“Le donne non provochino l’uomo e stiano più tranquille e discrete”. Il ciclone
Jacqueline Bisset travolge il Torino Film Festival 2025. Non ne aveva mai
parlato pubblicamente, ma una delle icone sexy della Hollywood anni
sessanta/settanta, che fece girare la testa a tanti spettatori anche solo
mostrandosi con una t-shirt bagnata in Abissi nel 1977, con le colleghe odierne
del #MeToo non ci va troppo d’accordo. “Ho sempre avuto un atteggiamento molto
ambivalente nei confronti del #MeToo perchè ritengo che le donne abbiano
responsabilità nel non essere sempre provocanti a tutti i costi”.
La bordata di Jacqueline, sotto la Mole letteralmente al galoppo, agile e
splendida come una ragazzina (“parlare della bellezza? è indecente parlare di un
dono divino”), nemmeno una ruga sul viso mai ritoccato (“la chirurgia plastica è
una debolezza”), è di quelle da segnare sul calendario. “Non citatemi in modo
volgare, travisando le mie parole, ma ritengo che sia fondamentale accettare una
condizione di natura: per un uomo avere un’erezione è qualcosa che capita di
frequente, ma questo non significa che una donna deve provocare in continuazione
questo atto naturale che avviene nell’uomo, non deve essere la causa che la
suscita”.
Un sorso impercettibile di acqua naturale e prosegue: “Se un cane fa la pipì sul
tappeto di casa, non ci si sbarazza del cane, ma si insegna al cane di farla
fuori casa. Non voglio paragonare gli uomini ai cani, ma ci sono effettivamente
dei punti di contatto. L’istinto dell’uomo nello spargere seme è per garantire
la continuità dell’umanità. Su questo non discuto, ma discuto del fatto che le
donne devono essere più tranquille e discrete. Perché gli uomini purtroppo
spesso si comportano come quei cani che ho descritto. Certo, mi piace molto che
gli uomini provino entusiasmo nei confronti del sesso e odio che le donne
subiscano abusi e violenze; credo però che ciascuno debba assumersi la sua parte
di responsabilità”.
Bisset piena di flirt e fidanzati più o meno celebri, non si è mai sposata e non
ha mai avuto figli. Più di 80 film in carriera, iniziano con Cul de sac di
Polanski e passando nientemeno che dalle grinfie dell’orco Depardieu nel 2014 in
Welcome to New Yoek, proprio su un violentatore come Domenique Strauss-Kahn.
“Sono sopravvissuta a Hollywood, ho vissuto situazioni complesse e difficili, ma
non ho mai subito violenze. Il comportamento che una donna ha nella vita detta
l’andamento della sua intera esistenza. Rimango orripilata dalle violenze e
dagli abusi, ma oggi c’è una sorta di voglia di esibizionismo ad oltranza
sommata al narcisismo e amplificata dai social dove molte donne si espongono e
provocano istinti privati che possono diventare incontrollati”.
Bisset spiega che la causa di questo atteggiamento sia la mancanza di
un’educazione materna adeguata: “Oggi vedo tante giovani disperate, senza
talento, con un narcisismo patologico. Nelle loro fantasie sono delle star, ma
una fantasia domestica esibita a 360 gradi e sinceramente fa paura. Non ho
profili social, ma anch’io nel mio passato sono stata narcisista. Reputo però
che non sia un elemento fondamentale per un attore. Essere attrici significa
studiare i comportamenti degli esseri umani diversi da sé provando ad
interpretarli. Non si stratta di partire con un trip dell’ego continuo”. Bisset
è a Torino per presentare L’uomo dei sette capestri, film che interpretò assieme
a Paul Newman nel 1972.
L'articolo “Il MeToo? Odio la violenza maschile, ma le donne non devono
provocare in continuazione erezioni all’uomo. Stiano più tranquille e discrete”.
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