
“Era consapevole che stava morendo”, le parole della famiglia dell’uomo che morì per un melanoma scambiato per ascesso
Il Fatto Quotidiano - Thursday, November 20, 2025“Chi perde un genitore è orfano, chi perde un coniuge è vedovo. Ma noi che abbiamo perso un figlio, cosa siamo?”. Biagio Nuovo, è il padre di Thomas, l’uomo romano morto 5 anni fa, il 15 dicembre 2020, a seguito di un errore medico. Mercoledì nell’ambito del processo sono state ascoltate le testimonianze di famiglia e amici. Il calvario era iniziato due anni prima, nell’aprile del 2018, quando il dentista a cui si era rivolto gli diagnosticò una semplice gengivite invece del melanoma che poi l’avrebbe ucciso, nonostante i dubbi dell’igienista dentale che regolarmente lo visitava. L’odontoiatra, a processo per omicidio colposo, era stato rinviato a giudizio lo scorso anno dopo le indagini preliminari.
La madre, Francesca Favaloro, ricorda così il figlio che a 44 anni ha dovuto salutare due bambini piccoli. “Mi chiese ‘posso venire a stare da voi dopo l’operazione? Non voglio farmi vedere da mio figlio così” racconta la donna spiegando che l’uomo era rimasto con lei fino alla morte. Gli interventi cominciano nel 2018, Thomas accusa solo un dolore alla gengiva. Poi continuano, regolarmente, perché l’ascesso peggiora. Solo a fine gennaio 2019 arriva la diagnosi di melanoma. “Dicono che certe cose passano col tempo, invece mio figlio mi manca ogni giorno di più. Era un camperista, spesso mi portava con sé. E invece adesso sono depresso, non voglio neanche uscire. Mio figlio era un consulente aziendale, aveva un cliente nella palazzina di questo dentista che gli ha consigliato di rivolgersi a lui. Lui aveva capito bene che se ne stava andando e aveva iniziato a crearsi il suo ambiente della morte“.
Chiamato a testimoniare anche Massimiliano Gelordi, un grande amico di Thomas oltre ad essere un suo collega. Parla del suo carattere “una persona eccezionale e dalle grandi capacità. Alcuni clienti lo ricordano ancora oggi. Era un ragazzo atletico e consapevole del suo fisico.” e parla delle paure della vittima che “ha sempre avuto la convinzione che quello che aveva non fosse un semplice ascesso, ma qualcosa di più serio. Noi colleghi lo prendevamo in giro, gli davamo dell’ipocondriaco. E invece ha sempre avuto ragione“.
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