
Trump annuncia: “La scelta del presidente della Fed sarà tra due nomi”. Ballottaggio Warsh-Hassett
Il Fatto Quotidiano - Friday, December 12, 2025L’ex governatore della Fed Kevin Warsh (a destra nella foto) o l’attuale direttore del Consiglio Economico Nazionale e fedelissimo del presidente Usa Kevin Hassett (a sinistra). Uno dei due sarà il nuovo presidente della Federal Reserve a maggio 2026, ha dichiarato Donald Trump in un’intervista rilasciata oggi nello Studio Ovale al Wall Street Journal. Il presidente Usa ha affermato che Warsh era in cima alla sua lista. “Sì, credo di sì. Credo che ci siano Kevin e Kevin […] penso che siano entrambi fantastici”, ha detto. “Penso che ci siano un paio di altre persone fantastiche”, ha aggiunto. Durante un incontro di 45 minuti con Warsh mercoledì alla Casa Bianca, hanno riferito fonti del Journal, Trump ha insistito chiedendogli se poteva fidarsi di lui per sostenere i tagli dei tassi di interesse se fosse stato scelto per guidare la banca centrale. Nell’intervista, il presidente ha confermato questa indiscrezione. “Lui pensa che si debbano abbassare i tassi di interesse”, ha detto Trump a proposito di Warsh. “E lo pensano anche tutti gli altri con cui ho parlato”, ha aggiunto. Trump ha anche detto di ritenere che il prossimo presidente della Fed dovrebbe consultarsi con lui su come fissare i tassi di interesse. “In genere, non si fa più. Una volta veniva fatto di routine. Dovrebbe essere fatto”, ha detto il presidente. “Non significa… non credo che dovrebbe fare esattamente quello che diciamo noi. Ma certamente… sono una voce intelligente e dovrei essere ascoltato”, ha affermato. Alla domanda su dove vorrebbe che fossero i tassi di interesse tra un anno, Trump ha risposto: “All’1% e forse anche meno”. I tagli dei tassi, ha detto il presidente, aiuterebbero il Tesoro statunitense a ridurre i costi di finanziamento di 30mila miliardi di dollari di debito pubblico. “Dovremmo avere i tassi più bassi al mondo”, ha detto.
Le prossime mosse della Fed e le incognite sul 2026 – Intanto, mentre il presidente è ancora Jerome Powell, la Fed si avvia a chiudere l’anno con un nuovo taglio dei tassi di interesse. E si affaccia a un 2026 tutto in salita fra la nomina del suo nuovo presidente scelto da Donald Trump e la sua indipendenza a rischio. Una riduzione del costo del denaro di un quarto di punto è data per scontata e l’attenzione di investitori e analisti è tutta concentrata su Jerome Powell, chiamato a minimizzare il dissenso interno alla banca centrale e dettare le linee guida per il prossimo anno. Un compito non facile visto che la Fed mai come ora appare spaccata su come procedere fra incognite di vario tipo, da quelle economiche a quelle geopolitiche, passando per la nomina del successore di Powell, il cui mandato scade il prossimo maggio. Trump ha già scelto chi lo sostituirà ma al momento non ha svelato le sue carte, rimandando l’annuncio agli inizi del 2026. Il favorito nella corsa alla presidenza è Kevin Hassett, il consigliere economico della Casa Bianca e fedelissimo del tycoon. “Andrò dove Trump mi vuole”, ha detto commentando le indiscrezioni su una sua possibile nomina. Su quelle che a suo avviso dovrebbero essere le prossime mosse della Fed, Hassett è stato chiaro: “ha molto spazio per tagliare i tassi” anche oltre 25 punti base. “La cosa più importante per il presidente della Fed è guardare ai dati”, ha aggiunto definendo il suo rapporto con Powell “solido”.
La nomina del prossimo presidente della Fed da parte di Trump è considerata, a prescindere da chi sarà scelto, un test per l’indipendenza della banca centrale. Il tycoon da mesi è in pressing sulla Fed affinché tagli i tassi e spinga l’economia americana. Il timore diffuso è che Trump scelga qualcuno che per “lealtà” realizzi i suoi desideri ignorando i segnali economici e mettendo così a rischio l’indipendenza di un’istituzione chiave per il funzionamento dell’economia americana e mondiale. In attesa dell’annuncio, Powell va avanti per la sua strada. Il presidente della Fed lavora alla creazione di un consenso ancora sfuggente all’interno del board sul taglio dei tassi in modo che la banca centrale appaia compatta, rassicurando così i mercati. Le borse attendono caute. I dati disponibili – ancora pochi a causa dello shutdown – rendono difficile avere un quadro chiaro e si prestano a interpretazioni. Per i falchi della Fed l’inflazione sopra il target del 2% è ancora troppo alta e, per questo, non ci deve essere alcuna fretta nel ridurre i tassi. Per le colombe invece la preoccupazione reale è l’indebolimento del mercato del lavoro, al quale va data la precedenza rispetto ai prezzi. Powell dovrà fare la sintesi delle due posizioni e, in quello che è già definito un “taglio da falco”, annuncerà probabilmente una riduzione del costo del denaro alzando però l’asticella per i prossimi tagli.
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