
Cannabis light, il Consiglio di Stato rinvia alla Corte di giustizia Ue il bando al fiore. Associazioni: “Alt ai sequestri”
Il Fatto Quotidiano - Friday, November 14, 2025Mentre proseguono i sequestri agli agricoltori della canapa, il Consiglio di Stato porta sul tavolo della Corte di Giustizia europea il bando alla cannabis light. I magistrati lussemburghesi potrebbero spazzare via il bando al fiore della canapa introdotto dall’articolo 18 del decreto Sicurezza, ma potrebbero passare due anni. Con l’ordinanza pubblicata il 12 novembre, i giudici amministrativi hanno chiesto ai colleghi europei di valutare se la normativa italiana sulla canapa sia coerente con leggi europee. Nella sostanza, il Consiglio di Stato mette in discussione l’equiparazione tra la canapa priva di effetti psicotropi e la cannabis stupefacente: è il principio sancito dall’articolo 18 del decreto Sicurezza.
Come nasce il contenzioso: fiore e foglie della canapa nella tabella stupefacenti. Il “decreto officinali” firmato Patuanelli, Speranza e Cingolani
Tuttavia il confronto in tribunale nasce altrove. Non dal provvedimento securitario firmato ad aprile governo Meloni, bensì dal decreto interministeriale n. 29551 del 24 gennaio 2022, pubblicato in Gazzetta il 18 maggio. C’era il governo Draghi: il provvedimento è firmato dal pentastellato Stefano Patuanelli (al tempo ministro dell’Agricoltura), il dem Roberto Speranza (dicastero della Salute) e Roberto Cingolani (Transizione ecologica). Cosa diceva il decreto, inviso alle imprese della canapa e della cannabis light? Lo scopo era stilare l’elenco delle piante officinali: come quelle per l’erboristeria, la cosmesi, i vegetali aromatici o per tisane ed estratti. Ma il decreto si limita ad indicare le liste della farmacopea già esistenti in Europa. Tranne per la canapa, che viene letteralmente fatta a pezzi: i fiori e le foglie sono classificati nell’elenco delle sostanze stupefacenti, dunque valgono le regole del testo unico sulle droghe (legge 309 del 1990); semi e fibra invece sono considerate officinali e ricadono nella legge sulla canapa industriale (la 242 del 2016).
Le conseguenza è un freno alle imprese, perché imporrebbe l’autorizzazione del ministero della Salute per coltivare canapa e vendere il fiore. Si chiedono le associazioni: se la pianta è legale, priva di effetti droganti, con la soglia del Thc entro lo 0,5 per cento, che senso ha bandire solo il fiore e le foglie con lo stigma della droga? Dunque parte subito il ricorso al Tar. E’ firmato da alcune imprese e sigle di settore, incluse Associazione canapa sativa Italia e Federcanapa. Secondo loro, il decreto ministeriale contraddice la legge del 2016 sugli usi legali della canapa industriale. Soprattutto, chiedono di stabilire una volta per tutte i criteri per individuare l’effetto drogante. Il tribunale amministrativo dà ragione alle associazioni e alle imprese della canapa, nel febbraio 2023, perché in tutta Europa fiori e foglie sono legali. C’è almeno un paradosso nel decreto sulle piante officinali: ammette i vegetali inclusi nell’elenco europeo dei cosmetici; peccato che quest’ultimo includa anche le foglie della canapa.
Il Consiglio di Stato rinvia alla Corte di Giustizia Ue
Intanto dal governo Meloni arriva il ricorso al Consiglio di Stato firmato dal ministero dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute. Ma il 12 novembre i giudici amministrativi rinviano ogni decisione alla Corte di Giustizia europea, dopo aver passato in rassegna l’intera legislazione sulla canapa in Italia. Tra gli avvocati incaricati dalle associazioni della canapa c’è Giacomo Bulleri. “Secondo i giudici il problema non è il decreto sulle officinali, bensì la compatibilità con le regole europee del Testo unico sugli stupefacenti e dell’articolo 18 del decreto Sicurezza”, dice il legale al Fatto.it. Il Consiglio di Stato nutre dubbi sul bando al fiore e i suoi derivati “indipendentemente dal tasso di Thc”, si legge nell’ordinanza.
Ora i giudici della Corte europea dovranno valutare la coerenza delle leggi italiane con il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Il responso arriverà forse tra due anni. Canapa sativa Italia intanto chiede “la sospensione delle operazioni” connesse al bando al fiore sancito dall’articolo 18 del decreto Sicurezza: dunque stop ai sequestri e alle indagini per droga contro agricoltori della canapa e cannabis shop. Il presidente Mattia Cusani formula l’auspicio per il verdetto della Corte di Giustizia europea: “finalmente un chiarimento definitivo sulle infiorescenze di canapa e dei loro derivati non stupefacenti”. Perfino Coldiretti, l’associazione vicinissima a Giorgia Meloni, attende il verdetto Ue con speranza malgrado l’estrema timidezza nel difendere gli agricoltori: “un passo importante per salvare una filiera della canapa che vale oggi mezzo miliardo di euro, con tremila aziende agricole e trentamila posti di lavoro, che nel corso degli anni ha acquisito un peso importante per il rilancio delle zone interne”.
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