
Camorra e politica, a Castellammare è scontro. Il consigliere col figlio indagato: “Difenderò sempre la mia famiglia”
Il Fatto Quotidiano - Saturday, November 29, 2025Vincenzo Di Maio, il figlio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia Nino Di Maio (quest’ultimo non indagato), è ritenuto dagli investigatori della Dda di Napoli “un possibile anello di congiunzione tra la società civile ed il tessuto criminale”, per via del ruolo del padre e perché frequenta diversi imprenditori importanti. Di Maio junior è l’allenatore di una squadra di calcio stabiese, ed è sindacalista come il padre.
Secondo una informativa del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, allegata all’indagine sui condizionamenti del clan D’Alessandro negli appalti e nell’economia di Castellammare di Stabia, il figlio del consigliere “risulta quotidianamente insieme a Pasquale D’Alessandro (il reggente del clan, ndr), che spesso accompagna negli spostamenti a bordo sia della propria autovettura che dei propri motoveicoli, avvalendosi in alcuni casi della collaborazione del figlio”.
Di Maio junior era una delle persone da avvicinare per arrivare al boss, che nel 2023 circolava libero a Castellammare, con l’obbligo di dimora. Si entrava in contatto con Pasquale D’Alessandro lungo una rete di negozi in via Roma, sempre gli stessi, appartenenti a tre famiglie. I ‘punti di ritrovo per gli elementi del clan’. L’informativa è piena di foto di Di Maio jr a colloquio con D’Alessandro ed altri esponenti e sodali della cosca, tra cui il boss Paolo Carolei, e “un personaggio di spicco nello scacchiere della malavita stabiese”, M.D.I., un ex consigliere comunale condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Dagli atti depositati al Riesame di Napoli sugli 11 arresti di novembre chiesti e ottenuti dalla procura – pm Giuseppe Cimmarotta, procuratore Nicola Gratteri – rimbalzano notizie che aumentano l’agitazione dell’amministrazione comunale di Castellammare di Stabia. Nei giorni scorsi ilfattoquotidiano.it ha rivelato in esclusiva che Vincenzo Di Maio e il figlio (Nino, come il nonno consigliere) sono indagati per associazione camorristica. Era bastata la sola presenza di Vincenzo nell’ordinanza cautelare come persona di fiducia di uno degli arrestati, Pasquale D’Alessandro, per far alzare la voce a chi, come l’europarlamentare e consigliere comunale dem Sandro Ruotolo, chiedeva al sindaco Luigi Vicinanza (nella foto) chiarezza e prese di distanza coi politici lambiti dalle indagini.
Politici al plurale, non solo Di Maio: dalle carte era emersa un’intercettazione del consigliere comunale Gennaro Oscurato (non indagato) con il cassiere arrestato del clan, Michele Abbruzzese, poche settimane prima delle amministrative del giugno 2024: “Zio Michele noi dobbiamo parlare da vicino dobbiamo fare certe cose importanti…”. Oscurato ricevette da Abruzzese questa risposta: “Sono a disposizione … mi faccio in quattro per te”. Le indagini hanno documentato la consegna di una cassa di vino da Oscurato ad Abruzzese e la sua soddisfazione per l’elezione dell’odontotecnico in consiglio comunale.
Non è la pistola fumante di un condizionamento del clan nelle elezioni e nell’amministrazione locale, ma ce n’è abbastanza per chiedere accertamenti ulteriori e per provocare tensioni. Oscurato e Di Maio infatti sono stati eletti in due liste civiche di maggioranza. Dalla quale Vicinanza, al termine di colloqui coi capigruppo del Pd, del M5s e delle altre forze di coalizione, li ha estromessi con un comunicato stampa. “Ho sempre ribadito che sulla mia maggioranza non possono gravare ombre, dubbi, sospetti, zone grigie. Per questo, da oggi, considero i consiglieri comunali Gennaro Oscurato e Nino Di Maio fuori dal perimetro della maggioranza che sostiene l’amministrazione comunale di Castellammare”. Durante la cerimonia del premio Cavaliere, alla presenza del procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso, Vicinanza è tornato sulla questione invocando le dimissioni dei due consiglieri.
L’occasione poteva essere il consiglio comunale del 27 novembre sulla manovra economica per approvare il piano di riqualificazione del rione Savorito. Oscurato era assente. Di Maio c’era, ed ha replicato che non si dimette. “Sono stato eletto per stare in maggioranza e resto qui, ma se il mio voto dovesse essere determinante, mi asterrò, così ognuno sarà soddisfatto”. Su questo punto ha accolto un invito del sindaco. Respingendone gli altri. “Ho preso voti a Scanzano dove ho la mia famiglia. La mia storia personale parla chiaro”. La parola ‘famiglia’ l’ha ripetuta più volte. “È una famiglia di quelle vere, e la difenderò sempre”.
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