La Corte di Cassazione francese ha respinto il ricorso presentato da Nicolas
Sarkozy nel caso Bygmalion. Il 14 febbraio 2024, l’ex presidente è stato
condannato dalla Corte d’appello di Parigi a un anno di reclusione (con la metà
della pena che prevede la reclusione obbligatoria), per il finanziamento
illegale, nel 2012, della sua campagna presidenziale. La condanna diventa
definitiva.
Secondo i magistrati, il reato è accertato e “il candidato ha personalmente dato
il consenso al suo staff affinché sostenesse per suo conto le spese della
campagna, pur sapendo che tali spese avrebbero comportato il superamento del
limite stabilito dalla legge”. Si parla di esborsi per 43 milioni di euro,
rispetto a un tetto imposto dalla legge di 22 milioni e mezzo. Per celare questo
flusso di denaro, – secondo quello che appurò l’inchiesta – fu messo in atto un
sistema di doppia fatturazione, attribuendo gran parte dei costi al partito
Unione per il Movimento popolare (UMP), poi divenuto Les Républicains (LR),
grazie anche ad accordi fittizi con la ditta che curava gli eventi. Oltre a
Sarkozy, sono state condannate in via definitiva altre tre persone: Guillaume
Lambert, ex responsabile della campagna elettorale e gli ex dirigenti dell’UMP
Éric Cesari e Pierre Chassat. A differenza dei coimputati, l’ex capo dello Stato
non è stato accusato di aver partecipato in modo attivo al giro di fatture
false, ma di esserne stato, in quanto candidato, beneficiario.
Dal canto suo, nei vari gradi del processo, Sarkozy ha contestato la tesi
dell’accusa definendola piena di “bugie”. La sentenza sul caso Bygmalion
potrebbe avere ricadute negative anche sull’altro procedimento per cui l’ex capo
dell’Eliseo alla fine di settembre è stato condannato a 5 anni, per aver
permesso ai suoi collaboratori di ottenere finanziamenti segreti dal dittatore
libico Gheddafi nel 2007. Sarkozy ha trascorso tre settimane nel carcere della
Santè, raggiungendo il primato negativo di essere il primo ex presidente a
vedere il sole a scacchi. Il 10 novembre, la Corte di Appello di Parigi gli ha
concesso la scarcerazione in regime di “sorveglianza giudiziaria”. Dal 16 marzo
al 3 giugno Sarkozy e i suoi avvocati saranno impegnati nel dibattimento di
appello.
L'articolo Francia, condanna definitiva per Sarkozy: la Cassazione respinge il
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