“La tua elezione è inquinata dalla camorra, questo consiglio comunale è
compromesso da un punto di vista politico e morale”. L’europarlamentare Pd
Sandro Ruotolo, consigliere comunale di Castellammare di Stabia (Napoli), vuole
staccare la spina al suo sindaco, l’ex direttore de L’Espresso Luigi Vicinanza.
E lo motiva con una chilometrica lettera aperta che parte dai tempi dei loro
comuni trascorsi giornalistici nei quotidiani di sinistra degli anni ’70, e
finisce sui nervi scoperti delle recenti indagini della Dda di Napoli. A
novembre gli atti del pm Giuseppe Cimmarotta sugli arresti dei vertici del clan
d’Alessandro hanno documentato due circostanze politicamente imbarazzanti. La
prima è una telefonata cordiale del maggio 2024, in campagna elettorale, tra il
consigliere comunale Gennaro Oscurato e il cassiere del clan Michele Abbruzzese.
“Zio Michele, dobbiamo vederci, dobbiamo fare cose importanti insieme”. La
seconda riguarda il figlio e il nipote del consigliere comunale Nino Di Maio,
indagati per associazione camorristica: l’informativa di Polizia li tratteggia
come amici e autisti del boss Pasquale D’Alessandro, uno di loro metteva a
disposizione un negozio per gli incontri riservati con gli uomini della cosca.
I due consiglieri non sono indagati ma Vicinanza li ha cacciati dalla
maggioranza (“non devono esserci zone d’ombra”) e li ha invitati a dimettersi.
Un recalcitrante Di Maio lo ha fatto una settimana dopo un consiglio comunale in
cui annunciava il contrario. Oscurato ha disertato quel consiglio ma è rimasto
in carica. Il Pd è entrato in fibrillazione, ed ovviamente si è diviso. Per il
segretario campano Piero De Luca, l’esperienza Vicinanza “deve andare avanti, il
sindaco è una garanzia di legalità”. Per il presidente napoletano Francesco
Dinacci “serve una svolta”. Il componente della direzione nazionale Nicola
Corrado, figlio di un consigliere comunale stabiese ucciso dalla camorra nel
1992, scrive cose durissime: “Ci siamo assuefatti, sapevamo che decine di
candidati erano parenti e cumparielli della camorra? Penso di sì ma ci siamo
abituati a votarli come punto di equilibrio e di assuefazione all’esistente”.
Fino alla lettera aperta di Ruotolo, che non è soltanto uno dei quattro
consiglieri comunali Pd. E’ il giornalista anticamorra e componente della
segreteria nazionale dem che Elly Schlein ha spedito a Castellammare di Stabia
come sentinella di legalità su una città che tornava alle urne scottata dallo
scioglimento per camorra di una giunta di centrodestra. Città che ora si ritrova
ad affrontare le stesse inquietudini, stavolta sul versante centrosinistra-campo
largo.
Ruotolo è uscito allo scoperto il giorno prima di una riunione tra il gruppo dem
e Vicinanza, poi rinviata a data da destinarsi. Il sindaco per ora non replica
ufficialmente, lascia trapelare la volontà di andare avanti “accettando
critiche, proposte e sollecitazioni”, ma senza rallentare quello che è il suo
attuale obiettivo: far approvare il bilancio di previsione entro la fine
dell’anno, prima di Natale se possibile. Senza sforare all’anno successivo, come
è prassi nella maggioranza delle amministrazioni locali.
L'articolo Castellammare di Stabia, Ruotolo vuole staccare la spina al sindaco
del campo largo Vicinanza: “Elezione inquinata dalla camorra” proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Tag - Castellamare di Stabia
Con una lunga lettera che evoca i trascorsi di sindacalista, il consigliere
comunale di Castellammare di Stabia Nino Di Maio si è dimesso. Travolto dalla
notizia – pubblicata in anteprima su ilfattoquotidiano.it – che il figlio e il
nipote sono indagati per associazione camorristica nell’ambito dell’inchiesta
con 11 arresti sulle infiltrazioni del clan D’Alessandro nel tessuto stabiese.
“Difenderò sempre la mia famiglia” aveva detto Di Maio nei giorni scorsi,
durante il primo consiglio comunale dopo l’esplodere del caso, annunciando che
sarebbe rimasto al suo posto. Ripensamento e dimissioni però non bastano a
mettere pace nella maggioranza del campo largo guidata dal sindaco Luigi
Vicinanza.
Il segretario campano Pd Piero De Luca assicura “piena fiducia nel sindaco e
nell’amministrazione”, ma il presidente del Pd di Napoli Francesco Dinacci –
commissario dei dem stabiesi – chiede “una riflessione seria e profonda sulla
città e contro la camorra” ricordando che “le inchieste in corso svelano
possibili intrecci tra criminalità organizzata e soggetti che si sono candidati
e sono stati eletti in consiglio comunale” e che le dimissioni di Di Maio e
l’allontanamento dalla maggioranza dell’altro consigliere coinvolto – Gennaro
Oscurato, intercettato col cassiere del clan nelle settimane della campagna
elettorale a discutere su “grandi cose da fare insieme” – sono “atti importanti
ma non risolutivi del problema”. Sul fronte della svolta preme sull’acceleratore
un big dei dem, Sandro Ruotolo, che è anche consigliere comunale stabiese.
Nei giorni scorsi il M5s ha fatto filtrare la volontà di chiedere le dimissioni
di Vicinanza, per poi ricomporre una nuova giunta e una nuova maggioranza
durante la finestra dei 20 giorni entro cui revocarle e ripartire. Nel dibattito
in maggioranza emerge la paura del ritorno della commissione prefettizia
d’accesso, dopo lo scioglimento per camorra del 2022 di una giunta di
centrodestra guidata dall’azzurro Gaetano Cimmino. Vicinanza, a lungo
giornalista di punta del gruppo Repubblica-l’Espresso, un professionista di alto
profilo sceso in campo senza esperienze politiche pregresse, fu eletto nel
giugno 2024 sulle macerie di quell’esperienza, e nel segno di una discontinuità
con le ombre dell’amministrazione che lo ha preceduto. Ombre che tornano
prepotentemente per ‘colpa’ di due eletti in liste civiche raccogliticce,
imbarcate nella maxi coalizione di 13 tra liste e partiti che hanno sostenuto il
sindaco. Voler vincere subito e senza rischi aveva un prezzo: il conto è
arrivato adesso, ed è più salato del previsto.
L'articolo Clan e politica a Castellammare di Stabia, si dimette il consigliere
comunale col figlio indagato proviene da Il Fatto Quotidiano.
Vincenzo Di Maio, il figlio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia
Nino Di Maio (quest’ultimo non indagato), è ritenuto dagli investigatori della
Dda di Napoli “un possibile anello di congiunzione tra la società civile ed il
tessuto criminale”, per via del ruolo del padre e perché frequenta diversi
imprenditori importanti. Di Maio junior è l’allenatore di una squadra di calcio
stabiese, ed è sindacalista come il padre.
Secondo una informativa del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato,
allegata all’indagine sui condizionamenti del clan D’Alessandro negli appalti e
nell’economia di Castellammare di Stabia, il figlio del consigliere “risulta
quotidianamente insieme a Pasquale D’Alessandro (il reggente del clan, ndr), che
spesso accompagna negli spostamenti a bordo sia della propria autovettura che
dei propri motoveicoli, avvalendosi in alcuni casi della collaborazione del
figlio”.
Di Maio junior era una delle persone da avvicinare per arrivare al boss, che nel
2023 circolava libero a Castellammare, con l’obbligo di dimora. Si entrava in
contatto con Pasquale D’Alessandro lungo una rete di negozi in via Roma, sempre
gli stessi, appartenenti a tre famiglie. I ‘punti di ritrovo per gli elementi
del clan’. L’informativa è piena di foto di Di Maio jr a colloquio con
D’Alessandro ed altri esponenti e sodali della cosca, tra cui il boss Paolo
Carolei, e “un personaggio di spicco nello scacchiere della malavita stabiese”,
M.D.I., un ex consigliere comunale condannato per estorsione aggravata dal
metodo mafioso.
Dagli atti depositati al Riesame di Napoli sugli 11 arresti di novembre chiesti
e ottenuti dalla procura – pm Giuseppe Cimmarotta, procuratore Nicola Gratteri –
rimbalzano notizie che aumentano l’agitazione dell’amministrazione comunale di
Castellammare di Stabia. Nei giorni scorsi ilfattoquotidiano.it ha rivelato in
esclusiva che Vincenzo Di Maio e il figlio (Nino, come il nonno consigliere)
sono indagati per associazione camorristica. Era bastata la sola presenza di
Vincenzo nell’ordinanza cautelare come persona di fiducia di uno degli
arrestati, Pasquale D’Alessandro, per far alzare la voce a chi, come
l’europarlamentare e consigliere comunale dem Sandro Ruotolo, chiedeva al
sindaco Luigi Vicinanza (nella foto) chiarezza e prese di distanza coi politici
lambiti dalle indagini.
Politici al plurale, non solo Di Maio: dalle carte era emersa un’intercettazione
del consigliere comunale Gennaro Oscurato (non indagato) con il cassiere
arrestato del clan, Michele Abbruzzese, poche settimane prima delle
amministrative del giugno 2024: “Zio Michele noi dobbiamo parlare da vicino
dobbiamo fare certe cose importanti…”. Oscurato ricevette da Abruzzese questa
risposta: “Sono a disposizione … mi faccio in quattro per te”. Le indagini hanno
documentato la consegna di una cassa di vino da Oscurato ad Abruzzese e la sua
soddisfazione per l’elezione dell’odontotecnico in consiglio comunale.
Non è la pistola fumante di un condizionamento del clan nelle elezioni e
nell’amministrazione locale, ma ce n’è abbastanza per chiedere accertamenti
ulteriori e per provocare tensioni. Oscurato e Di Maio infatti sono stati eletti
in due liste civiche di maggioranza. Dalla quale Vicinanza, al termine di
colloqui coi capigruppo del Pd, del M5s e delle altre forze di coalizione, li ha
estromessi con un comunicato stampa. “Ho sempre ribadito che sulla mia
maggioranza non possono gravare ombre, dubbi, sospetti, zone grigie. Per questo,
da oggi, considero i consiglieri comunali Gennaro Oscurato e Nino Di Maio fuori
dal perimetro della maggioranza che sostiene l’amministrazione comunale di
Castellammare”. Durante la cerimonia del premio Cavaliere, alla presenza del
procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso, Vicinanza è tornato sulla
questione invocando le dimissioni dei due consiglieri.
L’occasione poteva essere il consiglio comunale del 27 novembre sulla manovra
economica per approvare il piano di riqualificazione del rione Savorito.
Oscurato era assente. Di Maio c’era, ed ha replicato che non si dimette. “Sono
stato eletto per stare in maggioranza e resto qui, ma se il mio voto dovesse
essere determinante, mi asterrò, così ognuno sarà soddisfatto”. Su questo punto
ha accolto un invito del sindaco. Respingendone gli altri. “Ho preso voti a
Scanzano dove ho la mia famiglia. La mia storia personale parla chiaro”. La
parola ‘famiglia’ l’ha ripetuta più volte. “È una famiglia di quelle vere, e la
difenderò sempre”.
L'articolo Camorra e politica, a Castellammare è scontro. Il consigliere col
figlio indagato: “Difenderò sempre la mia famiglia” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Si allarga la crepa delle infiltrazioni della camorra nel mondo che ruota
intorno alla politica di Castellammare di Stabia (Napoli). Ilfattoquotidiano.it
può rivelare che il figlio e il nipote del consigliere comunale e presidente
della commissione pari opportunità, Nino Di Maio, sono indagati per associazione
camorristica. Si chiamano Vincenzo Di Maio e Nino Di Maio (quest’ultimo, figlio
di Vincenzo, porta il nome del nonno come da tradizione al Sud), e per loro è in
corso una proroga delle indagini per 416bis firmata dalla giudice per le
indagini prelimari di Napoli Maria Luisa Miranda. È quanto si legge negli atti
allegati agli undici arresti eseguiti nei giorni scorsi, in vista delle sessioni
di Riesame.
La notizia arriva pochi giorni poco la pubblicazione delle intercettazioni tra
il cassiere del clan D’Alessandro Michele Abbruzzese e il consigliere comunale
Gennaro Oscurato, colloqui avvenuti nel mese precedente le elezioni comunali del
giugno 2024: “Mi farò in quattro per te, dobbiamo vederci da vicino, dobbiamo
fare cose importanti insieme”. Con annessa consegna ad Abruzzese, da parte di
Oscurato, di una cassa di vino.
È l’ultima inchiesta della Dda partenopea – procuratore Nicola Gratteri, pm
Giuseppe Cimmarotta – sugli interessi del clan D’Alessandro negli appalti
cittadini, tra i quali l’ospedale in costruzione, e sulle pressioni estorsive ai
cantieri edili e ad un cinema. Nell’ordinanza cautelare già spuntavano alcuni
brevi riferimenti a Vincenzo Di Maio, indicato come uomo di fiducia del boss
Pasquale D’Alessandro, uno degli arrestati, ritenuto il reggente della cosca da
quando nel 2023 è tornato in libertà. Vincenzo Di Maio avrebbe incontrato
Pasquale D’Alessandro e messo a disposizione un negozio a lui riconducibile, per
i suoi summit riservati: lì il boss sapeva di essere al riparo da occhi e
orecchie indiscrete. Sono agli atti diverse foto scattate dalla polizia tra
ottobre 2023 e settembre 2024. Ritraggono Pasquale D’Alessandro che raduna i
suoi fedelissimi a uno a uno per impartire direttive. Eludendo la sorveglianza
speciale connessa all’obbligo di dimora.
La sola circostanza della presenza di Di Maio jr nelle carte, e le
intercettazioni di Oscurato, hanno agitato le notti della maggioranza guidata
dal sindaco del campo largo Luigi Vicinanza. L’ex direttore dell’Espresso fu
eletto in totale discontinuità con le ombre dello scioglimento per camorra
disposto dal governo Draghi nel 2022. “Chi non si schiera apertamente nella
lotta e nel contrasto al malaffare camorristico non può avere responsabilità
pubbliche, non può far parte della mia maggioranza, deve dimettersi”, scrisse a
caldo Vicinanza appena emersero le prime indiscrezioni sulle intercettazioni di
Oscurato, peraltro lontano parente di uno degli arrestati.
Fu la risposta all’europarlamentare dem Sandro Ruotolo, responsabile legalità
della segreteria Schlein, che in qualità di consigliere comunale di
Castellammare di Stabia ha invocato le dimissioni dei politici coinvolti “senza
le quali diserterò i lavori del consiglio”. Il centrodestra ha chiesto l’invio
della commissione d’accesso. Nei giorni scorsi Vicinanza ha poi comunicato di
aver estromesso dalla maggioranza Oscurato e Di Maio. Quest’ultimo prima ancora
di sapere che suo figlio e suo nipote sono formalmente indagati per camorra.
L'articolo Camorra e politica, indagati per 416bis il figlio e il nipote del
consigliere di Castellammare di Stabia Nino Di Maio proviene da Il Fatto
Quotidiano.