L’ultima sua presenza sul palco di Atreju risaliva al 2008, 17 anni fa. Due anni
dopo da quella stessa manifestazione Silvio Berlusconi pronunciò il suo nome
provocando una bordata di fischi dei ragazzi della Giovane Italia. E nel 2011 fu
proprio Giorgia Meloni a decidere di non invitarlo più. Ma oggi riecco
Gianfranco Fini. Il leader di quella che fu Alleanza nazionale è salito sul
palco della festa di Fratelli d’Italia per un confronto con Francesco Rutelli,
trentadue anni dopo la loro sfida per il Campidoglio. Il ritorno ad Atreju “è un
momento bello, emozionante, un ritorno a casa, se me lo consentite”, ha esordito
Fini.
L’ex presidente della Camera parla della fine di An, della nascita di Fdi e
dello strappo con Berlusconi. “L’errore è stato chiedere e ottenere lo
scioglimento di Alleanza Nazionale, perché era era un movimento politico basato
su un senso comunitario“, ha detto l’ex presidente della Camera riconoscendo “il
merito” avuto da Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni nel “ricostruire questa
comunità, perché se si rimane al di fuori del proprio perimetro si rischia di
essere in qualche modo apolidi”. Lei si riconosce nel centrodestra di oggi?
“Sì”, risponde Fini: “Io credo di essere intellettualmente onesto quando ammetto
gli errori. L’ho fatto. Non ho chiesto e non chiedo nulla, lo sanno Arianna e
Giorgia”, aggiunge. “Poi è chiaro – spiega – che sono passati tanti anni, è
tutto cambiato, è tutto diverso e quindi mi riconosco, l’ho votata, la voterò.
Non condivido al 100%, come è naturale da uomini liberi”.
Gianfranco Fini commenta anche quanto accaduto nel 2010, con la frattura con
Silvio Berlusconi, e quel “che fai mi cacci?” durante il Consiglio nazionale del
Popolo della libertà. “Mi sono pentito di aver posto le condizioni che mi hanno
portato a ritrovarmi incompatibile col Pdl. Le condizioni che avevo creato lo
scioglimento di An nel Pdl. Ma non era più possibile continuare ad assecondare
in modo quasi obbligato”, afferma sottolineando: “Non mi sono mai fatto
comandare da nessuno“.
Con lui sul palco l’avversario delle elezioni amministrative di Roma del 1993.
“È come il film Ritorno al futuro, ma non per me, per” Fini, commenta Rutelli.
“Io lo sapevo che sarei venuto per un tributo a un fondatore e che ripercorrere
l’elezione del 93 è un pretesto per farlo tornare qua”, ironizza l’ex sindaco
della Capitale. Da lui arrivano anche commenti positivi per la presidente del
Consiglio: “Io rispetto Meloni perché si trova a dover gestire un periodo di
cambiamento a livello geopolitico e strategico. È un mondo che sta cambiando –
ha aggiunto – e chi governa ha la necessità di tenere un equilibrio. Sarebbe
saggio trovare, nella differenza fra maggioranza e opposizione, alcune aree in
cui l’opposizione scelga di trovare una convergenza nei punti di utilità per il
paese, che non significa fare pastrocchi”, continua Rutelli dal palco di Atreju.
Infine, quando la moderatrice del confronto Hoara Borselli gli chiede se si
riconosce nel centrosinistra di oggi, la sua risposta è lapidaria: “Faccia la
domanda successiva“.
L'articolo Il ritorno di Fini ad Atreju: “Mio errore sciogliere An. Lo strappo
con Berlusconi? Non mi sono mai fatto comandare” proviene da Il Fatto
Quotidiano.