Violenze verbali, psicologiche, umiliazioni. Emmanuelle Girard – tennista
francese che nell’ultimo anno non ha giocato dopo esser diventata mamma – ha
dovuto sopportare di tutto nel corso della sua carriera. Soprattutto nella prima
fase, quando a 14 anni arrivò al Creps (Centro di risorse, di competenza e di
performance sportiva). Da lì è iniziato un incubo con l’allora suo allenatore.
Incubo cominciato quando Girard rimase da sola e lì “ho iniziato a vedere il suo
vero volto”, ha raccontato a L’Équipe durante un’intervista cruda e ricca di
aneddoti sconvolgenti. “In allenamento piangevo in campo. Appena sbagliavo
qualcosa, quello mi distruggeva: ‘Sei solo una merda, come puoi fare una cosa
del genere?’. Non avevamo il diritto di sbagliare in allenamento, non avevamo il
diritto di piangere, non avevamo il diritto di mostrare le nostre emozioni'”.
Ma non solo in campo. Anche fuori dal campo la situazione non era delle
migliori, anzi: “La sera dovevamo spegnere i telefoni alle 21:30. Lo aveva
imposto lui. A volte chiamava la sera per controllare. Se il telefono squillava,
il giorno dopo venivi sgridata in riunione davanti a tutte e ti toglieva il
telefono per una settimana. Per collegarci al wifi avevamo un identificativo e
dovevamo inserire il numero della stanza. Controllava ogni giorno chi si
collegava e a che ora”.
E il suo comportamento umiliante toccava anche ambiti della vita privata che
mettevano in imbarazzo le giovani tenniste, soprattutto a 14/15 anni: “Era iper
invadente. Un giorno mi ha detto: ‘Sento che hai il ciclo. Quando cammini sento
l’assorbente che si piega’. Io avevo 15 anni, lui 42 o 43. Ci raccontava anche
le sue storie sessuali… A un’altra ragazza ha detto: ‘Dovresti depilarti le
gambe e le ascelle’. Aveva 14 anni”.
E in caso di sconfitta – anche dopo un bel torneo e delle prestazioni
convincenti – era un’umiliazione: “Persi ai quarti e dopo il match mi distrusse:
‘È inaccettabile, sei davvero solo una merda! Dovrai riflettere sulle
conseguenze delle tue azioni’”.
Girard sbottò e si rivolse alla psicologa del Creps, che le consigliò subito di
andarsene. Ma il controllo psicologico del coach era tale che la giovanissima
tennista non ha avuto il coraggio di andarsene. Trovò un nuovo allenatore e
ritrovò il sorriso, ma quando il “mostro” lo scoprì, minacciò Girard e la
famiglia: “È andato su tutte le furie. Ha convocato una riunione a casa sua con
i miei genitori. Ci disse: ‘Tutto questo è grazie a me. Se mi lasci, non avrai
più nulla. Senza di me, la tua carriera è finita. Invece, se decidi di restare,
devi dire subito a quell’allenatore di smettere di parlarti. Non avrete più
alcun contatto’”. E così fu.
Poi però la situazione degenerò, con la quasi 18enne tennista francese che
iniziò ad avere attacchi di panico e un rifiuto totale del tennis. Confronto
durissimo, urla, insulti e l’addio: “Ho iniziato ad avere disturbi del
comportamento alimentare. Sono stata anoressica per quasi tre anni. Ho perso 10
kg in due mesi, non mangiavo più, dormivo continuamente”.
Da lì ha ritrovato il sorriso e soprattutto la voglia di uscire e tornare a
giocare a tennis: “Essere duri non è un problema. Servono rigore ed esigenza
nello sport di alto livello. Ma è completamente diverso dalla cattiveria e
dall’umiliazione. Questi comportamenti devono cessare”.
L'articolo “Mi diceva ‘Sento che hai il ciclo, quando cammini ti si piega
l’assorbente’. Ci raccontava le sue storie”: le violenze subite da Emmanuelle
Girard proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Sembra la scena di un film d’azione, invece è tutto vero. L’automobile guidata
da una donna trentottenne, che viaggiava insieme alla figlia di 5 anni, è finita
dritta nella vasca di una piscina comunale. È accaduto giovedì a La Ciotat, un
comune francese di oltre 35mila abitanti situato nel dipartimento delle Bocche
del Rodano, nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, e la foto dell’auto
inabissata nella vasca è ovviamente diventata virale sui social.
Ma cos’è accaduto? Secondo le prime ricostruzioni, stando ai filmati delle
telecamere di sicurezza sarebbe stata tutta colpa di una manovra temeraria. Il
veicolo ha prima divelto la recinzione esterna e, a causa della velocità, si è
schiantata contro la vetrata della piscina, “tuffandosi” poi in acqua.
Il dramma per fortuna è stato evitato grazie all’intervento immediato di due
bagnini e di una persona presente nella piscina: i tre uomini si sono subito
tuffati per estrarre la mamma e la figlia prima che l’acqua invadesse
completamente l’abitacolo e le hanno tratte in salvo.
Tanto spavento per loro e per tutti i frequentatori della piscina che in quel
momento si trovavano nella struttura. Le due donne sono poi state portate
all’ospedale di La Ciotat per essere curate, così come un uomo che si trovava
nella struttura pubblica, rimasto leggermente ferito dopo essere stato colpito
dai frammenti delle vetrate andante in frantumi. Per fortuna le loro condizioni
sono buone e sono stati tutti dimessi. Il peggio è stato evitato.
> ???????? | Une #voiture a fini dans la #piscine municipale de La #Ciotat après
> une mauvaise manœuvre d’une conductrice de 38 ans, avec sa fille de 5 ans à
> bord. Une personne a été légèrement blessée pic.twitter.com/0CPQS7ZYQE
>
> — Instant Actu (@Inst_Actu) December 11, 2025
L'articolo Un’auto entra nella piscina comunale e affonda: rocambolesca manovra
di una mamma con la figlia – VIDEO proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Il protossido di azoto deve essere considerato uno stupefacente”, ha detto
stamattina Gérald Darmanin su BFM TV. Il ministro della Giustizia “auspica” una
rapida iscrizione della sostanza nella lista delle sostanze stupefacenti e
propone un divieto esplicito di consumo al volante, con la possibilità di
sequestro dell’auto in caso di violazione. Parigi prepara dunque una stretta
sulla regolamentazione del cosiddetto gas esilarante.
Proprio ieri, Darmanin è andato a Lille a incontrare la madre di Mathis, il
giovane di 19 anni morto il primo novembre scorso dopo essere stato investito su
un asse principale della città da un automobilista che fuggiva un controllo
della polizia: l’uomo era risultato positivo al protossido di azoto. L’avvocato
della famiglia di Mathis, Antoine Régley, ha chiesto al governo un intervento
urgente, limitando la “vendita e l’acquisto del protossido di azoto ai soli
professionisti autorizzati per decreto, su presentazione di apposita
documentazione, da rivenditori specializzati”.
L’allarme legato all’uso ricreativo del gas cresce in Francia dopo diversi
episodi drammatici. Nella notte del 3 dicembre scorso tre ragazzi, di 14, 15 e
19 anni, sono morti ad Alès, nel Gard, in un incidente stradale: il giovane che
era al volante ha mancato una curva e l’auto è finita nella piscina di
un’abitazione privata. Rimasti intrappolati all’interno del veicolo, i tre
giovani sono morti annegati e sono stati ritrovati solo al mattino. Nel mezzo
sono state rinvenuto diverse bombole di protossido di azoto e il conducente è
risultato positivo al test.
Usato legalmente in cucina come propellente, ad esempio nelle bombolette di
panna montata, e in medicina come anestetico e analgesico, il protossido di
azoto, un gas incolore e quasi inodore, è teoricamente vietato ai minori in
Francia dal 2021. La legge prevede una multa di 3.750 euro per chi lo vende
illegalmente a un minore e di 15.000 euro per chi ne incita il consumo. Ne è
anche vietata la vendita dal tabaccaio e nei bar. Di fatto è sempre più diffuso
e popolare tra i giovani, anche giovanissimi, che riescono a procurarselo
facilmente sui social. Inoltre, costa poco e l’effetto euforico è di breve
durata: elementi per cui viene percepito, a torto, come “sostanza sicura”. Da
parte loro, le agenzie sanitarie regionali (Ars) segnalano effetti che vanno dal
disorientamento alle allucinazioni, dall’oscuramento della vista alla perdita di
conoscenza fino a danni neurologici.
I dati statistici sono rari. L’ultimo studio di Santé Publique France, del 2022,
indicava che il 14% dei giovani tra i 18 e i 24 anni aveva già inalato il gas e
che oltre il 3% lo usava con gli amici per sballarsi. Un recente sondaggio Ipsos
indica che in Francia un giovane di meno di 35 anni su dieci ne ha fatto uso “a
scopi ricreativi”, in discoteca o con gli amici, e la metà mentre era al
volante. La percezione del rischio resta bassa: il 10% dei giovani tra i 16 e i
24 anni non ritiene pericoloso respirarlo prima o durante la guida. A fine
ottobre la Fondazione Vinci Autostrade ha avviato una campagna di prevenzione
sul consumo del gas esilarante sulle strade, rivelando che “sempre più bombole
vengono trovate lungo gli assi autostradali e sulle aeree di sosta”.
In Europa, dove il fenomeno cresce ovunque, l’Olanda ha vietato dal 2023 la
vendita e la detenzione del protossido di azoto, inserendolo nella lista delle
sostanze vietate dalla legge sugli stupefacenti. In Francia, benché il Paese sia
tra i più esposti, la legislazione avanza più lentamente, ma qualcosa si sta
muovendo. A marzo il Senato ha adottato un progetto di legge “volto a rafforzare
la lotta contro gli usi impropri del protossido di azoto”, presentata dal
senatore del partito radicale di sinistra (Prg) Ahmed Laouedj. Il testo prevede
il divieto di vendita durante le ore notturne, una multa di 1.500 euro per chi
abbandona cartucce o bombole sulla via pubblica e un inasprimento delle sanzioni
in caso di violazione del divieto di vendita ai minorenni. Ma il provvedimento
non si spinge fino a vietare la vendita ai privati. Dovrà ora essere esaminato
dall’Assemblea nazionale.
Nel frattempo, anche in vista delle feste di fine anno, si moltiplicano le
iniziative locali. In diverse città, Cannes, Bayonne, Grenoble, Colmar, Rodez,
Lille, Orléans o ancora Nancy, i comuni e le prefetture locali hanno adottato
ordinanze che vietano la detenzione, il trasporto e il consumo del protossido di
azoto, sanzionando l’abbandono di bombole e cartucce negli spazi pubblici. La
stampa regionale ha segnalato a metà agosto il sequestro di quasi 350 bombole in
un minimarket di Digione. In questo contesto, la ministra delegata agli Interni,
Marie-Pierre Vedrenne, è stata a Mions, vicino a Lione, dove i casi di utilizzo
improprio del gas sono in forte aumento, per partecipare a una serie di incontri
centrati sulla prevenzione, il rafforzamento degli interventi sul territorio e
il sostegno di politiche di educazione rivolte ai più giovani.
L'articolo Francia, la nuova droga dello sballo è il gas esilarante: il ministro
Darmanin propone di inserirlo nella lista degli stupefacenti proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Quentin Folliot, tennista francese, è stato squalificato per 20 anni
dall’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis (Itia). Secondo un
comunicato pubblicato giovedì, Folliot è stato inoltre multato di 70mila dollari
e dovrà restituire oltre 44mila dollari ricevuti in pagamenti illeciti, a
seguito di 27 violazioni del programma anticorruzione del tennis (Tacp). Il
tennista è considerato una figura centrale in una rete di giocatori che
operavano per conto di un’organizzazione che truccava le partite.
Folliot è il sesto giocatore francese sanzionato in questa inchiesta, dopo
Jaimee Floy Angele, Paul Valsecchi, Luc Fomba, Lucas Bouquet ed Enzo Rimoli. Il
tennista transalpino era stato sospeso già il 17 maggio 2024 e ha negato le 30
accuse mosse contro di lui, che riguardano 11 partite disputate tra il 2022 e il
2024, di cui otto giocate proprio da lui.
Le infrazioni contestate includono tra l’altro: aver manipolato il risultato di
alcuni incontri, aver ricevuto denaro per non impegnarsi al massimo e permettere
di vincere scommesse, aver offerto soldi ad altri giocatori affinché
combinassero partite, aver fornito informazioni riservate, aver organizzato dei
piani per corrompere altri e non aver collaborato con con le autorità
giudiziaria, oltre ad aver occultato delle prove.
Il 20 e il 21 ottobre 2025 si è tenuta un’udienza davanti all’Agente
Indipendente Anticorruzione (AHO) Amani Khalifa, che ha accolto 27 dei 30 capi
d’accusa relativi a 10 delle 11 partite, mentre tre accuse sono state respinte.
Nella sentenza scritta dell’1 dicembre 2025, l’AHO Khalifa ha descritto Folliot
come un “una pedina di un’organizzazione criminale più ampia, che recluta altri
giocatori e cerca di radicare ulteriormente la corruzione nei circuiti
professionistici”. In questo periodo Folliot non potrà giocare, allenare o
assistere a qualsiasi evento tennistico autorizzato o sanzionato dai membri
dell’Itia (Atp, Itf, Wta, Tennis Australia, Federtennis francese, Wimbledon e
Usta) o da qualsiasi associazione nazionale.
L'articolo Scandalo nel tennis, il francese Folliot squalificato per 20 anni:
“Figura centrale in un’organizzazione criminale di combine” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Il video (e l’audio) lasciano poco spazio alle interpretazioni. Domenica 8
dicembre, Brigitte Macron incontra l’attore comico Ary Abittan dietro le quinte
del teatro delle Folies Bergères a Parigi: divanetti e pareti rosse, si avvicina
sorridendo all’uomo e gli chiede “come va?”. “Ho paura”, risponde lui. “Di
cosa?”, ribatte lei. “Se ci sono le brutte stronze le buttiamo fuori.
Soprattutto dei bandidi mascherati”. Risata della première dame, sguardo quasi
incredulo di Abittan che incassa uno degli endorsement più pesante delle ultime
ore. Le brutte stronze (“les sales connes“) sarebbero le militanti del
collettivo femminista “Nous Toutes” che, la sera prima, sono entrate in platea
indossando delle maschere di cartone con l’immagine dell’attore e hanno gridato
“Abittan stupratore”. Lo contestano perché a fine 2021 è stato accusato di
violenza sessuale da una ragazza che frequentava e, dopo tre anni di indagine, è
stato deciso il non luogo a procedere. Il video è stato caricato dal sito del
settimanale Public e la stessa Brigitte Macron non ha potuto fare altro che
giustificarsi: le parole usate, ha precisato il suo entourage, volevano essere
“una critica del metodo radicale usato” dalle attiviste. Una non smentita, e
sicuramente non un passo indietro, che non è bastata a placare le polemiche.
LA PROTESTA DELLE “BRUTTE STRONZE”
Il collettivo “Nous Toutes“, molto noto in Francia per il lavoro di prevenzione
della violenza contro le donne, ha organizzato diverse proteste durante gli
spettacoli di Abbitan: “Denunciamo”, hanno dichiarato sui loro canali social,
“un trattamento mediatico che riscrive i fatti assimilando il non luogo a
procedere all’innocenza, con disprezzo delle prove e del diritto. Questo
significa mantenere la cultura dell’impunità, strumentalizzare le carenze della
giustizia e screditare coloro che osano parlare”. E ancora: “Denunciamo le sale
da spettacolo che stendono un tappeto rosso agli uomini accusati di stupro,
normalizzando le violenze sessiste e sessuali. È un insulto pubblico alle
vittime. Vittime, vi crediamo; stupratori, non vi perdoniamo”.
Subito dopo la diffusione del video in rete, le pagine e gli account delle
femministe, ma anche di decine di sostenitrici (a partire dall’attrice Judith
Godrèche), si sono riempite della scritta “#sallesconnes e fiere di esserlo”. A
sostenerle anche l’ex presidente della Repubblica e ora deputato socialista
François Hollande: “Quando si tratta di donne in lotta contro le violenze su
altre donne donne, non si parla in questo modo”, ha detto ai microfoni di radio
RTL. Per l’ex capo dell’Eliseo, quanto accaduto è soprattutto un “problema di
volgarità”. “Ci possono essere forme di protesta che ci urtano. Ma bisogna
provare, quando si ha una funzione, una responsabilità, una presenza, di cercare
la pacificazione e non ricercare l’escalation verbale”. Hollande ha anche
aggiunto che “in Francia non esiste uno statuto di première dame. È libera,
madame Macron, di dire ciò che pensa, anche se possiamo eventualmente
commentare…”. Ma il caso è già diventato politico. Tanto che per la France
Insoumise è solo uno dei tanti motivi per cui il presidente dovrebbe dimettersi:
“Abbiamo iniziato con i diritti delle donne, la ‘grande causa del quinquennato’,
e si finisce per insultarle”, ha scritto su X l’eurodeputata Manon Aubry
ricordando i proclami del presidente. “È tempo che la coppia Macron se ne vada“.
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L'articolo Brigitte Macron chiama “brutte stron*e” le femministe che contestano
il comico Ary Abbittan proviene da Il Fatto Quotidiano.
È scattato l’allarme anti-drone nella base sottomarina dell’Ile Longue, nella
rada di Brest, all’estremo ovest della Francia. Nella serata di giovedì, cinque
velivoli, dei quali non si conosce la provenienza, sono stati intercettati nei
cieli sopra l’avamposto dove sono dislocati i sottomarini nucleari lanciamissili
della dissuasione nucleare francese, come riferito dalla gendarmeria locale.
Immediata la reazione del battaglione di artiglieria marittima che, si aggiunge,
“ha effettuato diversi tiri antidrone“.
La base francese gode di una protezione di primo livello. Al suo interno sono
dislocati 120 gendarmi della Marina che si coordinano con un battaglione di
fucilieri. Questo dispiegamento di forze è legato soprattutto alla presenza di
quattro sottomarini di cui viene assicurata la manutenzione, almeno uno dei
quali è in permanenza in mare per garantire la dissuasione nucleare. Non è la
prima volta che scatta un allarme simile, nonostante il sorvolo in questa zona
sia vietato per le informazioni sensibili presenti all’interno della struttura
militare. Nella notte fra il 17 e il 18 novembre, ad esempio, ne era stato
segnalato un altro “al di sopra della penisola di Crozon“, di cui fa parte l’Ile
Longue.
Se gli episodi simili e noti riguardanti la base francese si limitano a due,
sorvoli di mezzi, da droni a caccia stranieri, o presunti sconfinamenti di
sottomarini nelle acque del Mare del Nord si sono registrati più volte in
passato. In alcuni casi, la responsabilità è stata attribuita alla Russia, in
altri si è rimasti senza conoscere i responsabili, in altri ancora, infine, si è
trattato di errori commessi da Paesi alleati tra loro.
L'articolo Cinque droni sorvolano una base nucleare francese: scatta l’allarme
sicurezza. “Effettuati tiri per abbatterli” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Ventun anni. Tanto è servito al Lens per rivedere il proprio nome in cima alla
classifica della Ligue 1. Un tempo sufficiente a cambiare presidenze, cicli
tecnici, generazioni di tifosi e persino identità calcistiche. Eppure, tra le
mura del Bollaert-Delelis, c’era sempre stata una silenziosa convinzione: che il
Sang et Or, prima o poi, sarebbe tornato. Non una sorpresa assoluta, quindi, ma
il coronamento di un percorso che oggi il calcio francese osserva con un misto
di stupore e rispetto. La vittoria ad Angers, firmata dall’ex capitano
dell’Udinese Florian Thauvin, ha proiettato il Lens al primo posto dopo più di
due decenni. Ma per capire come una squadra con il decimo budget del campionato,
reduce da anni di difficoltà economiche e da un mercato estivo definito “di
sopravvivenza”, sia arrivata a sfidare PSG e Marsiglia nella lotta al titolo,
bisogna comprenderne il contesto.
Trasferimenti mirati, rinascita di singoli giocatori, l’assenza di impegni
europei e un uomo in panchina che un anno e mezzo fa non aveva nemmeno il
patentino. Pierre Sage, oggi al centro della rivoluzione giallorossa, è una
figura quasi romanzesca. Partito come direttore tecnico del settore giovanile
del Lione, promosso per necessità quando Grosso lasciò nel 2023 un club nel
caos, confermato grazie a una miracolosa risalita culminata in un posto in
Europa League. Eppure, appena un anno dopo, il Lione lo licenziò. Ma Sage non si
è abbattuto. Ha aspettato. E il Lens gli ha dato la possibilità che sognava: un
ambiente in cerca di guida, una squadra da plasmare e una tifoseria tra le più
passionali di Francia.
Il Lens ha vinto otto delle ultime dieci partite, con un pareggio e una sola
sconfitta. Numeri che non si spiegano solo con l’entusiasmo o con il momento
magico. Ci sono basi solide, c’è una personalità che la squadra non mostrava dal
1998, anno dell’unico titolo nazionale. Solo 12 gol subiti in 14 giornate,
miglior difesa del campionato insieme al PSG. Al centro di tutto, come un
metronomo, c’è Mamadou Sangaré. Non è una star internazionale, non è stato
pagato cifre astronomiche (8 milioni di euro al Rapid Vienna), eppure è il
filtro che dà ordine all’intera squadra. I suoi 7,2 duelli vinti a partita,
quarto miglior dato della Ligue 1, sono superiori a quelli di qualsiasi
giocatore di PSG o Marsiglia. È il simbolo di un’idea chiara: si può costruire
in grande anche senza nomi altisonanti.
Davanti, invece, c’è un’armonia che sta deliziando persino gli analisti più
scettici. Il duo Thauvin–Thomasson ha prodotto la metà dei gol stagionali: 12 su
24 tra reti e assist. “Se non lo faccio io, data la mia carriera e la mia età,
chi lo farà? Essere un punto di riferimento è bello, naturale e logico. Fa bene
a me e alla squadra”. Parole da trascinatore quelle rilasciate dal campione del
mondo 2018 al termine del successo sull’Angers. Il suo socio, capitan Thomasson,
è il secondo miglior assistman della Ligue 1 dietro solo a un certo Vitinha. E
se loro due costruiscono, Saïd e il nuovo acquisto Édouard finalizzano: entrambi
a quota cinque gol, entrambi protagonisti di una stagione fin qui entusiasmante.
In quattro hanno partecipato a 22 dei 24 gol: una cooperativa che funziona
perché nessuno cerca la gloria personale, ma tutti vogliono essere parte del
meccanismo.
Il Lens è sì una squadra dalle radici francesi, ma con una vena italiana che
forse non tutti conoscono. Il proprietario Joseph Oughourlian, lo stesso che ha
riportato il Padova in Serie B ed è coinvolto in colossi come Parmalat e
Mediaset, è il garante economico di un club che solo nel 2016 ha rischiato il
fallimento. E in Italia, la scorsa estate, sono arrivati anche alcuni degli
attori chiave degli ultimi anni, come Diouf ed El Aynaoui, ceduti
rispettivamente a Inter e Roma. Giocatori che erano importanti, ma la cui
assenza è stata colmata al meglio. E i risultato si vedono. Tolte le sconfitte
con Lione e Psg tra agosto e settembre, il Lens ha avuto la meglio in tre
scontri diretti contro Lille, Marsiglia e Monaco. La mancanza di competizioni
europee ha anche permesso a Sage di preparare ogni partita come fosse una
finale, ma l’esperienza maturata due anni fa, quando il Lens sfiorò gli ottavi
di Champions e batté al Bollaert Siviglia e Arsenal, ha lasciato il segno. I
giallorossi oggi non sono più un intruso. Sono una candidata credibile al
titolo. Il terzo incomodo che sta riscrivendo le dinamiche del calcio francese.
L'articolo Thauvin in attacco, Sangaré metronomo, Sage in panchina: come fa il
Lens ad essere primo in Ligue 1 davanti al Psg proviene da Il Fatto Quotidiano.
“È stato uno choc per tutta la squadra”. È con queste parole che Jean-Mathieu
Dauvergne, responsabile della fattoria L’Escargot Des Grands Crus, ha commentato
il furto sui generis che ha colpito uno dei principali allevamenti di lumache
della Marna, nel nord della Francia. Il bottino, stimato in circa 90.000 euro, è
composto dall’intera scorta di escargot fresche e surgelate, destinate ai
ristoranti di alta cucina e alle gastronomie della regione.
Il furto arriva nel momento più delicato del calendario gastronomico francese.
Il consumo di lumache, piatto tradizionale servito con burro all’aglio o vino,
registra infatti un’impennata proprio in vista dei menu di Natale e Capodanno.
L’Escargot Des Grands Crus, situata a Bouzy, fornisce anche ristoranti stellati
di prestigio, come Les Crayères di Reims, rendendo il danno non solo economico,
ma anche operativo. Secondo una prima ricostruzione della gendarmeria francese,
i ladri avrebbero agito nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Il loro modus
operandi è stato preciso: hanno tagliato la recinzione perimetrale e forzato poi
gli edifici della piccola azienda. Il furto è rimasto inosservato per diversi
giorni, tanto che la denuncia è stata formalizzata solo nel corso della
settimana.
Le immagini diffuse in seguito al sopralluogo mostrano scaffali e frigoriferi
quasi completamente svuotati. I ladri, evidentemente, non erano interessati solo
al prodotto finito, ma hanno portato via sia i prodotti pronti per la vendita
che le materie prime del laboratorio. La direzione dell’azienda parla di “un
colpo durissimo” proprio perché l’intera scorta era stata predisposta per
affrontare senza affanni la cruciale stagione delle Feste. La gendarmeria ha
avviato indagini per rintracciare i responsabili di questo furto atipico. Nel
frattempo, l’azienda è alle prese con l’urgenza di ricostituire le scorte per
onorare gli ordini in vista di Natale, in un mercato dove la velocità è tutto.
L'articolo “E’ stato uno choc, ora sono a rischio i cenoni di Natale e
Capodanno”: maxi furto di lumache in una fattoria, bottino da 90 mila euro.
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Le radiazioni solari intense potrebbero interferire con i computer di controllo
di bordo degli Airbus 320. Il bug ha lasciato a terra, per cautela, circa 6.000
aerei di linea, la metà in forza all’azienda. I toni sono rassicuranti: basterà
un aggiornamento al software e i voli potranno riprendere. In Italia le
ripercussioni appaiono contenute, nel Regno Unito l’autorità ha avvisato che in
giornata ci saranno “disagi e cancellazioni”.
L’azienda aerospaziale ha fatto sapere di aver trovato la falla dopo aver svolto
accertamenti su un incidente avvenuto tra gli Stati Uniti e il Messico: un volo
di linea della JetBlue Airways dopo aver perso quota in modo improvviso era
stato costretto a un atterraggio di emergenza in Florida, a Tampa, e almeno 15
persone erano rimaste ferite.
La “cimice” avrebbe intaccato l’Elevator Aileron Computers (Elac), il sistema
che controlla stabilizzatore e alettoni e interviene in caso di parametri di
volo fuori norma. L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha emanato una
direttiva di emergenza, imponendo un intervento senza il cui gli aerei dovranno
restare a terra.
Insomma Airbus dovrà fare ricorso alla versione del software precedente e
ammette che oltre al 320 – il modello più venduto – il bug deve essere rimosso
dai modelli 318, 319 e 321. Cifre alla mano, l’azienda ritiene che circa 5.100
aerei potranno essere nuovamente operativo con un aggiornamento che non porterà
via più di tre ore, ma sui modelli più vecchi – circa 900 – il lavoro sarà più
lungo, dunque non potranno trasportare passeggeri sino a quando non saranno
messi in sicurezza nella loro strumentazione.
Per quel che riguarda il panorama delle compagnie: negli Stati Uniti American
Airlines si aspetta “ritardi operativi” perchè 340 dei suoi aerei sono
interessati all’aggiornamento. Delta Airlines parla di “impatto limitato”. In
Europa, British Airways rassicura i suoi passeggeri, Air France invece è quella
che soffre di più nella giornata odierna con 50 aerei rimasti a terra a Parigi.
Wizz Air ha dichiarato che ha già fatto l’aggiornamento sui suoi mezzi.
Lufthansa, IndiGo e easyJet, hanno fatto sapere che i loro aerei non saranno
operativi sino a quando il software non sarà ripristinato.
“Ci scusiamo per l’inconveniente causato e collaboreremo a stretto contatto con
gli operatori, mantenendo la sicurezza come nostra priorità assoluta e
fondamentale” dicono dall’azienda europea con sede a Bignac, in Francia. Di
certo una “cimice” fastidiosa per Airbus, che dal 2019 aveva superato la rivale
americana Boeing per mezzi consegnati alle compagnie di tutto il mondo.
L'articolo Un bug nel sistema di controllo degli Airbus 320: ne restano a terra
6.000, disagi per i passeggeri in tutto il mondo proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Dal 12 gennaio 2026 la Francia avvierà il servizio militare volontario: il
presidente Emmanuel Macron, durante la presentazione dell’iniziativa avvenuta
nella base della 27a Brigata di fanteria da montagna, a Varces (Isère), ha
sottolineato che l’impegno sarà richiesto solo sul territorio nazionale. I
dettagli si possono già trovare sul sito web dell’Armée: i candidati che
supereranno la selezione riceveranno uno stipendio mensile di circa 800 euro
lordi, esclusi i bonus, e beneficeranno di uno sconto del 75% sulle tariffe
ferroviarie SNCF. Come avviene in questi casi, vitto e alloggio saranno a carico
dell’esercito. La prima selezione avverrà su questi requisiti: cittadinanza
francese, buone condizioni di salute, età compresa tra i 18 e i 25 anni. È
inoltre necessario aver completato la giornata di servizio nazionale (Journée
Défense et Citoyenneté): si tratta di una iniziativa che fu avviata in seguito
alla sospensione nel 1997 del servizio nazionale militare obbligatorio. La
Giornata di Preparazione alla Difesa (JAPD), è poi divenuta Giornata della
Difesa e della Cittadinanza (JDC) nel 2011, obbligatoria per uomini e donne, dai
16 ai 25 anni.
Macron ha definito lo sforzo economico per avviare il servizio militare
volontario “essenziale”, e attingerà alla legge di programmazione militare
2026-2030, con un budget aggiuntivo di oltre due miliardi di euro. Il capo
dell’Eliseo ha snocciolato questi numeri: “3.000 giovani saranno selezionati per
svolgere il servizio nazionale nell’estate del 2026 e il numero dei partecipanti
aumenterà gradualmente fino a raggiungere i 10.000 entro il 2030. La mia
ambizione è raggiungere i 50.000 entro il 2035”.
Il presidente francese ha anche tracciato uno schema futuro per la forza armata
francese: “Questo nuovo modello si baserà su un nucleo: l’esercito attivo che
conosciamo dalla fine degli anni ’90, rafforzato dai professionisti della
riserva, il cui numero passerà da 45.000 a 80.000 nel 2030. Ma sarà anche
completato da una forza proveniente dai giovani”.
L’iniziativa si inquadra nel contesto storico che in Europa è mutato in seguito
all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nel febbraio 2022. La Francia,
assieme a Germania e Regno Unito, è stata e continua a essere tra le nazioni che
vogliono proseguire il sostegno a Kiev, contestando in alcune fasi le iniziative
di un “piano di pace” americano promosso dal Donald Trump, giudicato sbilanciato
in favore di Mosca. C’è poi la percezione che l’attacco della Russia abbia messo
a nudo la fragilità del sistema di difesa europeo, troppo adagiato sul sostegno
degli Stati Uniti alla Nato. Così, la Francia si muove sulla scia della Germania
cercando di attrarre nuove reclute e ripristinando la leva volontaria; lo stesso
obiettivo si pongono Polonia, Paesi Bassi, Romania e Bulgaria. Attualmente, le
forze armate francesi contano circa 200.000 militari e 47.000 riservisti, che
dovrebbero aumentare entro il 2030 a 210.000 e 80.000.
Reazioni politiche: Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, il
partito di destra la cui leadership resta legata a Marine Le Pen ha espresso
sostegno, purchè il servizio sia su base volontaria. Patrick Kanner, presidente
del gruppo socialista al Senato è più cauto ma apre alla possibilità come ha
dichiarato domenica scorsa su France 3: “Credo in un esercito professionale. Ma
se i giovani vogliono impegnarsi per la nazione, sono favorevole”.
L'articolo Francia, Macron ripristina il servizio militare su base volontaria:
10 mesi di leva ma solo “su territorio nazionale” proviene da Il Fatto
Quotidiano.