La notizia è “storica”, dopo la parentesi di Papa Francesco, la musica torna in
Vaticano e a riaprire le “danze” il 12 dicembre sarà il maestro Riccardo Muti,
su invito di Papa Leone XIV. “Il Papa conosce la straordinaria importanza della
musica per il cristianesimo, e della Chiesa per la storia della musica”, ha
detto il Maestro a Il Corriere della Sera.
L’ultima volta che Muti ha diretto un’orchestra è stato al cospetto di Papa
Benedetto XVI “grande amante della musica ed eccellente pianista e organista”.
Invece con Papa Francesco le cose sono andate diversamente: “Certo, con il suo
avvento non ci sono più stati concerti in Vaticano. L’ho incontrato una sola
volta, quando venne in visita ufficiale allo Stato italiano. Il presidente
Napolitano mi invitò. Gli dissi: ‘Santità, non dimentichi quanto la Chiesa nei
secoli ha fatto per la musica’. E lui
niente. Sorrise“.
Il 12 dicembre Muti dirigerà i musicisti sulle note della “Messa per
l’incoronazione di Carlo X di Luigi Cherubini: uno dei più grandi musicisti del
suo tempo, ammirato e venerato da Beethoven e, come accade troppo spesso, quasi
ignorato nel nostro Paese. Dirigerò l’orchestra di giovani che porta il suo
nome, e che ho fondato vent’anni fa. Con il coro della Cattedrale di Siena”.
Poi una piccola stoccata: “L’acuto del Vincerò? Non se ne può più. La nostra
musica, nel nome del ‘popolare’, viene vilipesa. Dieci tenori messi insieme che
gridano… Se l’opera è patrimonio dell’umanità, dovremmo rispettarla. Per questo
ho fondato un’Accademia per giovani direttori d’orchestra, ora ospitata dalla
Fondazione Prada, dove 600 persone al giorno per due settimane sono venute ad
ascoltare le ‘lezioni’ in cui preparo giovani direttori allo studio dell’opera
italiana”.
L'articolo “L’acuto di ‘Vincerò’? Vilipendio. Dieci tenori insieme che gridano.
Torno in Vaticano per Papa Leone XIV, ma non sono un baciapile”: così Riccardo
Muti proviene da Il Fatto Quotidiano.