Un gruppo di 80 tra autori, autrici, case editrici e personalità del mondo della
cultura ha scritto una lettera per chiedere spiegazioni sulla presenza tra gli
stand di “Più Libri Più Liberi” della casa editrice Passaggio al Bosco. Una
scelta che, dicono, hanno accolto con “sorpresa” perché il catalogo della
piccola realtà si basa “in larga parte sull’esaltazione di esperienze e figure
fondanti del pantheon nazifascista e antisemita”. L’appello, firmato da come
Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare, Carlo Ginzburg, Daria Bignardi
e Caparezza, si rivolge direttamente all’Associazione Italiana Editori (Aie),
responsabile dell’assegnazione degli spazi.
“Nelle dichiarazioni dell’editore”, si legge nel testo, “questi titoli
dovrebbero rappresentare ‘il punto di vista del pensiero identitario’; quale sia
precisamente questo punto di vista lo si capisce scorrendo le schede dei libri
compilate dall’editore stesso: il pamphlet scritto da Leon Degrelle, fondatore
della divisione vallona delle Waffen Ss, rappresenterebbe ‘impareggiabile
contributo alla formazione dell’élite militante’. Lo stesso Degrelle, insieme a
Corneliu Zelea Codreanu, fondatore della Guardia di Ferro e del Movimento
Legionario – due tra i più violenti e antisemiti movimenti fascisti degli anni
’30 in Romania – figurano tra gli interpreti delle ‘più alte virtù di coraggio,
disciplina, senso del dovere, altruismo e dominio di sé'”, proseguono
ripercorrendo la storia della casa editrice in questione precisando che queste
“sono solo alcune delle figure cardine di questo ‘pensiero identitario‘ di cui
il catalogo e ricchissimo”. Per questo, “appare evidente che non si tratta di
testi di studio o di indagine su determinati fenomeni o periodi storici, ma di
un progetto apologetico”, aggiungono.
“Sorge spontaneo chiedere allora all’Associazione Italiana Editori, responsabile
dell’assegnazione degli stand: com’è possibile che, pur nel rispetto di ogni
orientamento politico, questo tipo di pubblicazione sia stata ritenuta
compatibile con il regolamento che viene sottoscritto da ogni editore? Non c’e
forse una norma – l’Articolo 24, ‘osservanza di leggi e regolamenti’ – che
impegna chiaramente gli espositori ad aderire “a tutti i valori espressi nella
Costituzione Italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea
e nella Dichiarazione universale dei diritti umani ed in particolare a quelli
relativi alla tutela della libertà di pensiero, di stampa, di rispetto della
dignità umana? Poniamo quindi queste domande e preoccupazioni all’attenzione
dell associazione italiana editori per aprire una riflessione sull’opportunità
della presenza di tali contenuti in una fiera che dovrebbe promuovere cultura e
valori democratici”, chiedono i firmatari.
L'articolo “Fuori da Più Libri Più Liberi lo stand dell’editore che esalta
figure nazifasciste e antisemite”. Da Barbero a Zerocalcare, in 80 firmano
l’appello proviene da Il Fatto Quotidiano.