Paura a Hayward, in California. Una casa è saltata in aria improvvisamente ed è
stata completamente distrutta. Il momento dell’esplosione è stato ripreso dalla
telecamera posizionata sul campanello del vicino di casa.
L’onda d’urto ha danneggiato anche alcune abitazioni vicine: almeno sei persone
sono rimaste ferite. Come riportano i giornali statunitensi, l’esplosione
sarebbe stata provocata da una fuga di gas sotterranea.
L'articolo Casa salta in aria improvvisamente e viene distrutta: la telecamera
del campanello del vicino cattura il momento dell’esplosione – Video proviene da
Il Fatto Quotidiano.
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Stavano tornando da un matrimonio, da una giornata che avrebbe dovuto chiudersi
con i ricordi di una festa. Dodici persone, in gran parte appartenenti alla
stessa famiglia, sono morte domenica sera in un violento incidente stradale
avvenuto a Chabera, lungo la Kisii-Kisumu Road, in Kenya. Il van su cui
viaggiavano, diretto verso casa dopo una cerimonia nuziale a Kakamega, si è
scontrato con due camion, trasformando il rientro in una strage che ha scosso
l’intera contea di Nyamira.
Secondo la ricostruzione delle autorità, dieci persone sono morte sul colpo
nello scontro che ha coinvolto due camion e un van su cui viaggiavano i
familiari di ritorno da una cerimonia di matrimonio a Kakamega. Altre due
persone, rimaste ferite, sono decedute successivamente in ospedale. I superstiti
– non è chiaro il numero esatto – sono stati trasportati d’urgenza al Nyamira
County Referral Hospital, dove risultano tuttora ricoverati.
La tragedia è avvenuta a meno di 24 ore da un altro incidente mortale
verificatosi sabato sera a Ekerenyo, lungo la strada Kisii-Kericho, dove avevano
perso la vita otto persone, tra cui un minorenne. Anche in quel caso, ha
riferito la polizia, lo schianto aveva coinvolto un mezzo pesante e un veicolo
passeggeri proveniente da Nairobi. “E’ una tragedia che si ripete. Ancora una
volta la nostra contea è stata gettata in un lutto ancora più profondo, con
almeno dieci persone segnalate come decedute a seguito di un incidente stradale
a Chabera, lungo la Kisii-Kisumu Road”, ha dichiarato in una nota il governatore
di Nyamira, Amos Nyaribo, sottolineando come l’aumento degli incidenti mortali
rappresenti “una grave preoccupazione, non solo per Nyamira ma per l’intero
Paese”, soprattutto perché colpisce persone che stavano rientrando da momenti di
festa. “Rinnoviamo il nostro appello alle agenzie competenti affinché
intervengano con decisione, ora. I nostri pensieri sono con le famiglie, gli
amici e i parenti che hanno perso i loro cari. Auguriamo una pronta guarigione a
chi è ricoverato in ospedale”, ha aggiunto.
I due incidenti, avvenuti nell’arco di appena un giorno, portano a venti il
numero complessivo delle vittime in 24 ore e presentano una dinamica simile:
membri della stessa famiglia uccisi mentre tornavano a casa insieme. Gli episodi
si inseriscono in un quadro già critico per la sicurezza stradale in Kenya:
secondo i dati della National Transport and Safety Authority (NTSA), tra gennaio
e dicembre 2025 almeno 4.458 persone hanno perso la vita in incidenti stradali,
superando il totale dell’anno precedente, che si era fermato a 4.311 vittime. Al
2 dicembre, il bilancio risultava già più alto di quello registrato a fine 2024.
L'articolo “Una tragedia che si ripete”: il loro van si schianta contro due
camion mentre tornano a casa da un matrimonio, muore una famiglia di 12 persone
proviene da Il Fatto Quotidiano.
È apparso all’improvviso, dopo che il mare si era ritirato. Non aveva odore, non
si muoveva, non assomigliava a nulla di immediatamente riconoscibile: un’enorme
massa bianca multiforme, compatta e gelatinosa, riversa sulla sabbia. Per ore
nessuno ha saputo dire con certezza cosa fosse. Ed è proprio questo vuoto di
risposte ad aver trasformato i gigantesco “blob” trovato su una spiaggia della
Cornovaglia in un piccolo caso scientifico e mediatico. A scoprirlo è stata
Helen Marlow, 50 anni, di Stockport, in vacanza con il marito. Stava
passeggiando con il cane sulla spiaggia di Marazion, vicino a Penzance, quando
si è imbattuta in quella massa insolita. Occupava oltre un metro e mezzo di
arenile e aveva uno spessore superiore ai trenta centimetri. Era ricoperta in
parte da alghe, ma non mostrava segni evidenti di decomposizione.
“Sembrava una sostanza bianca dall’aspetto carnoso“, ha raccontato. “Non me la
sono sentita di toccarla, ma ho provato a spostarla con il mio stivale e mentre
lo facevo ha oscillato un po’, come se fosse una grande gelatina grassa“. Un
dettaglio l’ha colpita più di altri: l’assenza di odore. “Pensavo fosse un
animale, ma non emanava alcun odore. È stato questo a lasciarmi davvero
perplessa”. Marlow ha escluso subito che potesse trattarsi di un semplice
rifiuto o di un oggetto artificiale. “L’unica cosa di cui sono sicura è che
fosse materia organica e che provenisse dal mare. Non riuscivo a paragonarla a
nulla che avessi visto prima“. In cerca di risposte, ha fotografato il blob e ha
condiviso le immagini sui social e su gruppi specializzati, tra cui quelli della
British Marine Life Study Society.
Da lì sono partite le ipotesi più disparate. Alcuni utenti hanno suggerito che
potesse trattarsi dei resti di una placenta di balena, altri di uno stomaco o di
un intestino appartenente a un grande animale marino. C’è stato anche chi ha
ipotizzato un pallone meteorologico o un UFO trascinato a riva dalla mareggiata.
Le fotografie, diventate rapidamente virali, hanno alimentato un dibattito che
ha coinvolto esperti e appassionati di fauna marina. A fare chiarezza, almeno in
parte, è intervenuto il dottor Rob Deaville della Zoological Society of London,
che ha invitato alla cautela: “È difficile dirlo basandosi solo sulle immagini”,
ha spiegato. “Riceviamo regolarmente segnalazioni di resti frammentari di
animali durante l’anno. In questo caso la specie, e persino il gruppo
tassonomico di appartenenza, non sono immediatamente identificabili”. Secondo
Deaville, la massa potrebbe provenire da “un grande cetaceo o, in alternativa,
da uno squalo elefante, anche se quest’ultima ipotesi è meno probabile
considerando il periodo dell’anno”.
Una valutazione simile è arrivata anche dal Marine Strandings Network, che fa
parte del Cornwall Wildlife Trust. Un portavoce dell’organizzazione ha indicato
che il ritrovamento è compatibile con “l’intestino o lo stomaco decomposto di
una balena morta lungo la costa“, i cui resti sarebbero stati smembrati e
trasportati a riva dalle correnti e dal mare agitato. Tuttavia, anche in questo
caso, la conferma definitiva potrà arrivare solo da prelievi e analisi di
laboratorio. Nel frattempo, per Helen Marlow l’incontro resta soprattutto
un’esperienza insolita: “Mi sento fortunata ad aver visto qualcosa di così
strano”, ha detto. “Sono davvero curiosa di scoprirne l’origine”. Un frammento
di oceano che, per qualche ora, ha messo in discussione le certezze e ricordato
quanto il mare continui a restituire enigmi difficili da decifrare, anche su una
spiaggia frequentata e apparentemente familiare.
L'articolo “Non riuscivo a paragonarla a nulla che avessi visto prima, mi ha
lasciato davvero perplessa”: il mistero del “blob” gigante ritrovato su una
spiaggia in Cornovaglia, le ipotesi degli scienziati proviene da Il Fatto
Quotidiano.
L’ultima follia dei miliardari? Fare figli in grande quantità. A lanciare, se
così si può dire, l’assurda tendenza fu Elon Musk, ma ora a salire alla ribalta
è invece un altro “paperone” mondiale. La vicenda è raccontata dal Wall Street
Journal e si trova al centro dell’attenzione delle autorità giudiziarie di Los
Angeles: quella di Xu Bo, miliardario cinese dell’industria dei videogiochi,
accusato di aver creato negli Stati Uniti un vero e proprio programma di
gravidanze surrogate per generare i propri eredi. La storia è venuta alla luce
quando Amy Pellman, giudice del tribunale della famiglia di Los Angeles, ha
sospeso una serie di pratiche di riconoscimento di paternità tutte riconducibili
allo stesso nome. Il numero anomalo di richieste ha spinto il tribunale ad
approfondire, facendo emergere un sistema che, secondo il quotidiano economico
americano, sarebbe attivo da anni e reso possibile dalla legislazione
statunitense, che in diversi Stati consente la gestazione per altri con
procedure relativamente snelle.
Xu Bo, nato nel 1977 a Wuhan, la città della Cina centro-orientale celebre per
essere stata l’epicentro della pandemia di Covid-19, è diventato miliardario
grazie ai giochi online di ambientazione fantasy sviluppati dalla sua azienda,
la Duoyi Network. Contattato dal Wall Street Journal, un portavoce della società
ha smentito in modo netto le ricostruzioni, definendo l’intera vicenda “pura
fantasia”. Nessuna conferma ufficiale, dunque, dell’esistenza di un programma
strutturato di surrogazione. Tuttavia, sempre secondo il Wsj, ricerche e fonti
reperibili online in Cina offrirebbero una narrazione opposta: Xu Bo sarebbe già
padre di almeno cento bambini, tutti maschi, attualmente affidati a balie e
levatrici nella zona di Irvine, in California. I minori si troverebbero in una
situazione giuridica sospesa, proprio a causa del blocco imposto dal tribunale
di Los Angeles sul loro riconoscimento legale. Lo stesso Xu, riferisce il
giornale, non avrebbe mai incontrato personalmente questi bambini.
Le stesse fonti parlano addirittura di circa trecento altri figli in Cina:
alcuni nati tramite maternità surrogata, altri da relazioni consensuali con
donne non sposate. Ufficialmente, Xu Bo avrebbe riconosciuto dodici figli avuti
da sei donne diverse, nessuna delle quali è mai diventata sua moglie. In una
dichiarazione riportata in passato, il miliardario avrebbe spiegato così la sua
posizione: “Io non credo nel matrimonio, perché spesso le coppie divorziano e le
donne pagano il prezzo più alto. Ritengo che se un uomo e una donna si uniscono
senza ufficialità, in caso di litigio è tutto più semplice”.
Una visione che ha suscitato molte critiche, anche perché inserita in un
contesto culturale più ampio. In Cina, racconta il Wall Street Journal, Xu Bo è
spesso descritto come una figura controversa, segnata da un’infanzia difficile:
un padre violento e l’abbandono della madre. La sua storia personale si
intreccia con un fenomeno sempre più diffuso tra le élite economiche cinesi, che
vedono nella surrogazione uno strumento per assicurarsi un numero elevato di
eredi e, in prospettiva, selezionare il successore più adatto, ricalcando
dinamiche tipiche delle antiche dinastie. Secondo il quotidiano americano, in
Cina sono nate vere e proprie agenzie specializzate in questo tipo di servizi.
Un altro caso citato è quello di Wang Huiwu, manager di alto profilo, che
avrebbe pagato modelle statunitensi e altre donne considerate “superiori” per
ottenere ovuli con cui far nascere dieci bambine. L’obiettivo, sempre secondo il
Wall Street Journal, sarebbe stato quello di destinarle in futuro a matrimoni
strategici con uomini potenti, così da creare alleanze familiari, come avveniva
nella Cina imperiale.
L'articolo “Ha oltre 300 figli in Cina e altri 100 in California, ma potrebbero
essere molti di più. Sono tutti maschi e non ne ha mai incontrato uno: ecco il
suo piano dietro le nascite”: l’inchiesta del Wsj sul miliardario Xu Bo proviene
da Il Fatto Quotidiano.
Un Airbus A320 della compagnia statunitense JetBlue ha interrotto
improvvisamente la fase di salita per evitare una possibile collisione con un
aerocisterna dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti. L’episodio, avvenuto
venerdì 12 dicembre al largo del Venezuela, è ora oggetto di un’indagine da
parte delle autorità americane. A ricostruire l’accaduto è il Corriere della
Sera, che riporta anche le registrazioni delle comunicazioni tra piloti e
controllo del traffico aereo.
Il volo JetBlue 1112 era decollato regolarmente dall’aeroporto di Willemstad, a
Curaçao, alle 16:39 locali (le 21:39 in Italia), diretto all’aeroporto JFK di
New York. La torre di controllo non aveva segnalato traffico anomalo e l’Airbus
A320 stava salendo verso la quota di crociera. Alle 17:01 e 44 secondi, però, a
circa 33.800 piedi di quota (oltre 10.300 metri), i piloti si sono accorti di
avere sulla rotta un KC-135R, aerocisterna dell’United States Air Force
impegnata nell’operazione antidroga “Southern Spear”. Pochi secondi dopo, alle
17:02, i dati delle piattaforme di monitoraggio mostrano che il velivolo JetBlue
interrompe la salita. Nella registrazione delle comunicazioni con il controllo
del traffico aereo di Curaçao, uno dei piloti afferma: “Torre, qui volo 1112,
abbiamo quasi avuto una collisione qui sopra”. Subito dopo aggiunge: “Ci sono
passati direttamente davanti lungo la nostra rotta di volo… Non hanno il
transponder acceso, è assurdo”.
Il comandante fornisce ulteriori dettagli: “Abbiamo appena avuto traffico che ci
è passato direttamente davanti a una distanza di 5 miglia — forse 2 o 3 miglia”.
E precisa che “si trattava di un aerocisterna per il rifornimento in volo
dell’United States Air Force ed era alla nostra stessa quota”. Per evitare il
rischio, spiega, “abbiamo dovuto interrompere la salita”. Secondo il racconto
del pilota, l’aereo militare si sarebbe poi diretto verso lo spazio aereo
venezuelano. Al momento non è possibile stabilire con certezza la distanza
minima tra i due velivoli. Le piattaforme specializzate come Flightradar24 non
mostrano il KC-135R perché, come sottolineato dallo stesso equipaggio JetBlue,
il transponder del velivolo militare risultava spento, rendendolo invisibile ai
radar civili.
La compagnia americana ha confermato l’accaduto: “Abbiamo segnalato questo
incidente alle autorità federali e parteciperemo a qualsiasi indagine”, fanno
sapere da JetBlue. “I nostri piloti sono addestrati a seguire le procedure
appropriate per le diverse situazioni di volo e ringraziamo il nostro equipaggio
per aver segnalato tempestivamente questo episodio”. Anche l’Aeronautica
militare statunitense ha riconosciuto l’episodio. Un portavoce ha dichiarato di
essere “a conoscenza dell’incidente” e che la vicenda è “attualmente in fase di
esame”.
Dalle registrazioni emerge anche la reazione dei controllori del traffico aereo:
“È assurdo, aerei non identificati all’interno del nostro spazio aereo”, si
sente dire da uno di loro. Non a caso, ricorda il Corriere della Sera, un Notam
(bollettino di aeronavigabilità), identificato come A0717/25, invita a operare
con “estrema cautela” negli spazi aerei di Aruba, Bonaire e Curaçao fino al 31
dicembre 2025. Il documento segnala che “diversi piloti e radar primari indicano
la presenza di operazioni con velivoli non identificati” e chiede di riportare
qualsiasi “attività insolita in quota”.
L'articolo “È assurdo, ci siamo ritrovati davanti un aereo non identificato che
ci ha sfiorato. Non compariva sui radar”: volo diretto a New York evita la
collisione per un soffio proviene da Il Fatto Quotidiano.
Prima una camicia a righe, poi la “vera sorpresa”, nascosta dentro la torta di
compleanno: un viaggio ad Auschwitz. I particolari regali di una influencer, ma
soprattutto il modo di darli al fidanzato, hanno lasciato gli utenti di Tiktok
senza parole.
All’inizio di dicembre Radhica Isac, questo il nome dell’influencer, ha
pubblicato un video sui social in cui raccontava la sorpresa fatta al ragazzo
per il suo 30esimo compleanno. La ragazza ha così cominciato a dargli un primo
regalo, una camicia di Calvin Klein, a righe, poi ha presentato al ragazzo il
secondo regalo, nascosto dentro la torta di compleanno.
“Lo desiderava da molto tempo, anche prima che ci conoscessimo”, ha spiegato
nella clip, specificando di essere “orgogliosa di se stessa” per aver avverato
il sogno del 30enne.
Dentro la torta una semplice scritta: “Andiamo ad Auschwitz”. Un regalo che ha
lasciato di stucco, non solo il fidanzato di Radhica, ma anche gli utenti
Tiktok. “Non me l’aspettavo”, ha scritto un utente. “Trattarlo come se fosse un
viaggio a Disneyland è folle“, ha scritto un altro.
A lasciare senza parole il web non è stata tanto la natura del viaggio, dato che
Auschwitz rappresenta comunque una meta ambita da molti visitatori desiderosi di
conoscere la storia e i luoghi dell’Olocausto. Ma soprattutto il modo con cui è
stato rivelato il “regalo”, quasi come se fosse una destinazione dove andare a
divertirsi.
Il video è anche “uscito” da Tiktok, diventando virale anche su Twitter
L'articolo “Non me l’aspettavo”: influencer nasconde il regalo di compleanno in
una torta. La rivelazione divide i social – Video proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Uno svizzero di 43 anni è stato formalmente accusato di aver ucciso la 38enne,
ex finalista di Miss Svizzera, Kristina Joksimovic, tentando di farla a pezzi,
asportandole l’utero, provando a distruggerne i pezzi del corpo gettandoli in un
frullatore con un composto chimico. Il corpo della donna devastato è stato
trovato nella casa dove vivevano i due a Binningen, vicino a Basilea, il 13
febbraio 2024. Come riferisce la Bbc, la Procura di Basilea ha chiuso le
indagini a carico dell’uomo, marito della vittima, a cui i giornali assegnano il
nome fittizio di Thomas per rispetto delle leggi svizzere sulla privacy.
Gli inquirenti sono giunti alla conclusione che l’accusato avrebbe strangolato
la moglie nella casa in cui vivevano con i due bambini piccoli, poi a cominciato
a sezionare il cadavere per ore cercando di farne sparire i pezzi in un grosso
frullatore industriale a cui ha aggiunto una sorta di acido. Operazione di
occultamento del cadavere non riuscita del tutto, tanto che i medici legali sono
riusciti a rintracciare sui resti rimasti della vittima segni di trauma da corpo
contundente alla testa, graffi e lesioni e l’asportazione di tutti i capelli
probabilmente strappati con le mani.
Altro dettaglio crudo: l’uomo ha asportato alla vittima l’utero e le ha rotto
tutte le articolazioni prima di smembrarla. Thomas aveva inizialmente affermato
di aver prima trovato la moglie sulle scale di casa morta e fatta a pezzi, poi
ha sostenuto di averla strangolata per legittima difesa e averla fatta a pezzi
per paura. L’evidenza delle tracce di una pianificazione dettagliata, tra cui
gli strumenti dello smembramento – seghe, taglierini e coltelli – e la soluzione
chimica, sono risultate però eclatanti. La coppia pare fosse in crisi da tempo e
che la Joksimovic volesse divorziare.
L'articolo Strangola la moglie, le asporta l’utero e fa a pezzi il corpo, poi lo
getta in un frullatore: 43enne accusato di aver ucciso l’ex miss Svizzera
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Paura per Andy Dick. Come mostrato in un filmato pubblicato sui social da TMZ,
l’attore della saga di Zoolander è stato ritrovato privo di sensi per strada. La
causa del malessere è un’overdose da oppioidi. La star di Hollywood è stata
soccorsa da alcuni passanti che lo hanno scosso e sollevato con la forza. Le
persone hanno chiamato il 911 e hanno chiesto l’aiuto dei paramedici. Questi
ultimi hanno somministrato a Dick una dose di Narcan, un farmaco che inverte gli
effetti degli oppiacei assunti dall’attore. Dopo essersi ripreso, il 60enne ha
rifiutato di essere trasportato in ospedale. Intervistato telefonicamente da
TMZ, Andy Dick ha dichiarato di essere sollevato di stare bene, senza aggiungere
dettagli riguardo la sua situazione.
LE DIPENDENZE E I PROBLEMI CON LA LEGGE
Negli Stati Uniti Andy Dick è tanto conosciuto per la stand-up comedy quanto per
i suoi reati. L’uomo è stato più volte accusato di molestie e aggressioni. Come
confessato nel 2011 a WTF, programma condotto da Marc Maron, l’attore si è
pentito di aver esagerato con l’alcol: “Avrei più successo nel settore se non
bevessi. Non mi pento di bere, ma a volte mi pento di bere troppo e mi pento di
alcuni momenti di blackout: sono troppi per poterli contare”. Troppi momenti
complicati che hanno portato Dick ad altrettanti casi mediatici tra cui
l’arresto nel 2008 per le molestie su una minorenne e un secondo fermo per
violenze domestiche nel 2021. Nel 2017, come raccontato dal sito People,
l’attore fu cacciato dal set della commedia “Vampire dad” per comportamenti
scorretti.
> Former comedian Andy Dick has fallen from grace so completely. TMZ has a video
> of him overdosing on drugs. I hope he gets the help he needs. This is just so
> sad to see. pic.twitter.com/QOiIQxMimi
>
> — Ian Miles Cheong (@ianmiles) December 10, 2025
L'articolo L’attore Andy Dick trovato a terra in mezzo alla strada privo di
sensi: “È vivo solo grazie alla prontezza di alcuni passanti” proviene da Il
Fatto Quotidiano.
L’ex premier britannico, Boris Johnson, è diventato virale con un video che lo
riprende durante la festa di compleanno della figlia Romy. Un momento casalingo
in cui Johnson, vestito da folletto con tanto di ali, prova a ballare alcuni
passi di cha cha (senza particolare successo).
La clip è stata condivisa sui social dalla moglie Carrie: “Un applauso al mio
fantastico marito che non solo si è vestito da folletto, ma ha provato qualche
passo di ‘cha cha’”.
L'articolo Boris Johnson vestito da folletto (con tanto di ali) prova a ballare
il “cha cha”: l’esibizione alla festa di compleanno della figlia proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Paura per un paracadutista durante l’evento Big Ways at the Beach. L’evento si è
tenuto lo scorso 20 settembre all’aeroporto di Tully, in Australia, ma solo in
questi giorni l’autorità per la sicurezza dei trasporti ha rilasciato le
immagini del drammatico incidente che ha coinvolto il paracadutista. L’uomo
doveva lanciarsi da un’altitudine di oltre quattromila metri insieme con altri
16 colleghi per creare una “formazione di gruppo”. Al primo lancio, però, la
maniglia del paracadute di riserva si è agganciata a una parte dell’areo,
causando l’apertura improvvisa del paracadute che ha trascinato l’uomo
violentemente fuori dall’aereo. Il paracadute si è quindi agganciato alla coda
dell’aereo: l’esperto è così rimasto impigliato ma, mantenendo la calma, è
riuscito a liberarsi usando un coltellino. Il paracadutista ha infatti tagliato
le corde del paracadute di riserva e poi ha usato il principale per lanciarsi in
caduta libera, riuscendo ad atterrare in sicurezza e riportando solo ferite
lievi.
L'articolo Il paracadute di riserva resta impigliato alla coda dell’aereo: paura
per un paracadutista salvo per un soffio – Video proviene da Il Fatto
Quotidiano.