“Abbiamo fatto cose bellissime insieme, mi ha dato tantissime opportunità, anche
all’estero”. Sono parole di stima e affetto quelle che Margherita Buy ha rivolto
al regista Nanni Moretti in una intervista a La Stampa. “Se i progetti sono
interessanti, le difficoltà si superano. – ha continuato – Forse, nel rapporto
con Nanni, mi ha aiutato il fatto di aver avuto un padre molto simile, molto
duro, molto giudicante. Un padre con dodici ‘p’. Sono abituata a trattare con
quel tipo di persone che, per raggiungere qualcosa, hanno bisogno dello scontro,
persone con un modo di fare egocentrico. Poi Nanni mi ha fatto anche molto
ridere, lo apprezzo tanto, gli voglio molto bene“.
E sempre a proposito del padre l’attrice ha confessato: “Non l’ha mai presa bene
la mia decisione di fare cinema, non ci credeva proprio, la mia non è stata una
scelta condivisa. Mai. Forse alla fine ha capito, ma molto tardi. Oggi non c’è
più, credo di aver cercato, per tutta la carriera, di piacergli, anche facendo
ruoli che in qualche modo potessero avvicinarmi a lui“.
La nomea di attrice nevrotica è difficile? “Non mi è pesato più di tanto, so
bene che la gente è abituata a metterti un cartellino al collo e a giudicarti in
base a quello. Sì, ogni tanto mi ha dato fastidio, soprattutto quando lo hanno
fatto gli addetti ai lavori che avrebbero dovuto conoscermi meglio e magari
proteggermi da giudizi superficiali”.
“Sono nata così, con una timidezza patologica, non parlavo, arrossivo come un
peperone, – ha concluso – a scuola è stato terribile, non rispondevo alle
domande, non riuscivo a mettere insieme nemmeno le poche cose che sapevo. Gli
insegnanti non mi capivano, forse solo uno, un professore di disegno, ci è
riuscito, mi disse che, secondo lui, l’unico modo per vincere la timidezza
poteva essere proprio fare l’attrice”.
L'articolo “Nel rapporto con Nanni Moretti, mi ha aiutato il fatto di aver avuto
un padre molto simile, molto duro, molto giudicante”: lo racconta Margherita Buy
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