Cannabis light contaminata, il governo lancia l’allarme. Ma boccia i controlli e favorisce la repressione contro la filiera

Il Fatto Quotidiano - Tuesday, December 16, 2025

Dopo la morte di un ragazzo a Milano, il governo lancia l’allarme della cannabis light contaminata con il pericoloso cannabinoide chimico Mdmb-pinaca. Eppure, invece di stabilire regole e controlli sul prodotto, si procede con sequestri, arresti e denunce a danno degli imprenditori. “In Europa sono già stati segnalati casi di intossicazione grave e letale e, di recente, un decesso per suicidio avvenuto in Italia è stato collegato al consumo di prodotti contenenti questa sostanza”, ha ammonito il Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe. “L’Mdmb-pinaca può essere presente in infiorescenze, resine o prodotti venduti come cannabis ‘light’ e non è possibile riconoscerne la presenza a vista”, l’avvertimento conclusivo del dipartimento Antidroga di palazzo Chigi.

Repressione al posto dei controlli: l’emendamento per regolamentare il settore bocciato da FdI

Sostanze sintetiche, preparate in laboratorio, ce ne sono a centinaia nel mercato nero, per imitare gli effetti del Thc amplificandoli oltre ogni misura. Servono anche ad “irrorare” la canapa legale donandole effetti psicotropi: reperirli online con un motore di ricerca non è difficile. Ma il governo Meloni ha già scelto la soluzione: chiudere tutti i cannabis shop, bollando come droga (grazie al decreto Sicurezza) anche la cannabis light naturale, certificata, priva di effetti psicotropi. Eppure, la via alternativa Fratelli d’Italia ce l’ha in casa: regolamentare il settore imponendo analisi di laboratorio prima della vendita nei negozi. È la proposta del senatore meloniano Matteo Gelmettto, contenuta in un emendamento alla Manovra, subito bocciato dal suo partito. Perché la repressione è il sentiero già imboccato: la settimana scorsa, in pochi giorni dopo il drammatico suicidio del ragazzo, le associazioni delle imprese hanno contato 60 sequestri, con arresti e denunce per detenzione di stupefacenti. Nei mesi precedenti invece erano finiti nel mirino i coltivatori della canapa. Le forze dell’ordine, in diversi casi, agiscono senza neppure verificare la soglia del Thc: l’unico indicatore di un concreto effetto stupefacente.

Gli imprenditori avvisano il governo già nel 2023

Eppure, gli imprenditori già due anni fa avevano lanciato l’allarme sui rischi della canapa contaminata con sostanze chimiche, invocando controlli lungo la filiera. Era il 2023, quando apparvero i primi casi della pianta adulterata con il cannabinoide chimico Hhc, realizzato in laboratorio. Al tempo era una molecola legale. “Altamente stupefacente, ma presente nella pianta in quantità così piccole, che servirebbero tonnellate di canapa per estrarne dosi apprezzabili”, dice a ilfattoquotidiano.it Raffaele Desiante, dell’associazione Imprenditori canapa Italia (IcI). Molto più economico e vantaggioso, per i criminali, produrre Hhc in laboratorio e “spruzzarlo” alla bisogna sulla canapa legale. Il 25 maggio 2023, sui rischi della cannabis light contaminata, Ici presentò una nota ai centri Nas di Milano, Roma e Napoli. Ma anche ai ministeri degli Interni e della Salute. Fu gentilmente ringraziato via mail, perché il problema era già noto alle autorità. Il 13 luglio 2023 l’Hhc e i suoi derivati chimici furono dichiarati illegali e inseriti nella tabella degli stupefacenti. Ma da allora centinaia di cannabinoidi sintetici sono fioriti nel mercato nero e acquistarli è tutt’altro che ostico.

Le aziende chiedono i controlli e sostengono l’emendamento FdI

La legge tuttavia non impone controlli sulle sostanze chimiche, per la cannabis light in vendita: basta certificarne la genetica e il livello di thc, senza ulteriori verifiche. Del resto è logico: il governo – unico in Europa – ha messo fuori legge il fiore della canapa legale. Dunque che senso avrebbe regolamentare un settore illecito? Il risultato è che gran parte dei negozi resta aperto, resistendo a sequestri e denunce, in attesa che la Corte Costituzionale o la Corte di Giustizia europea spazzi via il decreto Sicurezza. Intanto, nei negozi giungono lotti di cannabis light privi di controlli obbligatori sugli agenti chimici. Sono gli imprenditori, in certi casi, a garantire l’assenza di sostanze sintetiche con analisi di laboratorio ad hoc. L’associazione Canapa sativa Italia ha diffuso un vademecum sul suo sito, dopo l’allarme duramato dal governo. Al primo punto, più controlli sul prodotto per rassicurare i clienti. “Rafforziamo le indicazioni operative su tracciabilità e controlli: documentazione di lotto, analisi riferite al lotto, fatture/DDT, registri di carico/scarico, verifica fornitori”, scrive l’associazione delle imprese.

La filosofia degli imprenditori è avere tutte le carte in regola, da mostrare agli agenti in caso di sequestri e denunce. Dunque i controlli sulla cannabis light sono un atto di difesa dalla repressione del governo, non un obbligo di legge per la tutela della salute pubblica. Eppure, di verifiche ce ne sarebbe bisogno. “Noi le chiediamo almeno dal 2019”, dice Desiante, “per questo sosteniamo la proposta del meloniano Gelmetto, bocciata dai suoi stessi colleghi di FdI”. Cosa diceva l’emendamento promossa dagli imprenditori? Cannabis light classificata come “prodotto da inalazione”: prima di arrivare sugli scaffali dei negozi, ogni lotto dovrebbe ottenere il “bollino” dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Così si eviterebbe il rischio di vendere al consumatore prodotti contaminati. Nessun dubbio che i cannabinoidi sintetici siano una minaccia, letale in certi casi.

Oltre 200 i cannabinoidi sintetici

“Dal 2017 a oggi, il sistema di allerta europeo ha identificato oltre 200 varianti di cannabinoidi sintetici, spesso venduti come ‘erbe naturali’ o ‘cannabis legale’”, dice a ilfattoquotidiano.it il dottor Carlo Privitera, specializzato nella cannabis terapeutica. Gli effetti possono essere devastanti, come nel caso della molecola Mdmb-Pinaca: “si lega ai recettori CB1 e CB2 del cervello come il Thc – dice Privitera – ma con un’intensità molto più elevata, con effetti psicoattivi imprevedibili e non modulati: ansia, psicosi, convulsioni e, nei casi più gravi, intossicazioni fatali”. Difficile dire dove vengano prodotti i cannabinoidi sintetici. Ma gli effetti possono essere devastanti.

L'articolo Cannabis light contaminata, il governo lancia l’allarme. Ma boccia i controlli e favorisce la repressione contro la filiera proviene da Il Fatto Quotidiano.