
Honduras in stallo istituzionale e senza presidente: lo schema da guerra fredda degli Usa che ha avvelenato il clima politico
Il Fatto Quotidiano - Tuesday, December 9, 2025I seggi in Honduras si sono chiusi una settimana fa. Ma il Paese non conosce ancora il successore della presidente uscente, la socialista Xiomara Castro, non gradita all’amministrazione Usa. L’elezione si è svolta sotto lo sguardo vigile di Donald Trump, che ha monitorato da vicino l’andamento del voto ed è intervenuto a più riprese per influenzare il voto degli honduregni. “La democrazia è in gioco”, aveva scritto su Truth tre giorni prima del voto, ponendo gli elettori davanti a un bivio: “Maduro e i suoi narcoterroristi prenderanno il controllo? Chi difende la democrazia e la lotta contro Maduro è Tito Asfura“. Schema da guerra fredda: non più candidati, ma scelte geopolitiche da compiere. Per far contenta Washington – che ha messo sul piatto gli investimenti nel Paese – occorreva votare Asfura mentre gli altri due candidati – la socialista Rixi Moncada (nella foto) e il liberale Castro – erano sinonimo di “narcoterrorismo”. Salvador Nasralla, candidato del Partito Liberale, ha reagito con scaltrezza dicendo che, una volta eletto presidente, avrebbe rotto con il Venezuela, mentre Moncada è rimasta fedele alla sua mentore Castro, restando fuori dai giochi. Lo zampino degli Stati Uniti non ha fatto che peggiorare un clima politico già teso tra i candidati in corsa, sboccato in uno stallo istituzionale senza precedenti: il conteggio è fermo da venerdì, con l’88% dei verbali registrati: Asfura è in testa con il 40,19% dei voti, seguito da Nasralla col 39,49% e infine Moncada con il 19,30% (543.675). “Problemi tecnici”, giustifica il Consiglio nazionale elettorale. E non basta riprendere il conteggio. Quasi un quarto dei verbali di scrutinio, 2.407 unità, risente di “errori e inconsistenze” e sarà d’obbligo aprire le urne, contando voto per voto.
Dietro le quinte – Più che i “problemi tecnici” e strutturali – pesa anche il sistema di voto first-past-the-post, a turno unico – preoccupano le tensioni politiche, con il vicino statunitense sempre pronto ad agitare le acque. Ne è un esempio l’indulto all’ex presidente (2014-2022) Juan Orlando Hernández, dello stesso partito di Asfura, arrestato a Tegucigalpa nel 2022 e condannato negli Usa per i suoi link con il narcotraffico e in particolare con Joaquín “El Chapo Guzman”. “È stata una trappola dell’amministrazione Biden” e “una cospirazione dell’estrema sinistra”, aveva detto Trump, contravvenendo la presunta linea dura anti-narcos degli ultimi mesi pur di favorire e legittimare i conservatori, che hanno promesso il pieno allineamento di Tegucigalpa con gli Stati Uniti. Ma non è tutto qui. Secondo Infobae Washington ha anche influenzato l’esercito honduregno telefonando direttamente il generale Roosevelt Hernández ed esortandolo a “garantire il voto” e “non rompere file”. Ergo: Hernández doveva far saltare il piano della presidente Castro, che avrebbe “predisposto l’apparato logistico dello Stato” per favorire il delfino Moncada, “dichiarando anche lo stato d’eccezione in Honduras”.
Ingerenze post-voto. Lo scenario – Altro atto di ingerenza si è verificato domenica 30 novembre, a urne chiuse, al primo stop nel conteggio dei voti, con meno della metà dei verbali registrati. Squilla di nuovo il telefono a Tegucigalpa. Chiamano da Washington. “Perché il conteggio non va avanti?”. Questa volta colpa è del Consiglio nazionale elettorale, che non è un organo super partes, ma conta un membro per ogni candidato. A fermare il conteggio era stata la Ana Paola Hall, della fazione di Nasralla, cercando di favorire il suo candidato, che secondo lei aveva vinto le elezioni, e denunciando “inconsistenze e gravi errori in almeno 5mila verbali”. Arriva così un altro post avvelenato di Trump: “Cercano di alterare i risultati”. E poi: “Se lo fanno sarà uno scandalo”. Il conteggio riprende con intermittenza e si è fermato venerdì. Qualche ora fa il Consiglio nazionale elettorale ha assicurato la ripresa del conteggio – su pressioni Usa –, ma Moncada afferma che non riconoscerà i risultati, condizionati dall’”ingerenza e dalla coazione di Trump” e convoca il Paese nelle strade per il prossimo 13 dicembre.
L'articolo Honduras in stallo istituzionale e senza presidente: lo schema da guerra fredda degli Usa che ha avvelenato il clima politico proviene da Il Fatto Quotidiano.