La stagione influenzale in corso sta mostrando segnali di intensificazione in
più aree del mondo, con effetti significativi sui sistemi sanitari. Nel Regno
Unito l’aumento dei contagi legati alla cosiddetta “super influenza” sta
generando particolare allarme. Il ministro della Salute britannico, Wes
Streeting, ha definito l’attuale scenario “una sfida mai vista dalla pandemia”
di Covid-19 per l’Nhs, sottolineando come i ricoveri giornalieri abbiano
superato quota 2.600, con un’incidenza elevata soprattutto tra bambini e
adolescenti.
Streeting ha inoltre collegato le criticità degli ospedali al nuovo sciopero dei
resident doctors, già noti come junior doctors, ritenendo la protesta – la
quattordicesima in tre anni – un potenziale aggravio per una situazione definita
“precaria”. I medici entreranno nuovamente in agitazione dal 17 dicembre per
cinque giorni, contestando le condizioni salariali nonostante gli aumenti
concessi dal governo nei mesi scorsi. Una posizione più prudente arriva però dai
vertici dell’Nhs di Londra. Chris Streather, Medical Director per la capitale,
ha ridimensionato i timori, affermando che l’ondata influenzale rimane “ben
entro i limiti” della capacità di risposta del sistema sanitario, oggi “meglio
preparato” rispetto al periodo pandemico.
LA SITUAZIONE IN ITALIA E LA VARIANTE K
Parallelamente, in Italia la curva delle infezioni respiratorie acute continua a
salire. Secondo i dati RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, nella
settimana 1–7 dicembre sono stati registrati 695mila nuovi casi, circa 100mila
in più rispetto alla precedente rilevazione, per un totale di circa 4 milioni
dall’avvio della sorveglianza. L’incidenza ha raggiunto 12,4 casi per 1.000
abitanti, con un impatto significativamente più elevato nei bambini sotto i
quattro anni (38 per 1.000). Le regioni più colpite risultano Lombardia,
Piemonte, Emilia-Romagna e Sardegna.
Aumenta anche la circolazione dei virus influenzali, responsabili di circa un
quarto delle sindromi respiratorie. Predomina il ceppo A/H3N2, compresa una
nuova variante – definita K – già osservata nell’emisfero Sud, dove ha
prolungato la stagione influenzale di circa un mese. Un’analisi pubblicata su
Eurosurveillance avverte che, data la diffusione rapida del virus K in Australia
e Nuova Zelanda, è probabile un’ulteriore espansione nella stagione invernale
dell’emisfero Nord, con possibili pressioni sui sistemi sanitari.
GLI SCIENZIATI E L’IMPORTANZA DELLA VACCINAZIONE
Gli esperti italiani invitano tuttavia alla cautela nelle interpretazioni.
Gianni Rezza, professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele,
ricorda che la variante K è una normale mutazione stagionale, senza indicazioni
di maggiore aggressività. Tuttavia, osserva che la scarsa circolazione recente
di A/H3N2 potrebbe rendere una quota ampia della popolazione – in particolare i
bambini – più suscettibile all’infezione, con un possibile incremento dei
contagi e dei ricoveri. Da qui l’appello a vaccinarsi “al più presto”.
Anche Massimo Ciccozzi, epidemiologo, sottolinea che l’aumento dell’11% delle
sindromi respiratorie rilevato nell’ultima settimana rientra nella norma
stagionale. Conferma che il virus A/H3N2 è molto più diffuso dell’H1N1 e precisa
che la variante K è presente anche in altri Paesi europei, pur non essendo
oggetto di specifica ricerca in Italia. Ciccozzi esclude parallelismi diretti
con il Regno Unito, richiamando differenze climatiche e nelle misure di
prevenzione, e ribadisce l’importanza della vaccinazione, “soprattutto per
anziani e persone fragili”.
Sul possibile picco interviene infine Massimo Andreoni, direttore scientifico
Simit e membro del Consiglio superiore di sanità, secondo cui i 4 milioni di
casi registrati suggeriscono una “grande ascesa” e un picco probabile entro i
primi quindici giorni di gennaio, con una stima complessiva di oltre 16 milioni
di italiani colpiti nella stagione. Anche in questo caso, la raccomandazione
centrale resta la vaccinazione tempestiva, inclusi i giorni delle festività
natalizie.
L'articolo Super influenza e variante K, pressione sui sistemi sanitari e
aumento dei casi. Allarme in UK: “Sfida mai vista dalla pandemia” proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Tag - Vaccino Antinfluenzale
Il picco dell’influenza quest’anno potrebbe arrivare in anticipo rispetto a
quanto previsto inizialmente, in linea con quanto già avvenuto in Oriente, in
special modo in Giappone. Se di solito l’apice dei contagi si registra a cavallo
tra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo, gli ultimi segnali
epidemiologici raccolti dagli esperti fanno pensare che il culmine possa essere
raggiunto proprio nella settimana delle feste natalizie. “Un motivo buono in più
per vaccinarsi”, spiega a ilfattoquotidiano.it Enrico Di Rosa, Presidente della
Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI). La
speranza del presidente è che i primi dati sull’andamento della campagna
vaccinale possano essere confermati nelle prossime settimane, se non addirittura
migliorati: “Sembra stia procedendo bene – spiega – soprattutto in alcune
Regioni, come Veneto e Lombardia”. Rispetto al passato, quest’anno le
somministrazioni sono cominciate prima (in Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia,
Toscana e Veneto, fin dal primo ottobre) e questo sta avendo un buon impatto
sulla campagna. “In generale possiamo dire che, rispetto all’anno scorso, sembra
esserci una partecipazione maggiore da parte dei cittadini”, commenta Di Rosa.
I primi ad aver ricevuto l’inoculazione sono stati i soggetti più fragili: le
donne in gravidanza, i bambini e i ragazzi tra i 6 mesi e i 17 anni (anche
grazie alla somministrazione con spray nasale), gli over 60 e tutti quei
lavoratori per i quali il vaccino è consigliato. “L’obiettivo è migliorare la
copertura rispetto al passato – spiega Di Rosa -. La vaccinazione è il modo più
efficace per prevenire l’influenza e le sue complicanze, nonché per proteggere
le persone più fragili, gli anziani e chi convive con patologie croniche.
Estendere la copertura vaccinale è un’azione chiave per rafforzare la protezione
dei soggetti più a rischio, diminuire gli eventi clinici gravi e i ricoveri. E,
di conseguenza, alleviare l’onere in termini di risorse e costi per i servizi
sanitari”. Soprattutto in vista delle festività, durante le quali gli studi dei
medici di famiglia sono chiusi e le ferie del personale ospedaliero possono
mettere ulteriormente sotto pressione i pronto soccorso, già in crisi per la
mancanza di organico e di filtro sul territorio.
I dati della scorsa stagione vaccinale (2024-25) sono piuttosto deludenti. Il
trend di diminuzione tra gli over 65, registrato a partire dal 2020, non è stato
invertito: la copertura si è fermata al 52,5% (-2% rispetto all’anno
precedente), mentre l’obiettivo è del 75%. Calo non compensato dal leggero
aumento (appena lo 0,7%) registrato nella popolazione generale, la cui copertura
si è fermata al 19,6%. Oltretutto, spiega il presidente della SItI, non c’è
omogeneità territoriale: alcune Regioni, come la Campania e la Provincia
autonoma di Trento, hanno migliorato nettamente la performance, mentre altre
hanno registrato cali sensibili. Soprattutto al Sud, dove storicamente le
campagne hanno meno successo.
Nel corso degli anni si sono consolidate delle best practices, per favorire la
vaccinazione. Un esempio di successo è la strategia di chiamata attiva degli
anziani, che ha consentito al Veneto di raggiungere le coperture più elevate in
questa fascia di popolazione. O la vaccinazione in farmacia, che in Lombardia e
Liguria ha dimostrato di essere efficace. “La differenza in ogni caso la
dobbiamo fare da ora a fine gennaio, lavorando per cercare di convincere chi ha
ancora dubbi – prosegue Di Rosa -. Prima ci si vaccina, meglio è, anche perché
ci vogliono un paio di settimane per ottenere una protezione piena. Ma è
importante far passare il messaggio che si è ancora in tempo per farlo.
Auspicabilmente entro la fine dell’anno, ma anche dopo”.
Anche quest’anno, inoltre, è prevista su richiesta la co-somministrazione del
vaccino antinfluenzale con quello contro il Sars-Cov-2. “Il numero di vaccinati
contro il Covid è molto basso, in linea con quanto successo lo scorso anno –
commenta Di Rosa -. Qui dovremmo fare un grosso sforzo di comunicazione,
concentrandoci su chi ne ha maggior bisogno. Ovvero gli anziani over 75 e tutte
le persone che hanno concomitanti condizioni di patologia, non solo
respiratoria”. I motivi di questa scarsa adesione sono diversi per Di Rosa: “Un
po’ influisce la voglia di superare e dimenticare il Covid come problema
sanitario, comprensibile sotto tanti aspetti, ma che comunque è un errore. Poi
c’è il fatto che questo vaccino è ancora disponibile esclusivamente in fiale
multidose, a differenza di quello antinfluenzale che è monodose. Il che fa sì
che il suo utilizzo sia obiettivamente più problematico dal punto di vista
organizzativo”. In ogni caso, conclude Di Rosa, non ci deve essere allarmismo:
“Il Covid non è certo quello che era all’inizio dell’emergenza – spiega -. Ha
delle caratteristiche di virulenza e patogenesi certamente differenti ed è meno
impattante. Ma nonostante questo il vaccino resta ancora una protezione
fondamentale per i soggetti a rischio”.
L'articolo Picco dell’influenza in anticipo? “Un motivo in più per vaccinarsi”.
E i dati della campagna sono in crescita proviene da Il Fatto Quotidiano.
Dopo il record di casi in Australia, ecco che l’influenza si affaccia preponte
in Europa. I casi di influenza rilevati stanno aumentando insolitamente presto
nei Paesi dell’Unione europea/Spazio economico europeo (Ue/See), con un anticipo
di 3 o 4 settimane rispetto alle 2 stagioni più recenti” l’alert lanciato
dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie,
che in una valutazione del rischio spiega come “un ceppo influenzale di recente
comparsa, il sottoclade K dell’influenza A(H3N2), sta guidando la circolazione”.
L’appello dell’agenzia è a “vaccinarsi senza indugio”.
“L’Europa potrebbe trovarsi ad affrontare una stagione influenzale più grave
rispetto al passato, soprattutto in caso di una bassa copertura vaccinale.
Sebbene permanga incertezza riguardo all’impatto sulla salute pubblica della
prossima stagione influenzale”, precisa l’agenzia, l’Ecdc si sta preparando allo
“scenario” più pesante e insiste sulla necessità di vaccinarsi perché “un numero
di infezioni superiore al normale aumenterebbe ulteriormente la pressione sui
sistemi sanitari“.
Secondo i dati forniti dalla Regione Lombardia, i dati sono buoni per il
territorio lombardo. La percentuale di tamponi positivi eseguiti dai medici di
medicina generale e dai pediatri di libera scelta è pari al 12,2%, contro lo
0,9% della stessa settimana del 2024. Anche nei Pronto Soccorso la quota di
riscontri positivi risulta dell’11%, rispetto al 2% dell’anno precedente.
L’incremento è in linea con quanto sta accadendo in altri Paesi ed è
riconducibile appunto una possibile anticipazione della stagione influenzale.
“L’anticipo dei virus influenzali, così come l’ulteriore abbassamento della
temperatura previsto per i prossimi giorni non deve preoccupare, ma ci invita ad
agire per tempo – commenta l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso -:
vaccinarsi significa proteggere se stessi e le persone più fragili. Noi
continuiamo a monitorare costantemente l’andamento stagionale”.
La campagna vaccinale “prosegue con buoni risultati – aggiunge Bertolaso – e con
un grande impegno di tutta la rete sanitaria territoriale”. Al 19 novembre, sono
state somministrate 1.830.861 dosi, circa 80.000 in più rispetto allo stesso
periodo del 2024. Due terzi sono state effettuate dai medici e pediatri, il 20%
dalle farmacie e il restante da centri vaccinali, ospedali e Rsa.
La vaccinazione antinfluenzale, ricorda la Regione Lombardia, è raccomandata in
particolare agli over 60, ai bambini e ragazzi fino a 18 anni, alle donne in
gravidanza, ai pazienti fragili e agli operatori sanitari. In Lombardia la
vaccinazione è gratuita per tutti. Per prenotare è possibile rivolgersi al
proprio Medico di Medicina Generale o Pediatra di Libera Scelta, oppure fissare
un appuntamento tramite farmacia o sul portale regionale Prenota Salute. Per i
bambini e ragazzi da 2 a 17 anni è disponibile anche il vaccino in spray nasale,
come negli anni precedenti.
L'articolo Insolito aumento precoce dei casi di influenza, l’alert dell’Edcd:
“Vaccinarsi senza indugio” proviene da Il Fatto Quotidiano.