Alpine A390 GT, la prova de Il Fatto.it – Tre motori elettrici e tanta precisione su strada – FOTO

Il Fatto Quotidiano - Thursday, December 4, 2025
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Partenza da Marbella, luce piena sul Mediterraneo, l’aria che sa di pini, sale e bouganville. Non è il territorio naturale di una “berlina” elettrica da famiglia: è piuttosto il teatro ideale per capire se la nuova A390 GT mantiene la promessa del claim ufficiale, “racing car in a suit”. Perché qui, tra saliscendi veloci e rampe verso l’interno, o hai un telaio vero, o la massa da oltre due tonnellate ti presenta il conto subito.

La scena, va detto, è quella giusta. Dal vivo la A390 è proporzionata: lunga 4,62 metri ma raccolta, con lunotto bombato e coda pulita che la avvicinano più a una coupé rialzata che a un SUV. Le firme luminose a triangoli – la “Cosmic Dust” davanti, i frammenti che incorniciano il logo nel posteriore – aggiungono un tocco teatrale senza eccessi. È un’eleganza tecnica: la lama del cofano che incanala l’aria, i “flap” davanti alle ruote posteriori, il diffusore a 8° ispirato ai prototipi LMDh del Mondiale Endurance non sono orpelli, servono a farla scorrere meglio.

Aperta la portiera, il cocoon blu di Alpine restituisce subito un’idea chiara: spazio e cura. Davanti si viaggia comodi, con una posizione di guida naturale, “giusta” al primo colpo, merito di sedili ben sagomati e di regolazioni intuitive. I rivestimenti in Alcantara e pelle, la plancia morbida al tatto e l’illuminazione d’ambiente dicono che qui non si è voluto fare l’ennesimo abitacolo tech senz’anima: è un ambiente sportivo, ma caldo.

Il volante in Nappa blu, leggero e diretto, è il centro di gravità dell’esperienza. Ospita il selettore delle modalità di guida, ben posizionato, e soprattutto due comandi chiave: il manettino blu RCH per la frenata rigenerativa e la leva rossa OV, l’Overtake, che regala una spinta extra fino a 10”. Non è un videogioco: è un boost che però non si attiva se si viaggia in modalità Save, né se lo si preme con il regolatore di velocità inserito senza toccare l’acceleratore.

Dietro, un vero divano per due adulti e un terzo posto di fortuna: non è un salotto, ma lo spazio per le gambe c’è, l’accesso è comodo grazie alle cinque porte e il bagagliaio da 532 litri mette in bacheca un argomento forte per chi cerca l’auto unica di famiglia.

Capitolo infotainment. La doppia schermata da 12,3” (strumentazione) e 12” verticali (infotainment) lavora bene. Il passaggio tra le “maschere” del sistema è rapido, senza quei tempi morti che spesso rovinano le elettriche più cariche di software che di sostanza. Le voci di menu sono chiare, la grafica coerente con il mondo Alpine e Google Maps con Route Planner EV fa il suo dovere nel gestire tappe e ricariche.

Sotto il vestito sport fastback, la A390 GT che abbiamo guidato può contare su tre motori elettrici – uno anteriore a rotore avvolto, due posteriori sincroni a magneti permanenti – per un totale di 400 cavalli e 661 Nm, con trazione integrale e ripartizione attiva della coppia. Lo 0-100 km/h in 4,8 secondi e i 200 km/h di velocità massima raccontano la parte numerica. Il resto lo fa la batteria da 89 kWh utili, che promette un’autonomia fino a 557 km secondo il ciclo WLTP.

Qui entra in gioco anche il lavoro con Michelin: la A390 monta pneumatici sviluppati ad hoc e marcati A39, dai Pilot Sport EV da 20” pensati per bilanciare grip e autonomia ai Pilot Sport 4S da 21” più sportivi, fino ai CrossClimate 3 Sport, All Season, per chi non vuole rinunciare alla A390 nemmeno d’inverno. La coerenza tra sospensioni, gomme e taratura elettronica si sente, soprattutto quando si aumenta il ritmo.

Nel nostro anello tra autostrade, strade a scorrimento veloce e tratti in salita più impegnativi intorno a Marbella, i consumi indicati dal computer di bordo sembrano allineati a quanto dichiarato dalla casa, con valori che restano ragionevoli anche quando si alza il ritmo. Merito di un sistema che non insegue solo la potenza di picco, ma lavora sulla capacità di mantenerla e di gestire con intelligenza la ricarica.

Ma è quando l’asfalto si arriccia che l’A390 GT mostra il lato vero. Nonostante la stazza, le sospensioni con ammortizzatori idraulici tengono bene il peso: sono rigide il giusto, filtrano le sconnessioni senza secchezza e, soprattutto, permettono inserimenti in curva allegri. Sempre ricordandosi che, al netto del vestito affilato, siamo davanti a una “quasi SUV” cinque posti, non a una A110 con il portellone.

Lo sterzo è uno dei punti forti: leggero nelle manovre, diventa consistente quando serve, restando sempre diretto e leggibile. La differenza tra le varie modalità di guida è percepibile: in Normal la A390 è rilassata, con un’erogazione piena ma progressiva; in Sport la risposta del pedale si fa più viva, la rigenerazione più presente, l’Active Torque Vectoring lavora per chiudere le traiettorie con naturalezza. In modalità Track, che abbiamo solo sfiorato, l’auto si tende e lascia più spazio al pilota, con controlli meno invasivi.

Il lavoro dei freni è convincente: il passaggio tra frenata rigenerativa e impianto tradizionale (davanti dischi da 365 mm con pinze a 6 pistoncini) è ben mascherato, il pedale si dosa con facilità anche in discesa, quando la massa si sente. Il manettino RCH consente di scegliere il livello di rigenerazione: dai settaggi più leggeri, vicini al “freno motore” di un’auto termica, fino alla vera One Pedal che in città diventa quasi naturale.

Nelle code e nei tratti di traffico che non mancano mai attorno alla Costa del Sol, il sistema di guida assistita è un alleato prezioso. Il regolatore di velocità adattivo funziona bene, con accelerazioni e rallentamenti fluidi, e il pacchetto ADAS è ricco: monitoraggio dell’attenzione, frenata automatica anche in retromarcia, sistemi di mantenimento e centraggio di corsia, fino al tasto My Safety che permette di richiamare con un gesto le impostazioni preferite di assistenza e allarmi.

In autostrada la A390 scorre silenziosa, complice anche il buon lavoro di insonorizzazione e l’impianto audio Devialet che può passare dalla discrezione al coinvolgimento pieno. Chi vuole può aggiungere alla colonna sonora i due toni Alpine Drive Sound, più corposi o più morbidi a seconda del gusto; chi non li ama, li spegne e si gode solo il fruscio dell’aria e l’odore di macchia mediterranea che entra quando si socchiude il finestrino.

Nel sole andaluso, tra mare e colline, la nuova Alpine A390 GT (prezzi ancora da definire, prime consegne dal 2026) si presenta per quello che è: la parte razionale del Dream Garage, ma con un carattere che resta profondamente Alpine. Spaziosa, ben rifinita, tecnologica quanto basta, è anche – e soprattutto – un’elettrica che non rinuncia alle sensazioni. Come scriveva Antonio Machado, “caminante, no hay camino, se hace camino al andar”: qui il cammino è quello dell’elettrico sportivo europeo, e A390 lo traccia modo suo, con tre motori, una batteria pensata per correre, gomme sviluppate in esclusiva e un telaio che, nonostante i centimetri e i chili, chiede ancora curve prima che chilometri.

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