Un prezzo talmente conveniente da sembrare incredibile: l’iPad Air M3 da 13
pollici, che di norma costa 784 euro, è apparso per pochi minuti sul sito di
MediaWorld a soli 15 euro per i possessori della carta fedeltà. Quello che
sembrava un colpo di fortuna per i consumatori si è trasformato in una battaglia
legale sul principio dell’errore e della buona fede. A distanza di due settimane
dall’acquisto, i clienti coinvolti hanno ricevuto una mail dall’azienda: l’iPad
era stato venduto a un prezzo “manifestamente errato”.
Tutto è successo l’8 novembre scorso quando, a causa di un “disguido tecnico
straordinario e imprevisto sulla piattaforma e-commerce”, MediaWorld ha
applicato uno sconto del 98% su diversi prodotti. Alcuni “fortunati” utenti che
stavano navigando proprio in quel momento sul sito e si sono accorti del prezzo
incredibile, neanche a dirlo, hanno acquistato immediatamente il dispositivo,
pagandolo appunto 15 euro. La procedura è andata a buon fine: l’importo è stato
addebitato e gli iPad sono stati regolarmente spediti o ritirati in negozio. Le
condizioni di vendita allegate all’ordine non menzionavano alcuna clausola
relativa a errori di prezzo. Peccato però che, una volta accortasi
dell’accaduto, la catena abbia subito cercato di fare dietrofront e recuperare i
prodotti o, quantomeno, una quota dei soldi mancanti. Sentita da Repubblica e
Wired, MediaWorld ha confermato la gravità del problema. La vendita, ha spiegato
l’azienda, è stata “un errore manifesto, tale da renderlo economicamente
insostenibile e non rappresentativo della nostra offerta commerciale”. Per
questo ha contattato gli acquirenti proponendo due vie d’uscita:
* Mantenimento del prodotto: Il cliente paga la differenza per arrivare al
prezzo corretto, ma con un ulteriore sconto di 150 euro come scusa per il
disagio.
* Restituzione del prodotto: Il cliente riconsegna l’iPad (gratuitamente,
tramite corriere o in negozio), ottiene il rimborso dei 15 euro e un buono
spesa di 20 euro.
Tuttavia, molti consumatori hanno rifiutato l’offerta e hanno consultato un
legale per capire se abbiano il diritto di trattenere il prodotto senza pagare
la differenza. Secondo l’avvocato Massimiliano Dona, esperto in diritto dei
consumatori, interpellato da Wired in merito alla questione, il punto centrale
ruota intorno alla riconoscibilità dell’errore da parte del cliente. Per
annullare un contratto, l’azienda deve dimostrare la “consapevolezza del
consumatore di abusare dell’errore del venditore”. Dona sottolinea che non è
sufficiente sostenere che uno sconto del 98% sia un errore evidente. In un
contesto commerciale dominato da “offerte a tempo, flash sale, promozioni e
concorsi”, il consumatore potrebbe ragionevolmente aver pensato a una strategia
pubblicitaria. La vera discriminante, ribadisce l’esperto, è la professionalità
dell’acquirente. Se a comprare è un utente che acquista per sé, l’errore è meno
riconoscibile. Se, invece, è qualcuno che “acquista cinque tablet per poi
rimetterli subito in vendita”, la consapevolezza dell’errore sarebbe più
evidente, e l’azione legale di MediaWorld avrebbe basi più solide.
L'articolo MediaWorld vende iPad a 15 euro, poi si accorge dell’errore: “Nessun
super sconto, riportateli indietro o pagate supplemento”. Clienti infuriati
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