“Sul malaffare siamo una Nazione forte. Il mafioso emigra al Nord perché ci sono più possibilità e in Sicilia chi resta?”: l’ironia pensante di Ficarra e Picone

Il Fatto Quotidiano - Sunday, November 30, 2025

Ficarra e Picone tornano con la serie targata Netflix “Sicilia Express”, disponibile dal 5 dicembre. Una serie comedy che racconta la storia di Salvo e Valentino, due infermieri siciliani che dividono la loro vita tra il lavoro a Milano e le loro famiglie in Sicilia. Pochi giorni prima di Natale, si imbattono in un portale magico: una scoperta inaspettata destinata a sconvolgere le loro vite. Nel cast, oltre a Salvo Ficarra e Valentino Picone, anche Katia Follesa, Barbara Tabita, e con Max Tortora, Sergio Vastano, Enrico Bertolino, Adelaide Massari, Angelo Tosto e con la partecipazione di Jerry Calà e Giorgio Tirabassi.

Abbiamo incontrato Ficarra e Picone per farci raccontare tutto sul loro nuovo progetto.

Lo spunto per Sicilia Express è tutto favolistico. – hanno detto Cioè non è ancorato alla realtà perché non ci sono più differenze tra Nord e Sud. Noi siccome siamo comici abbiamo voluto esasperare le cose, abbiamo voluto dire che ancora ci sono… Anche ribaltare! Abbiamo ribaltato tutto”.

E ancora: “Nel film il presidente del Consiglio parla di unire l’Italia proprio perché ancora l’Italia non è unita. Sono uniti gli italiani, quello sì. Infatti la differenza non è, come ci vogliono fare credere, nelle persone ma è nelle strutture e nelle opportunità. Quindi loro hanno coscienza che se ci tengono separati, se ci danno delle opportunità diverse giustamente diventa opportunità politica per loro… Quindi insomma vale anche per i voti, infatti parlano di clientelismo perché noi siamo clienti!”.

La Palermo-Catania ormai è una leggenda. Dopo anni è ancora lì, immobile. Quali le responsabilità? “Intanto, ogni volta che io faccio la Palermo-Catania, il navigatore mi prende per il culo, perché a un certo punto ti dice ‘Deviazione, attenzione, deviazione’, lo dice ridendo, io ho il navigatore che ride perché ci sono tutte le deviazioni. Le responsabilità vanno a trovate, sicuramente non si troverà mai il colpevole, però è facile capire chi può essere il colpevole. Il colpevole è chi vuole mantenere una situazione che non riguarda soltanto la Palermo-Catania, riguarda tutto il Sud, tutte le strutture del Sud, altrimenti non si spiegherebbe come mai da un certo punto in poi al Sud le cose non funzionano esattamente come funzionano magari al Nord”.

Poi una considerazione sarcastica quanto verosimile: “Quindi è per questo che tendono a inculcarci che il milanese è geneticamente diverso dal piemontese, diverso dal calabrese… C’è proprio questa volontà ed è questo che cerchiamo di comunicare in chiave ironica in questa serie. A questo punto viene il dubbio del perché vogliono fare questa cosa, anche perché il Nord è pieno di medici napoletani, siciliani, calabresi, professori, insegnanti, malavitosi. Io penso, quanti mafiosi si sono trovati bene a Milano? Non hanno avuto problemi di integrazione, perché non c ‘è differenza. E quanti tangentisti milanesi si sono trovati benissimo in Sicilia? Perché non c’è differenza sotto questo punto di vista”.

Poi hanno aggiunto”: Dal punto di vista del malaffare, siamo uniti, siamo una nazione forte sul malaffare, ci intendiamo proprio immediatamente, però le strutture sono diverse, le opportunità sono diverse, è chiaro, è anche per questo poi a un certo punto il malavitoso e il mafioso emigra al Nord, perché giustamente ha più opportunità al Nord. Però se la mafia abbandona la Sicilia, chi rimane?”.

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