
“E’ il re del pollaio, canta tutti i giorni alle 3.30 di notte e disturba il sonno nostro e dei nostri clienti. La misura è colma”: gestori di un B&b denunciano il gallo molesto
Il Fatto Quotidiano - Wednesday, December 3, 2025Un orologio biologico impeccabile, ma fuori sincrono con quello dell’umanità. È la storia di un gallo a Maniago di Mezzo (Pordenone) che, da anni, è convinto che l’alba inizi tra le 3:30 e le 4:00 del mattino. Un’abitudine che ha esasperato i vicini di casa, gestori di un Bed & Breakfast, spingendoli a denunciare il gallo in Procura. La risposta, però, è stata netta: non disturba la quiete pubblica.
La coppia di residenti, che vive accanto al “re del pollaio“, ha affrontato un problema che si rifletteva direttamente sul loro business. Le recensioni online del B&B dipingono un quadro quasi cinematografico: ospitalità impeccabile, camere accoglienti, ma un “servizio sveglia naturale” non richiesto, decisamente poco gradito dai turisti. La coppia, prima di arrivare alle vie legali, ha tentato invano il dialogo con il proprietario dell’animale, chiedendogli di spostare il gallo in un angolo del cortile più lontano dal confine. Nulla da fare. Negli anni, sono intervenuti anche la Polizia Locale e l’Azienda Sanitaria, che hanno constatato come il gallo fosse sano e ben tenuto. Tuttavia, i sopralluoghi, eseguiti in orario d’ufficio, non hanno potuto certificare il disturbo notturno, poiché l’animale è silenzioso di giorno. Esasperati, i coniugi hanno deciso di affidarsi all’avvocato Fabiano Filippin e di depositare un esposto alla Procura di Pordenone. L’obiettivo – hanno precisato – non era portare in tribunale il pennuto, ma “far capire che dopo anni di notti interrotte, la misura era colma”.
La risposta della magistratura, però, è arrivata in termini rigidi e procedurali. Il sostituto procuratore Enrico Pezzi ha chiesto l’archiviazione del caso, motivando la decisione sulla base della norma che definisce il “disturbo alla quiete pubblica”. Il legale della coppia, Fabiano Filippin, ha spiegato il principio giuridico: “Il reato di disturbo alla quiete pubblica non si configura se il disagio riguarda una sola famiglia. Servirebbe un’intera comunità disturbata, non solo un singolo civico alle prese con un canto anticipato”. Insomma, nonostante il B&B avesse fornito prove dei disagi subiti dai clienti (con recensioni che lamentavano il chiacchiericcio notturno), la Procura ha ritenuto che il disagio non fosse sufficientemente esteso da richiedere l’intervento penale.
La coppia, pur delusa, non si opporrà al provvedimento di archiviazione: “La Procura ha evidenziato l’astratta possibilità di rivolgersi al Tribunale civile”, ha osservato l’avvocato Filippin, “e di sollecitare in quella sede una soluzione alla speciale problematica di polizia rurale“. Il gallo, quindi, resta al suo posto. E continuerà a segnare l’arrivo del nuovo giorno all’ora che ritiene più opportuna, con buona pace degli sfortunati ospiti del B&B, condannati a una difficile convivenza con il più zelante degli orologi biologici.
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