
“Non ricrescevano, a un certo punto mi fecero fare una sorta di test per vedere l’effetto”: la rivelazione di Collina sull’alopecia
Il Fatto Quotidiano - Thursday, November 27, 2025“È una malattia che colpisce in maniera trasversale e crea una diversità”. Pierluigi Collina torna a parlare dell’alopecia, causa della sua perdita dei peli o dei capelli, che ormai lo accompagna nella sua vita da tantissimi anni. Ex arbitro internazionale considerato tra i migliori della storia, oggi ricopre la carica di Presidente del Comitato arbitri Fifa e si occupa di supervisionare e formare i giovani arbitri a livello mondiale.
Ma la storia del Collina arbitro comincia, come per tutti i fischietti, dai campi minori a metà degli anni ’80, quando già era stato colpito da alopecia. “Ho dovuto superare i pregiudizi di quel tempo, perché nel 1985 chi soffriva di calvizie tendeva a mascherarla. Oggi radersi è una cosa normale, oggi ci sono tantissime persone che sono calve per scelta o rasate per scelta, allora no”, ha spiegato Collina a Cronache di spogliatoio.
L’alopecia è una malattia che causa perdita dei peli o dei capelli, che può manifestarsi in modo graduale o improvviso, con chiazze di calvizie o perdita totale. Può però capitare che a un certo punto i capelli ricrescano: “Una volta mi dissero: ‘Proviamo ad aspettare, vediamo se ricrescono’. Non ricrescevano e a un certo punto mi fecero fare una sorta di test per vedere l’effetto che faceva un arbitro senza capelli: arbitrare una partita davanti a un pubblico abbastanza numeroso“.
In sintesi la preoccupazione dei vertici arbitrali era che un arbitro calvo come Collina potesse portare a reazioni diverse e improvvise da parte del pubblico. Ecco allora che arrivò il “test” di cui parlava Collina: “Io a quel tempo arbitravo in campionato interregionale, nazionale dilettanti, e ricordo che mi mandarono ad arbitrare Latina-Spes, semplicemente perché a Latina andavano 4-5mila spettatori, che era dieci volte la media degli altri stadi di quel campionato. Io dico sempre che devo essere grato al pubblico di Latina che era molto più interessato alla qualità dell’arbitro che alle sue caratteristiche tricologiche”.
Un aspetto di cui Collina ha spesso potuto parlare anche in pubblico grazie alla sua notorietà. L’ex arbitro ha infatti raggiunto vette altissime in carriera, come per esempio la finale dei mondiali 2002 e il premio di miglior arbitro internazionale per diversi anni: “È una malattia che colpisce in maniera assolutamente trasversale, anche i bambini, e crea una diversità. E i bambini sono crudelissimi nel sottolineare le differenze. Io avevo 24-25 anni, ero già maturo, avevo già una mia formazione”.
Da qui l’invito di Collina a pesare le parole: “Ci sono tanti bambini o donne. Ogni tanto mi è capitato di vedere fatta dell’ironia gratuita su quella che è una vera e propria malattia. Mi è capitato di avere soprattutto genitori che hanno provato a convincere – grazie al mio esempio o anche grazie al fatto che parlassi con loro – i propri bambini che non c’è niente di male o di brutto, di negativo, nel non avere i capelli“, ha concluso l’ex arbitro.
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