il movimento hippy, e ora se ne conoscevano anche i lati oscuri.

Pochi mesi dopo l’uscita del paper di Caporael, il professore di psicologia Nicholas P. Spanos pubblicò assieme a Jack Gottlieb un nuovo articolo, anche in questo caso su Science. Spanos confutava punto per punto la teoria di Caporael, definendo le sue argomentazioni inconsistenti:

Le prove disponibili non supportano l’ipotesi che l’avvelenamento da ergot abbia avuto un ruolo nella crisi di Salem. Le caratteristiche generali della crisi non assomigliavano a quelle di un’epidemia di ergotismo. I sintomi delle ragazze affette e degli altri testimoni non erano quelli dell’ergotismo convulsivo. Inoltre, la fine improvvisa della crisi, il rimorso e i ripensamenti di coloro che giudicarono e testimoniarono contro gli accusati possono essere spiegati senza ricorrere all’ipotesi dell’ergotismo.

Tra le diverse prove a supporto della propria tesi, Spanos ricordava che le bambine possedute mostravano una sintomatologia che sembrava apparire “a comando”: stando ai numerosi documenti disponibili, sappiamo che le bambine affette presenziavano in tribunale durante i processi alle persone accusate di stregoneria, e che i loro sintomi esplodevano quando queste negavano la propria colpevolezza, mentre si acquietavano dopo una confessione.

Non abbiamo una spiegazione certa di questi comportamenti: c’è chi pensa che le bambine fingessero e cercassero attenzioni, chi riconosce in loro sintomi psichiatrici o segni di traumi psicologici. Probabilmente la verità si trova, anche in questo caso, in una combinazione di fattori, tra i quali non va dimenticato il potere della mente sul corpo: le bambine di Salem erano convinte di essere state stregate, e questa convinzione può avere effetti potenti. A tal proposito, Baker scrive: “Coloro che cercano una spiegazione medica moderna tentano di guardare a un fenomeno del Diciassettesimo secolo con gli occhi del Ventunesimo secolo. Nel Diciassettesimo secolo esisteva una condizione medica perfettamente valida che spiegava il comportamento delle afflitte: erano stregate”. Nonostante le smentite, era ormai tardi per archiviare l’ipotesi di Caporael: complice la pubblicazione di un nuovo articolo della storica Mary Matossian a supporto dell’ipotesi della segale cornuta, ancora oggi in libri o siti internet questa storia viene spesso raccontata come una simpatica curiosità o un “incidente di percorso” accaduto nella terra dei liberi e patria dei coraggiosi.

Se erano davvero avvelenati da un fungo, allora possiamo spiegare quanto accaduto come una reazione a un’intossicazione, molto più facile che ammettere che la gente, al tempo, credeva di vivere in un mondo popolato da forze demoniache.

Secondo Michelle Brock, la popolarità della teoria di Caporael deriva dal distanziamento che ci permette di attuare dalla vicenda di Salem: “Se erano davvero avvelenati da un fungo, allora possiamo spiegare quanto accaduto come una reazione scientifica a un’intossicazione, ed è una spiegazione molto più facile e pulita dell’ammettere che, al tempo, la gente credeva di vivere in un mondo popolato da forze demoniache”, mi spiega: “Le persone erano certe che le streghe esistessero e che, in quanto pericolose e letali, dovessero essere sterminate: si trattava di credenze autentiche. Per noi è difficile comprendere appieno la realtà, il potere e la forza di quelle convinzioni […], ed è più facile liquidarle come qualcosa di bizzarro o di superstizioso”.

Alicudi e la sua segale cornuta
L’eco di questa storia è arrivata fino in Italia, dove una vicenda simile vede protagoniste delle strane apparizioni e una pseudospiegazione che coinvolge la segale cornuta. Alicudi è una piccola isola situata nell’arcipelago delle Eolie: qui gli anziani del posto raccontano di aver visto fantasmi aggirarsi per le strade, “femmine volare”, persone trasformarsi in animali. Una spiegazione a queste stranezze fu proposta negli anni Novanta da Elio Zagami, psichiatra e psicoanalista di origini eoliane: il pane consumato dagli isolani era stato impastato con segale parassitata da Claviceps purpurea. La teoria venne raccontata in una puntata della rubrica Mediterraneo andata in onda su Rai 3 nel 1996 e ripresa nel 2007 in un documentario dal titolo L’isola analogica: da qui, si diffuse a macchia d’olio.
La vicenda ricorda molto quella di Salem: anche in questo caso una teoria scientifica sembrava risolvere il mistero, rendere possibile l’impossibile. Il problema, anche in questo caso, è che non esistono prove.

Tommaso Ragonese ha raccontato questa storia nel libro Alicudi e la segale cornuta. Anche lui ha evidenziato come “la necessità di trovare a tutti i costi una spiegazione al mito, banalizzandone l’universo simbolico, in ogni epoca e luogo, segnala […] un gigantesco travisamento culturale”. Nel suo libro, Ragonese riporta i racconti ascoltati direttamente dagli isolani e le isolane di Alicudi: le apparizioni e le storie dell’isola si inseriscono in una mitologia comune all’arcipelago eoliano e al Mediterraneo tutto, e sono parte di un immaginario magico con radici antichissime. Cercarne una spiegazione scientifica, “come se oggi non fossimo intrisi di mito” mi dice Ragonese, priva questa storia della sua valenza culturale e storica nel tentativo di renderla razionale, confortevole: “Siamo pronti a consegnare il nostro immaginario mitico-magico a un’intossicazione alimentare pur di spiegarlo ed evitare di mettere in discussione l’impostazione cognitiva predominante nella nostra cultura”.

Le teorie pseudoscientifiche hanno successo perché riempiono un vuoto, danno spiegazioni confortanti e razionali a quello che non sappiamo spiegare; vale per la segale cornuta come per la fantomatica correlazione tra vaccini e autismo.

Anche in questo caso, la questione non è se le streghe e i fantasmi esistessero davvero, ma che, in quel contesto come in quello di Salem, erano reali per i protagonisti di queste storie, e occorre dunque ripensare le vicende partendo da questo presupposto. “Non soltanto le streghe esistevano, nell’immaginario collettivo ai tempi di Salem e in passati più remoti: esistevano divinità, spiriti, demoni e tutta una serie di concetti archetipici che mi sembra possano ancora veicolare accuratamente una descrizione del paesaggio psichico umano”, continua Ragonese, e ricordando Rosina, una delle anziane di Alicudi con cui ha parlato, aggiunge: “Mi ha detto una frase durante le nostre conversazioni su spiriti, demoni e magia: è un mistero della fede, ma è ‘a veritate. Mentre in un immaginario mitico-magico mistero e verità sono inscindibilmente legati, per la cultura contemporanea ciò ci appare paradossale e incomprensibile”.

Ergotismo e streghe, vaccini e autismo
La diffusione della teoria della segale cornuta a Salem, e soprattutto la mancata diffusione della sua smentita, ricordano le teorie pseudoscientifiche o complottistiche che vediamo prendere piede ancora oggi: queste teorie hanno successo perché riempiono un vuoto, danno spiegazioni confortanti e razionali a quello che non sappiamo spiegare. Un esempio su tutti è quello di Andrew Wakefield e la sua pseudocorrelazione tra vaccini e autismo. Nel 1998, Wakefield e colleghi pubblicarono un articolo su Lancet affermando che il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (che conosciamo come vaccino trivalente) potesse predisporre i bambini a problemi di sviluppo e comportamentali: appena pubblicata, la teoria fu enormemente pubblicizzata e spaventò i genitori a tal punto da indurli a smettere di vaccinare i propri figli.

La correlazione ipotizzata da Wakefield fu immediatamente smentita: secondo studi successivi non poteva essere stabilito alcun legame causale tra la vaccinazione e l’autismo.
Come afferma il medico Josh Sharfstein in un’intervista, la ricerca di Wakefield proponeva una correlazione di causa-effetto, ma era stata condotta senza un gruppo di controllo, facendo una selezione capziosa e parziale tra i pochissimi casi studiati e inventando una consequenzialità in due eventi che, durante l’infanzia, avvengono generalmente nello stesso periodo, quali le vaccinazioni e l’insorgenza dei primi sintomi dell’autismo. L’articolo, in sostanza, non dimostrava nulla.

Se una teoria fa presa sulla nostra pancia prima ancora che sulle nostre menti, magari perché ci rassicura o perché tocca corde sensibili, diventa difficile confutarla, perché la sua smentita non riscuote la stessa attenzione.

La rivista ha ufficialmente ritirato l’articolo nel 2010, e Wakefield e i colleghi sono stati ritenuti colpevoli di violazioni etiche compiute durante lo studio e accusati di frode per aver selezionato i dati che meglio si adattavano alla loro teoria e falsificato i fatti. In un commento alla vicenda, Stefania Salmaso, epidemiologa ed ex direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), afferma:
Una volta che viene insinuato il dubbio, poi è difficile spazzarlo via, anche se gli si contrappongono argomenti razionali e fondati su evidenze. Il dubbio si basa su elementi di tipo emotivo e in genere basta che siano presenti voci in disaccordo per provocare una crisi di fiducia. L’eco della smentita magari non arriverà mai, ma certamente rimarrà la sensazione di una mancanza di consenso e quindi di una potenziale pericolosità della vaccinazione offerta.

Se una teoria fa presa sulla nostra pancia prima ancora che sulle nostre menti, perché ci rassicura (come nel caso della spiegazione scientifica di Salem) o perché tocca corde sensibili (come la salute dei bambini), diventa difficile confutarla, perché la sua smentita non fa notizia: il risultato è che teorie comprovatamente fallaci restano a lungo in circolazione.

Guardare al passato con gli occhi del passato
Quando si dà a un fenomeno una spiegazione troppo semplice, quando ci si concentra su un suo unico aspetto e si ignorano gli altri fattori in gioco, difficilmente quella spiegazione, per quanto appaia perfetta, corrisponderà alla verità: le cause degli eventi che ricordiamo sono spesso multiple, complesse e intrecciate. Quella di Salem è davvero stata la tempesta perfetta. Ha attinto energia da ogni elemento di instabilità allora in atto e la sua potenza si è rovesciata su un villaggio.

Per comprendere davvero Salem è necessario compiere un atto di umiltà, fare i conti con le credenze del passato e porre la vicenda nel contesto giusto, quello in cui la stregoneria era a tutti gli effetti un reato e punirla era considerato giusto.

Pensare a questa storia come a un esperimento di laboratorio, cercarne una spiegazione razionale, unica e assoluta, sminuisce la portata storica dell’intero fenomeno della caccia alle streghe. Significa decidere di ignorare la cultura, la politica e le convinzioni religiose del tempo. “La gente, oggi, ha difficoltà nel comprendere il pensiero religioso del passato, perché è complicato”, dice sempre Brock, “È più semplice evitarlo, considerandolo come qualcosa di bizzarro, una superstizione, mentre in realtà era la normalità, è stato il modo di pensare alla realtà per secoli. Quando si studia la Storia, si parte con una domanda, ma senza una risposta precostituita, altrimenti si finisce per fare quella che io chiamo storia da colorare, dove in pratica si ha già l’immagine nella testa e basta riempirla con i colori”.

Per parlare di Salem nel modo corretto è necessario compiere un atto di umiltà: spogliarsi delle proprie convinzioni e categorie: fare i conti con le credenze del passato e porre questa vicenda nel contesto giusto, quello in cui la stregoneria era a tutti gli effetti un reato e punirla era considerato giusto. Si deve mettere questa singola vicenda in continuità con i secoli di caccia alle streghe in Europa e in dialogo con tutti gli altri eventi di panico e identificazione di un nemico esterno, anche quelli più recenti. Nell’ultimo capitolo del suo libro, Emerson W. Baker ci guida in questo esercizio: immaginiamo di vivere nel 1692, di sapere che le streghe, così come Dio e il diavolo, esistono e causano morte e miseria. Chiunque può essere una strega, il nostro vicino di casa, nostro marito, nostra figlia. Immaginiamo di chiedere ai leader politici di aiutarci: loro tentano di rassicurarci, garantendo di star prendendo delle misure per affrontare questo pericolo, ma noi sappiamo, in realtà, che si tratta di un compito impossibile, perché il diavolo gioca secondo regole a noi sconosciute. Ora sostituiamo la parola strega con la parola terrorista, e osserviamo come la storia diventa più comprensibile ai nostri occhi.

Salem, oggi
Cercare di proteggere la propria comunità dalle minacce che vengono da “fuori” è istintivo, e questo a prescindere da quanto reali siano queste minacce, che si parli di streghe nel Seicento o di terrorismo ai giorni nostri; la paura di queste minacce può essere un motore che fa agire in modi, altrimenti, inspiegabili: è la paura l’innesco da cui nascono anche le teorie cospirazioniste, le teorie del complotto, gli episodi di panico satanico. “L’umanità è capace di autoingannarsi in molti modi, specialmente quando le persone che occupano posizioni di potere raccontano una finzione”, mi dice Brock verso la fine della nostra chiacchierata.

Il 22 settembre 2025 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che l’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza può causare l’autismo e ha incoraggiato le donne incinte a non assumere il Tylenol.

Anche oggi abbiamo i nostri miti e le nostre paure, e se pure abbiamo superato quelle che imperavano a Salem non per questo possiamo ritenerci superiori o più assennati: Salem è in realtà parte di un continuum che arriva fino ai giorni nostri, in cui di volta in volta cambia il nemico identificato, ma il sentimento di paura resta immutato e irrazionale.
Un nuovo mito contemporaneo l’abbiamo visto nascere davanti ai nostri occhi in questi giorni: il 22 settembre 2025 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che l’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza può causare l’autismo e ha incoraggiato le donne incinte a non assumere il Tylenol, uno dei farmaci più venduti negli Stati Uniti. Anche questa volta non esistono prove a supporto della correlazione, ma queste affermazioni fanno presa sul sentimento di paura e sul senso di colpa delle future madri, generando un clima di accusa e collocandosi all’interno di una politica che da anni si arroga diritti sulla salute e sul corpo femminili.

Negli anni, Salem è diventata la capitale della stregoneria, un parco divertimenti con tanto di festival autunnale, l’Haunted Happenings, che attira centinaia di migliaia di visitatori e arricchisce l’economia della città con milioni di dollari ogni anno. La città, oggi, vive anche grazie al turismo generato dagli eventi di fine Seicento. Le donne e gli uomini condannati a morte durante i processi sono stati riconosciuti ufficialmente come innocenti solo negli ultimi 70 anni, in uno sforzo della cittadinanza di venire a patti con il proprio passato e di chiedere scusa a quelle streghe accusate da concittadini che no, probabilmente non erano sotto alcun effetto allucinogeno, ma che erano mossi da una paura reale.

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