Le suore in fuga dalla casa di riposo occupano un convento. Il Vaticano: possono stare lì solo se smettono di usare Instagram

Il Fatto Quotidiano - Tuesday, December 2, 2025

Occupano il convento per non finire in una casa di riposo e il Vaticano le lascia libere di scegliere ma ad una condizione: niente Instagram. La lunga storia delle tre ottuagenarie suore austriache sta facendo il giro del mondo. Suor Bernadette (88 anni), suor Regina (86) e suor Rita (82) erano state portate fuori dal convento contro la loro volontà nel 2024. Diversi mesi dopo sono scappate dalla casa di riposo in cui erano ospitate con l’aiuto di un fabbro, scatenando l’ira degli alti prelati. Dopo due anni la sentenza delle autorità ecclesiali è arrivata ed è positiva per metà: potranno rimanere nel loro ex convento “fino a nuovo avviso”.

Tuttavia potranno restare solo se smetteranno di postare sui social media. Le tre suore in fuga sono le ultime appartenenti al convento Kloster Goldenstein di Elsbethen, vicino a Salisburgo. Come ricorda il Guardian, le tre suore hanno trascorso gran parte della loro vita a Schloss Goldenstein, un castello che dal 1877 è diventato un convento e anche una scuola privata femminile. La scuola, che ha iniziato ad accettare ragazzi nel 2017, è ancora in funzione. Anche suor Bernadette frequentò la scuola, arrivando adolescente nel 1948. Una delle sue compagne di studi era l’attrice austriaca Romy Schneider. Suor Regina, invece, arrivò al convento nel 1958, mentre suor Rita vi entrò nel 1962. Tutte e tre le suore hanno lavorato nella scuola come insegnanti per molti anni e suor Regina ne è stata pure direttrice. Con l’andare del tempo però il numero delle vocazioni è diminuito drasticamente tanto che nel 2022, l’edificio è passato in gestione all’arcidiocesi di Salisburgo e all’abbazia di Reicherberg, un monastero agostiniano. Il prevosto Markus Grasl dell’abbazia di Reichersberg è diventato il superiore delle monache e sempre lui ha ufficialmente sciolto la comunità di suore all’inizio del 2024. Alle pochissime suore rimaste è stato concesso il diritto di residenza a vita, finché la loro salute e le loro capacità mentali l’avrebbero consentito. In questa clausola si inserisce l’allontanamento di Bernadette, Regina e Rita nel dicembre 2023.

Le tre suore furono fin subito contrarie a quell’obbligo, tanto che dopo poche settimane dichiararono di “sentirsi infelici” e dopo un anno fuggirono grazie al sostegno di alcune giovani ex studentesse del convento di Goldstein e ad un fabbro che le aiutò a forzare la serratura del convento dove sono ritornate. Vedendo poi le immagini della loro pagina Instagram – con più di 100mila follower- sembra difficile pensare che non siano più in grado di intendere e volere. In alcune foto postate le tre suore sono in preghiera, a pranzo, mentre salgono le scale, oppure si vede suor Rita mentre compie esercizi di allenamento fisico. Le tre donne che prima parlavano in tedesco, ora chiacchierano davanti alla videocamera di uno smartphone in inglese. Lo stallo tra le monache e le autorità ecclesiastiche è durato parecchi mesi poi finalmente il portavoce del prevosto, Harald Schiffl, ha dichiarato alcuni giorni fa all’agenzia di stampa austriaca APA che le suore possono per il momento restare ma con la clausola della cancellazione del profilo Instagram e di qualunque attività social.

Come scrive il Guardian, “i funzionari della Chiesa vogliono anche che le suore garantiscano che la parte chiusa del convento non sia più accessibile a persone che non appartengono all’ordine. In cambio, potranno rimanere e ricevere assistenza medica e sostegno spirituale da un sacerdote”. Solo che il terzetto oramai reso autonomo dal consenso e dal supporto dei follower online non accetta affatto le condizioni definite “capestro”. Le suore lo affermano senza esitazione alcuna: i social sono “l’unica protezione rimasta”, ma soprattutto che nella proposta inviatagli dalle autorità non c’è alcuna base giuridica. L’epopea indipendentista delle suore austriache ricorda lo spettacolo di Marta Cuscunà, La semplicità ingannata, dove si racconta di un gruppo di monache Clarisse di Udine che nel ‘500 tentò di rendersi autonomo rispetto all’autorità della Chiesa. Finì con l’Inquisizione che tentò di ristabilire l’ordine e la resistenza viva delle donne che resero il convento “una sorprendente micro-società tutta al femminile”. Del resto suor Bernadette l’ha spiegato fin dal 2024: “Piuttosto di morire in quella casa di riposo, preferirei andare in un prato ed entrare nell’eternità in quel modo”.

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