
“Le critiche social sul cast di Sanremo 2026? No, io non leggo niente e non guardo niente. Big o non Big è tutto relativo, oggi come oggi”: così Carlo Conti
Il Fatto Quotidiano - Monday, December 1, 2025In queste ore fioccano i commenti nomi sul cast del prossimo Festival di Sanremo 2026, che si terrà dal 24 al 28 febbraio, dopo l’annuncio del conduttore e direttore artistico Carlo Conti ieri domenica 30 novembre al Tg1 delle 13:30. Sui social però c’è più di qualche critica su alcune scelte, soprattutto sconosciute. “No, io non leggo niente e non guardo niente. Ho un po’ il mio modo di vivere un po’ particolare, distaccato da tutti. Sono poco social io, ma da sempre. È una scelta mia e non ci posso fare niente, ascolto la radio”. ha detto Conti a RTL 102.5 questa mattina, lunedì primo dicembre.
“Mio figlio va in prima media è distaccato dal mondo musicale”
“Come sempre il ruolo di direttore artistico è un ruolo che è la cosa più difficile del Festival di Sanremo. – ha continuato Conti – Il resto da questo momento in poi per me è finito cioè arriva la parte più facile, quella televisiva, quindi fa parte del mio lavoro, ovvero la parte più facile. La scelta delle canzoni è una grande responsabilità e ripeto e sottolineo la scelta delle canzoni, perché non ci dimentichiamo che Sanremo è il festival della canzone italiana e quindi deve essere uno spaccato di quella che è, in quel momento, la proposta musicale del nostro paese. Per fortuna in questi ultimi anni c’è un grande fermento, ve ne accorgete anche voi, lo sapete anche voi e me lo insegnate voi, di quanto negli ultimi dieci anni la produzione della buona e ottima musica italiana sia centuplicata con tante proposte nuove costantemente, tante sonorità nuove e tanti sapori nuovi, come per esempio un ritorno anche di giovani cantautori di spessore e di livello. Mio figlio è ancora in prima media ed è ancora distaccato dal mondo musicale. Anche quando l’ho portato a Sanremo quella settimana mi ha detto di non presentargli nessuno e che non voleva conoscere nessuno”.
“Mia suocera non sa chi è Samurai Jay, ma sa chi è Patty Pravo. È tutto relativo”
“Big o non big è tutto relativo oggi come oggi, perché per esempio mia suocera non sa chi è Samurai Jay, ma sa chi è Patty Pravo. Viceversa magari c’è un ragazzino che non sa chi è Patty Pravo e conosce benissimo Aka7even per dirti no. Quindi è tutto relativo questo big o non big. Anzi la forza di questi ultimi anni di Sanremo è stata mischiare e di di allargare il più possibile alle varie generazioni, mischiando quello più conosciuto da una generazione a quello meno conosciuto da un’altra e viceversa. Credo che siano importanti le canzoni che poi si vanno a proporre. Lo scorso anno faccio un nome per tutti, ovvero Lucio Corsi, che era praticamente sconosciuto ai più e guardate che cosa è riuscito a fare e come ha rappresentato anche l’Italia all’Eurovision. Eppure quando l’ho detto l’altro anno molti hanno detto “Chi è?””.
“Spero di aver avuto un buon fiuto. Il naso ce l’ho”
E ancora: “È difficilissimo, gli ultimi quindici giorni, lo racconto sempre, non ci dormo la sera perché la notte magari mi sveglio con una canzone che ho accantonato e invece mi ritorna in mente quindi ti viene il dubbio che sia un pezzo forte no? Perché poi io da buon vecchio DJ vado anche molto a pensare, del resto come ha fatto magistralmente Amadeus, abbiamo l’orecchio radiofonico e quindi andiamo a cercare soprattutto delle canzoni che possono girare in radio, restare un po’ nel tempo. Quindi quando la notte ti svegli e ti viene in mente un ritornello o una canzone che magari avevi accantonato, ti viene il dubbio che forse sia più forte di quella che invece hai incluso. È un bouquet di fiori, quindi devi cercare di farlo il più variegato possibile e cercando di accontentare tanti gusti, seguendo le tendenze del momento, i colori che funzionano nel momento e avere la speranza ogni anno di aver scelto al meglio ovviamente no? Lo scorso anno sono stato particolarmente fortunato perché, come vi ricordate, praticamente su trenta brani, venti hanno riempito le hit e le airplay radiofonica, quindi sono stato fortunato. Spero anche quest’anno di aver avuto un buon naso, un buon fiuto. Il naso ce l’ho, si vede. Ovviamente uno mi mette di profilo vede che ce l’ho. Spero che sia stato anche quello, ancora una volta aver avuto un buon fiuto e di aver selezionato dei brani che possano girare molto in radio”.
Il ricordo di Pippo Baudo, il Maestro Vessicchio e Ornella Vanoni
“Colui che ha scritto la storia del Festival è Pippo Baudo. Pensiamo che l’ha inventato come noi lo facciamo oggi, diciamo la verità. E bene o male, quest’idea delle cinque serate e di tutto quello che è il festival della competizione l’ha riattivato lui negli anni 80. Ricorderemo anche Ornella Vanoni e il Maestro Vessicchio. Credo che il tutto sarà automatico e magari nel mio stile, cioè basteranno delle volte delle piccole citazioni o delle piccole idee per ricordare questi grandi personaggi che hanno fatto la storia del festival e della musica italiana”.
Gli ospiti del prossimo Sanremo 2026
“Vado a compartimenti stagni. Adesso, fino a questo momento, la mia testa era sul cast sulla cosa più importante, sulla bistecca centrale e adesso pensiamo al contorno, ovveor le co-conduzioni, gli ospiti e tutto il resto. Questo è un po’ il mio stile, con meno monologhi, magari basta un piccolo gesto, pensate lo scorso anno alla presenza di Bianca Balti valeva, secondo me, più di mille monologhi sulla malattia. Oppure l’aver fatto cantare “Imagine” da una cantante di origine palestinese e una israeliana vale di più di aver fatto un monologo sulla pace. È uno stile per carità, senza niente togliere invece al monologo o a delle riflessioni che vengono fatte in altro modo. Aver portato i ragazzi del teatro patologico. Pensate quei ragazzi poi sono andati all’ONU, hanno fatto un film e adesso faranno una cosa a Londra davanti al principe. È una riflessione che poi ciascuno deve fare nel proprio stile e nel proprio modo dentro di sé”.
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