Non era febbre di Marburg. Si è concluso con esito rassicurante il caso del
paziente ricoverato all’Ospedale Cardinal Massaia di Asti per un sospetto di
febbre emorragica. Il secondo campione ematico inviato nelle prime ore di sabato
mattina all’Istituto Spallanzani di Roma ha confermato il risultato negativo già
emerso dal primo test, escludendo così la presenza dell’infezione.
L’uomo, 81 anni, si era presentato giovedì al Pronto soccorso con sintomi
compatibili con la malattia, dopo un recente viaggio in Etiopia, in un’area in
cui sono segnalati focolai di febbre emorragica. In via precauzionale era stato
immediatamente avviato il protocollo di sicurezza: isolamento del paziente,
attivazione del SISP, del DIRMEI regionale e della rete nazionale con lo
Spallanzani. Ricoverato nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale
astigiano, l’anziano è rimasto sotto osservazione fino al completamento degli
accertamenti. Ora le sue condizioni sono stabili e, con la conferma della
negatività ai test, verrà dimesso nelle prossime ore.
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paziente ricoverato proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Un anziano di 81 anni, residente in provincia di Asti, è ricoverato da questa
mattina all’ospedale Cardinal Massaia per sospetto caso di febbre emorragica di
Marburg. Il paziente si trova nel reparto di Malattie infettive, dove è
monitorato. I prelievi ematologici sono già stati inviati all’ospedale
Spallanzani di Roma per la verifica. L’81enne si era presentato al pronto
soccorso dell’ospedale di Asti con febbre e sintomi gastrointestinali dopo un
viaggio in Etiopia, dove ha visitato un’area in cui sono stati segnalati focolai
di febbre emorragica.
Il paziente era ed è rimasto stabile dal punto di vista clinico, ma considerato
l’itinerario del viaggio e i sintomi presentati, a tutela della sua incolumità e
a scopo di prevenzione, la direzione medica di presidio ha immediatamente
attivato tutte le misure precauzionali e di isolamento, evitando quindi
qualsiasi contatto con altri pazienti. È stata attivata inoltre la catena di
allerta locale con il Sisp (Servizio di igiene e di sanità pubbica), regionale
con il Dirmei (Dipartimento interaziendale funzionale a valenza regionale per le
malattie ed emergenze infettive) e nazionale con lo Spallanzani. Nel caso di
conferma della diagnosi, il paziente verrà trasferito in una struttura con le
misure di sicurezza idonee.
CHE COS’È LA FEBBRE EMORRAGICA DI MARBURG
La malattia da virus Marburg, conosciuta come febbre emorragica di Marburg, è
una grave infezione virale causata dal Marburg marburgvirus, un filovirus
appartenente alla stessa famiglia dell’Ebola. Come riportato dall’Istituto
Superiore di Sanità (ISS), provoca un quadro clinico molto simile a quello
dell’Ebola, con tassi di letalità comparabili, e colpisce sia l’uomo sia i
primati non umani. Il virus fu identificato per la prima volta nel 1967 in
seguito a focolai scoppiati in laboratori di Germania e Serbia, che causarono 31
infezioni e 7 decessi. A partire da allora si sono verificati sporadici episodi
in Paesi dell’Africa subsahariana o in viaggiatori di ritorno da quelle aree. La
malattia esordisce bruscamente dopo un’incubazione che varia da 2 a 21 giorni,
con febbre alta, cefalea e dolori muscolari, per poi evolvere in sintomi
gastrointestinali e manifestazioni emorragiche. Il tasso di letalità può
raggiungere l’88% a seconda del ceppo e della tempestività delle cure, mentre la
trasmissione avviene tramite contatto diretto con fluidi corporei infetti o
superfici contaminate, spesso in contesti legati alla presenza di pipistrelli,
considerati uno dei principali depositari del virus.
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isolato, le analisi inviate allo Spallanzani proviene da Il Fatto Quotidiano.