Il professor Silvio Garattini ha parlato di salute a tavola e per favorire una
maggior longevità c’è un segreto: mangiare poco ed evitare due alimenti.
Garattini che ha appena compiuto 97 anni ha partecipato a “La volta buona”, il
programma di Raiuno condotto da Caterina Balivo.
“Non si parla a sufficienza del tema longevità, soprattutto nella scuola, che è
sostanzialmente priva di insegnamento sulla salute: basterebbe un’ora a
settimana in ogni classe, con lezioni di persone preparate e competenti. La
situazione cambierebbe molto, ci sarebbe più cultura“, ha detto l’oncologo,
farmacologo e ricercatore, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche
farmacologiche Mario Negri.
“Bisogna mangiare poco e considerare che il vino è cancerogeno perché contiene
alcol. Le regole alimentazioni dell’alimentazione prevedono una dieta varia e
mangiare poco: questo è un fattore di longevità”, dice Garattini. Importante non
saltare pasti: “Io a mezzogiorno prendo almeno una spremuta d’arancia o una
banana, qualcosa bisogna mangiare”.
Il valore del digiuno intermittente, nelle varie modalità, è relativo: “Non è
così importante quando si mangia, conta la quantità totale. Uno può anche
mangiare 5 volte al giorno, basta che il totale sia relativamente poco“.
Gli alimenti sconsigliati? “La carne rossa e il burro, che va sostituito con
olio d’oliva”. L’attività fisica è un bonus: “Bisogna fare fatica quando si fa
attività fisica. Salire le scale a piedi è un’attività che comporta uno sforzo.
Camminare e guardare le vetrine non è attività fisica…”.
Giancarlo Magalli, ospite in studio, scherza: “Se la longevità è legata al
mangiare poco, io dovrei essere morto a 12 anni”, dice il conduttore. “Se lei
mangia poco, vivrà di più”, replica Garattini. “Ma mi diverto di meno…”.
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longevità”: così il professor Garattini. Magalli: “Allora io dovrei essere morto
a 12 anni” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Giancarlo Magalli è uno degli ospiti del nuovo appuntamento di “Ciao Maschio” di
Nunzia De Girolamo, in onda sabato 13 dicembre alle 17.05 su Rai 1. Magalli
ripercorre la sua formazione, gli inizi della carriera e una vita professionale
attraversata da collaborazioni decisive e da una franchezza che non ha mai
rinnegato.
“Avevo come compagni di scuola Mario Draghi, con cui sono rimasto amico e ogni
tanto ci sentiamo, Luca Di Montezemolo, Gianni Di Gennaro, l’ex capo della
Polizia. Una classe piuttosto particolare”, ha affermato. E ancora: “Ero io che
facevo copiare loro. Tranne Draghi: lui era sempre il primo della classe, non
abbiamo dubbi”.
Magalli racconta poi la nascita di uno dei programmi più iconici della
televisione italiana, nato quasi per caso: “Eravamo io, Gianni Boncompagni e
altri amici. Avevamo scritto il programma per Gianni Morandi, che inizialmente
aveva detto sì. Poi cambiò idea. Fu allora che Boncompagni disse: Guarda che
Raffaella Carrà lo farebbe benissimo. Lei si presentò alla prima puntata
dicendo: Io sono qui a fare un lavoro che non so se so fare, spero almeno di
impararlo. Quell’umiltà colpì il pubblico. La diva che ammette una sua
debolezza”.
Il racconto si fa poi più netto e personale quando si parla di Pippo Franco, con
cui Magalli ha condiviso una lunga stagione professionale: “Sono stato il suo
autore per tredici anni. Negli anni Settanta tutto quello che faceva, cinema,
radio, televisione, teatro, cabaret, era scritto da me. Di recente gli hanno
fatto una lunga intervista sulla sua vita. Ha nominato tutti, tranne me. Forse
si è dimenticato”.
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lavoro che non so fare, spero di impararlo’. Quell’umiltà colpì tutti”: così
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