
Super influenza e variante K, pressione sui sistemi sanitari e aumento dei casi. Allarme in UK: “Sfida mai vista dalla pandemia”
Il Fatto Quotidiano - Friday, December 12, 2025La stagione influenzale in corso sta mostrando segnali di intensificazione in più aree del mondo, con effetti significativi sui sistemi sanitari. Nel Regno Unito l’aumento dei contagi legati alla cosiddetta “super influenza” sta generando particolare allarme. Il ministro della Salute britannico, Wes Streeting, ha definito l’attuale scenario “una sfida mai vista dalla pandemia” di Covid-19 per l’Nhs, sottolineando come i ricoveri giornalieri abbiano superato quota 2.600, con un’incidenza elevata soprattutto tra bambini e adolescenti.
Streeting ha inoltre collegato le criticità degli ospedali al nuovo sciopero dei resident doctors, già noti come junior doctors, ritenendo la protesta – la quattordicesima in tre anni – un potenziale aggravio per una situazione definita “precaria”. I medici entreranno nuovamente in agitazione dal 17 dicembre per cinque giorni, contestando le condizioni salariali nonostante gli aumenti concessi dal governo nei mesi scorsi. Una posizione più prudente arriva però dai vertici dell’Nhs di Londra. Chris Streather, Medical Director per la capitale, ha ridimensionato i timori, affermando che l’ondata influenzale rimane “ben entro i limiti” della capacità di risposta del sistema sanitario, oggi “meglio preparato” rispetto al periodo pandemico.
La situazione in Italia e la variante K
Parallelamente, in Italia la curva delle infezioni respiratorie acute continua a salire. Secondo i dati RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, nella settimana 1–7 dicembre sono stati registrati 695mila nuovi casi, circa 100mila in più rispetto alla precedente rilevazione, per un totale di circa 4 milioni dall’avvio della sorveglianza. L’incidenza ha raggiunto 12,4 casi per 1.000 abitanti, con un impatto significativamente più elevato nei bambini sotto i quattro anni (38 per 1.000). Le regioni più colpite risultano Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Sardegna.
Aumenta anche la circolazione dei virus influenzali, responsabili di circa un quarto delle sindromi respiratorie. Predomina il ceppo A/H3N2, compresa una nuova variante – definita K – già osservata nell’emisfero Sud, dove ha prolungato la stagione influenzale di circa un mese. Un’analisi pubblicata su Eurosurveillance avverte che, data la diffusione rapida del virus K in Australia e Nuova Zelanda, è probabile un’ulteriore espansione nella stagione invernale dell’emisfero Nord, con possibili pressioni sui sistemi sanitari.
Gli scienziati e l’importanza della vaccinazione
Gli esperti italiani invitano tuttavia alla cautela nelle interpretazioni. Gianni Rezza, professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele, ricorda che la variante K è una normale mutazione stagionale, senza indicazioni di maggiore aggressività. Tuttavia, osserva che la scarsa circolazione recente di A/H3N2 potrebbe rendere una quota ampia della popolazione – in particolare i bambini – più suscettibile all’infezione, con un possibile incremento dei contagi e dei ricoveri. Da qui l’appello a vaccinarsi “al più presto”.
Anche Massimo Ciccozzi, epidemiologo, sottolinea che l’aumento dell’11% delle sindromi respiratorie rilevato nell’ultima settimana rientra nella norma stagionale. Conferma che il virus A/H3N2 è molto più diffuso dell’H1N1 e precisa che la variante K è presente anche in altri Paesi europei, pur non essendo oggetto di specifica ricerca in Italia. Ciccozzi esclude parallelismi diretti con il Regno Unito, richiamando differenze climatiche e nelle misure di prevenzione, e ribadisce l’importanza della vaccinazione, “soprattutto per anziani e persone fragili”.
Sul possibile picco interviene infine Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit e membro del Consiglio superiore di sanità, secondo cui i 4 milioni di casi registrati suggeriscono una “grande ascesa” e un picco probabile entro i primi quindici giorni di gennaio, con una stima complessiva di oltre 16 milioni di italiani colpiti nella stagione. Anche in questo caso, la raccomandazione centrale resta la vaccinazione tempestiva, inclusi i giorni delle festività natalizie.
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