L’indagine sui turisti-cecchini a Sarajevo aperta dalla procura di Milano, muove
i primi passi. Sarà un ex 007 dell’intelligence bosniaca, che ha già riferito di
aver avuto contatti all’epoca anche con il Sismi (ex servizio segreto militare),
uno dei testimoni principali che saranno ascoltati per riferire su cittadini
italiani che pagavano per andare ad uccidere nella Sarajevo assediata dai
serbo-bosniaci tra il ’92 e il ’96. L’attività istruttoria più rilevante, con i
verbali di persone informate sui fatti, inizierà nei prossimi giorni nelle
indagini condotte dal Ros dei carabinieri e coordinate dal pm Alessandro Gobbis.
La procura è in contatto, attraverso i canali di collaborazione, anche con la
Procura del Meccanismo Residuale per i Tribunali Penali Internazionali,
istituito nel 2010 per completare i lavori anche del Tribunale Penale
Internazionale per l’ex Jugoslavia. Gli inquirenti puntano pure a verificare
l’esistenza di documenti del Sismi che all’epoca avrebbe saputo di quei viaggi
dell’orrore e sarebbe intervenuto per bloccarli. E ciò secondo il racconto di
quell’ex agente segreto bosniaco, riportato nell’esposto dello scrittore Ezio
Gavazzeni, assistito dai legali Nicola Brigida e Guido Salvini.
L’ex 007 (il suo nome è nell’esposto) ha spiegato che l’ex servizio segreto
italiano avrebbe avuto informazioni proprio dai servizi bosniaci, a inizio ’94,
che i “tiratori turistici” partivano da Trieste. E avrebbe “interrotto” quegli
orribili “safari”. L’ex agente bosniaco ha sostenuto pure che ci potrebbero
essere carte conservate su interlocuzioni tra 007 bosniaci e italiani e con
tanto di “identificazioni” di quegli assassini. Già nelle denunce presentate
dall’ex sindaca di Sarajevo, Benjamina Karic (che ha dichiarato di essere
disposta a testimoniare), poi, venivano indicati almeno cinque nomi di persone
che parlarono della vicenda nel documentario ‘Sarajevo Safari’ di Miran Zupancic
del 2022.
L'articolo Un ex 007 bosniaco sarà uno dei testimoni principali dell’inchiesta
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