
Pietro Orlandi rivela a Fedez: “Monsignor Balda ha letto alcuni documenti riguardanti Emanuela e Solidarnosc, si parla di miliardi che ogni settimana uscivano dal Vaticano verso la Polonia”
Il Fatto Quotidiano - Monday, December 1, 2025Emergono nuove importanti rivelazioni di Pietro Orlandi rilasciate al canale Pulp podcast, la rubrica crime condotta da Fedez e Mr. Marra. Il fratello della cittadina vaticana misteriosamente scomparsa il 22 giugno del 1983, torna a parlare di alcuni documenti che farebbero emergere un legame tra un traffico importante di soldi e la scomparsa di sua sorella.
Le ultime rivelazioni su Balda e Solidarnosc
“Monsignor Balda – dichiara Orlandi – ha fatto una dichiarazione recente ancora non pubblica, ma presumo che sarà pubblica a breve in qualche modo. Ha letto alcuni documenti in un determinato ufficio all’interno del Vaticano dove si parlava anche di Emanuela, legati (parole sue) a tanti miliardi (di lire, ndr) che ogni settimana uscivano e andavano in Polonia a Solidarnosc e questo ci riporta a una questione legata a una delle ipotesi: i famosi soldi della mafia che Pippo Calò, tramite la Banda della Magliana versò nelle casse dello Ior (la banca del Vaticano, ndr) e del Banco Ambrosiano. Soldi che sparivano e che poi portarono all’omicidio di Robero Calvi Londra: è qualcosa che potrebbe coinvolgere anche banche estere. Spero Balda venga ascoltato sia dalla commissione parlamentare di inchiesta (Orlandi-Gregori, ndr) che dalla Procura di Roma. So che è stato ascoltato da Alessandro Diddi (il promotore di giustizia del Vaticano, ndr) nell’ambito dell’inchiesta vaticana. Io penso possa essere a conoscenza di qualcosa. Il fatto stesso che ha visto il nome di Emanuela legato a documenti che parlavano di Solidarnosc è una cosa importante”. Solidarnosc, lo ricordiamo, era il sindacato polacco fortemente sostenuto dalla Chiesa Cattolica e da Papa Giovanni Paolo II. Il movimento, guidato da Walesa, ha contribuito in maniera significativa alla fine del Blocco Sovietico e della Guerra Fredda.
Chi era Monsignor Balda
Lucio Ángel Vallejo Balda è un prelato spagnolo spesso finito al centro delle cronache vaticane e non. Nel 2015 venne arrestato perché coinvolto in Vatileaks, la seconda fuga di documenti dal Vaticano. Balda a Pietro Orlandi ha sempre parlato di “segreto pontificio” facendo riferimento a “persone pericolose”, rispetto alla vicenda di Emanuela. L’accusa era di aver divulgato documenti segreti. Secondo la dichiarazione ufficiale della Santa Sede, avrebbe fornito informazioni riservate, comprese registrazioni del papa stesso, per la pubblicazione di un libro pubblicato dal giornalista Gianluigi Nuzzi, nel 2015. Il 7 luglio 2016 fu condannato a 18 mesi di carcere. Il 20 dicembre dello stesso anno, in una nota pubblicata dalla Sala Stampa Vaticana, ottenne la clemenza da parte di papa Francesco, con la liberazione condizionale, ma la pena non fu estinta. Balda lasciò il carcere e cadde ogni legame di lavoro con la Santa Sede; il prelato è poi subito rientrato nella giurisdizione del Vescovo di Astorga (Spagna), sua diocesi di appartenenza. Da allora, si è ritirato a vita privata e non è attivo in ruoli pubblici di rilievo. L’ultima volta in cui era stato tirato in ballo rispetto al caso della Vatican Girla risale al 2024, quando la stampa ha diffuso presunte chat tra lui e Francesca Immacolata Chaouqui (ex dipendente del Vaticano anche lei arrestata nell’ambito di Vatileaks) riguardanti la sparizione della ragazza.
L’audizione del giudice Lupacchini
“Nel processo della Banda della Magliana nessuno ha fatto cenno alla vicenda di Emanuela Orlandi anche se – lo hanno dimostrato i processi successivi – c’era una corsa da parte di molti a formulare le narrazioni più mirabolanti proprio al fine di guadagnarsi lo status di collaboratore di giustizia con tutto ciò che ne conseguiva sul piano dei benefici carcerari”. Queste invece sono le parole di Otello Lupacchini, giudice istruttore dell’inchiesta sulla cosiddetta Banda della Magliana nel periodo tra il 1990 e il 1994, ascoltato in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta che indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. “Che nessuno abbia parlato di Emanuela Orlandi per me è molto più significativo che se ne avessero parlato: era un boccone ghiotto da addentare, ma sul punto nessuno ha parlato all’epoca, salvo poi rigurgiti successivi. Se la banda della Magliana fosse stata coinvolta (nella vicenda Orlandi, ndr.), mi sembra strano che nessuno ne abbia parlato. In nessun caso emerse che il conflitto (tra i due gruppi dell’organizzazione criminale, ndr.) avesse tra le varie cause anche il rapimento della Orlandi che sicuramente non rientrava nell”oggetto sociale’ della banda della Magliana”. L’ex giudice ha aggiunto: “Non escludo che nella strumentalizzazione del rapimento Orlandi si siano aperti altri filoni di ricatto. Un elemento che mi colpisce è che non ci sia mai né l’offerta né la richiesta di una prova dell’esistenza in vita dell’ostaggio”. Lupacchini non si riferisce certo ai familiari della ragazza, ma “ai diversi soggetti che potevano essere toccati dal sequestro, se strumentalizzato in un certo modo, eppure nessuno, pur partecipando all’interlocuzione, ha chiesto mai la prova dell’esistenza in vita né coloro che si prospettavano come rapitori e detentori dell’ostaggio hanno offerto mai questa prova”. (Fonte: Adnkronos)
Il ruolo dei Servizi e di Gangi
L’ex magistrato ha puntato l’attenzione sui Servizi segreti e in particolare sulle indagini svolte all’epoca da Gangi (Giulio l’agente che si occupò del caso ndr). “Indubbiamente Gangi aveva accertato qualcosa: per conto di chi? Dove sono finiti i suoi accertamenti? Come mai è stato rimosso da quell’incarico? Bisogna muoversi in questa logica, lavorare di fantasia non serve a niente e a nessuno, aprire gli armadi e vedere cosa ci si trova dentro forse potrebbe essere utile”, specificando che il suo riferimento è agli “atti prodotti in Vaticano cioè all’esistenza di qualche dossier relativo a questa vicenda, ma anche a quelli dei Servizi perché le attività di Gangi e della sua squadra, che poi venne estromessa, da qualche parte sicuramente arrivarono”. (fonte: Adnkronos)
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