
“Si è risvegliata all’obitorio”: ha una crisi epilettica mentre si prepara un toast, l’ambulanza la porta alla camera mortuaria anziché al pronto soccorso
Il Fatto Quotidiano - Wednesday, December 3, 2025Dichiarata morta nella sua cucina dopo un malore, si è risvegliata ore dopo all’interno dell’obitorio dell’ospedale. È l’agghiacciante errore che ha coinvolto Olive Martin, una donna di 54 anni, la cui storia è al centro di un processo in corso nel Regno Unito. L’episodio risale al 13 ottobre 2023: la signora Martin, si stava preparando un toast nella sua casa a Darlington quando all’improvviso ebbe una crisi epilettica. Sul posto arrivò subito un’ambulanza ma, nonostante mostrasse ancora “segni di vita”, come confermato in seguito, fu dichiarata erroneamente defunta e, per via di questa diagnosi fatale, fu trasferita all’obitorio del Darlington Hospital, anziché essere portata al pronto soccorso. È stato solo all’interno della morgue che il personale sanitario ha scoperto l’errore: la signora Martin era ancora viva. La donna, purtroppo, è poi effettivamente morta “qualche tempo dopo” per un danno cerebrale causato dalla privazione di ossigeno.
L’inchiesta ruota attorno al tempo perso. L’avvocato della famiglia, Tom Barclay Semple, ha posto alla corte un interrogativo cruciale. Ha rivelato che c’è stato un periodo di ben due ore in cui la signora Martin è rimasta senza ricevere “alcun trattamento” mentre si trovava in obitorio. Barclay Semple ha domandato se, in un altro scenario, “la sua morte avrebbe potuto essere evitata o prolungata in modo significativo”. Per stabilire il momento della crisi, l’avvocato ha citato un dettaglio agghiacciante: “Sappiamo che quando Olive fu trovata in cucina, aveva messo il pane nel tostapane. Era il giorno in cui ci si aspettava andasse al lavoro. Se quello è stato il momento della crisi, possiamo estrapolare da lì [il momento in cui ha iniziato a mancarle l’ossigeno]”.
A rendere il caso ancora più complesso, il rappresentante della polizia, John Gray, ha confermato in aula che la signora Martin aveva mostrato prova di “funzione cerebrale”, rispondendo a stimoli “sia verbalmente che con la presa [della mano]”. Nonostante la polizia abbia escluso fin da subito l’esistenza di accuse penali, il Servizio Ambulanze (NEAS) ha espresso profondo dispiacere per l’accaduto e ha avviato una revisione interna. Il processo riprenderà il 30 gennaio per stabilire le responsabilità che hanno portato a questa tragica, e per molti versi evitabile, fatalità.
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