Colpo di scena. Dal 7 gennaio visitare la Fontana di Trevi, a Roma, costerà due
euro. Il ticket per accedere al monumento, il secondo più visitato della
Capitale dopo il Colosseo, sarà previsto per i turisti ma non per i residenti a
Roma, per i quali l’accesso continuerà ad essere gratuito.
Il nuovo assetto prevederà due corsie, una per i turisti e una per i romani,
delimitati da paletti di ottone e ci sarà la possibilità di pagare con la carta
di credito. “La scelta – spiega il Corriere della Sera – è stata caldeggiata
dall’assessore al Turismo e grandi eventi Alessandro Onorato e sposata
dall’amministrazione e ha come obiettivo la salvaguardia della fontana”.
L’introduzione di un ticket per la Fontana di Trevi potrebbe rappresentare per
le casse comunali di Roma un tesoretto da 20 milioni di euro, considerato che
nei primi 6 mesi del 2026 il monumento è stato visitato da oltre 5,3 milioni di
turisti, più del Pantheon nell’intero 2024.
Non è d’accordo il Codacons: “No al ticket per i turisti che vogliono accedere
alla Fontana di Trevi, ma sì ad accessi contingentati per evitare
sovraffollamenti e che venga deturpata l’area”.
“Siamo da sempre contrari alla monetizzazione di monumenti, piazze, fontane e
siti di interesse storico e culturale, – si legge nella nota diramata alla
stampa – e crediamo che istituire biglietti di ingresso a pagamento sia un danno
per i turisti, i quali devono poter godere gratuitamente delle bellezze di Roma,
anche perché spesso i soldi raccolti attraverso i balzelli imposti ai turisti
che arrivano in Italia, come nel caso della tassa di soggiorno, non vengono
utilizzati per migliorare i servizi all’utenza. Ma solo per coprire i buchi di
bilancio”.
E ancora: “Al tempo stesso occorre limitare affollamenti e turismo di massa, che
creano degrado e deturpano il patrimonio della capitale, e in tale direzione
sosteniamo gli ingressi contingentati alla Fontana di Trevi, soluzione che
permette agli stessi visitatori di godere meglio dell’area senza calche e
assembramenti”.
L'articolo La Fontana di Trevi a pagamento da gennaio: due euro per visitarla.
“Il ticket rappresenterebbe per le casse comunali di Roma un tesoretto da 20
milioni” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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È stato arrestato e portato in carcere il 45enne accusato di stupro e sequestro
di persona ai danni di una giovane turista a Roma, l’estate scorsa. L’uomo,
cittadino peruviano, è stato identificato dopo le indagini partite sulla base
della denuncia fatta partire dalla 24enne di origini colombiane. Il
provvedimento, eseguito dagli agenti del 1 Gruppo Centro della Polizia Locale di
Roma Capitale, è stato emesso dal Tribunale di Roma dopo le indagini degli
agenti.
Dalle ricostruzioni, la donna – non riuscendo a trovare l’albergo in cui
alloggiava e senza credito sul cellulare – si era rivolta all’uomo, dipendente
di un ristorante del Centro Storico. Il 45enne si sarebbe dimostrato
inizialmente disponibile e amichevole. Una volta fatta accomodare la ragazza nel
locale ha iniziato a versarle da bere bevande alcoliche. Diventato molesto e
insistente, il reo ha poi condotto la donna in un pub dove ha continuato a farla
bere e, fatta ubriacare, l’ha riportata nel locale con la promessa di cucinarle
qualcosa. Qui si sarebbe consumata non solo la violenza sessuale, ma anche il
sequestro.
La donna è rimasta segregata nel locale per un po’ di tempo ed è riuscita a
scappare soltanto approfittando della distrazione dell’aguzzino. Una volta
uscita – in preda al panico e con gli abiti sporchi del rosso del vino e del
sangue – la 24enne ha incontrato una pattuglia della Polizia Locale che le ha
fornito assistenza.
L'articolo Turista sequestrata e violentata in un locale del centro di Roma. In
carcere l’aggressore proviene da Il Fatto Quotidiano.
L’hanno trovata morta nella sua cella. È ancora tutta da chiarire la vicenda
dell’ennesima morte in carcere. Questa volta si tratta di una dona, detenuta
nella sezione femminile del carcere di Rebibbia. La polizia penitenziaria sta
indagando per far luce sulla vicenda, le cui circostanze sono ancora da
chiarire.
In seguito al decesso, sono stati rinviati a data da destinarsi i Giochi della
Speranza, promossi dalla Fondazione Giovanni Paolo II, dal Dipartimento
dell’amministrazione penitenziaria e dalla rete di magistrati ‘Sport e
Legalità‘. Al posto dell’iniziativa sportiva, si terrà un momento di
raccoglimento all’interno del penitenziario assieme ai partecipanti che erano
già stati invitati: tra questi, la deputata Michela Di Biase del Partito
democratico. I Giochi della Speranza erano giunti alla seconda edizione,
chiamati anche la “piccola olimpiade in carcere”. L’iniziativa è stata
organizzata in occasione del Giubileo dei detenuti che va dal 12 al 14 dicembre.
Due giorni fa, la sezione femminile di Rebibbia è stata visitata dal Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella per l’inaugurazione di un’istallazione
permanente. Il capo dello Stato aveva sottolineato la “condizione totalmente
inaccettabile” in cui sono costrette a vivere le persone detenute nelle carceri.
Solo 48 ore dopo l’ennesimo caso di morte in un penitenziario italiano.
L'articolo Detenuta trovata morta nel carcere di Rebibbia: indagini in corso.
Rinviati i Giochi della Speranza proviene da Il Fatto Quotidiano.
Uno schianto all’alba così forte da svegliare il vicinato, in via Ettore Rolli a
Roma, in zona Porta Portese non distante dal centro storico. Nello scontro tra
un furgone Dacia Dokker e una Mercedes Classe A, ha perso la vita Roberto
Sabbatini, 67 anni. L’uomo, come ogni mattina, stava guidando il furgone per
consegnare cornetti, pane a cibi da forno ai bar e negozi del circondario.
Quando alle 4:30 ha incrociato sulla sua strada la Mercedes lanciata ad alta
velocità. La persona al volante è fuggita a piedi dopo l’incidente, lasciando il
passeggero in auto con lui intrappolato nel veicolo. Secondo Il Messaggero,
“l’auto stava riportando a casa due ragazzi al termine di una nottata trascorsa
fuori casa”. Ora le forze dell’ordine sono sulle tracce del guidatore in fuga,
mentre è in corso la ricostruzione dello schianto anche grazie alla
testimonianze dei residenti, svegliati nelle ore notturne dall’impatto
devastante.
La Mercedes con i due uomini a bordo ha travolto un cassonetto e cinque
automobili parcheggiate in via Rolli, all’angolo con via Bernardino Passeri: tre
veicoli completamente distrutti, una Jeep ribaltata dall’urto. Il Messaggero ha
raccolto i racconti di alcuni residenti. Il primo ad affacciarsi, il signor
Angelo, ha visto l’auto della consorte accartocciata: “La fiat 500 di mia moglie
è da buttare. Mi sono precipitato in strada e ho visto un uomo ancora dentro la
Mercedes, sul lato del passeggero. Era cosciente, urlava”. Un altro testimone,
in auto, aveva incrociato la Mercedes poco prima dello schianto: “Ero fermo al
semaforo e all’improvviso è arrivata la Mercedes. Ha bruciato il rosso a una
velocità folle, andava come minimo a 150 all’ora. Poco dopo ho preso viale
Trastevere e ho parcheggiato in via Carlo Porta. Ho sentito le sirene e mi sono
affacciato in via Rolli. Era una scena irreale. Ho subito chiamato i vigili
dicendo quello che avevo visto”, racconta Marco, un 20enne che lavora in zona.
Il passeggero della Mercedes – un uomo di 33 anni – risulta esserne il
proprietario. Alle forze dell’ordine ha dichiarato che non era lui al volante
bensì un suo amico, fornendo dettagli utili agli agenti per risalire
all’identità del fuggitivo. Il 33enne invece è stato poi trasportato d’urgenza
al San Camillo per la lussazione dell’anca. Il suo amico invece rischia l’accusa
di omicidio stradale e omissioni di soccorso. Al vaglio degli inquirenti ci sono
i filmati delle telecamere di sorveglianza.
Quello di via Rolli non è stato l’unico incidente della notte a Roma. L’altra
vittima della strada si chiama Maurizio Roccia, di 58 anni. Ha perso la vita
mentre viaggiava su uno scooter Honda Sh in direzione di via Cristoforo Colombo,
dopo la collisione con un furgone Iveco. Il 2025 si sta per chiudere con un
bilancio amaro nella Capitale: gli incidenti mortali sono saliti a 108, una
media di quasi tre vittime al giorno.
L'articolo Roma, incidente d’auto con una vittima: il guidatore scappa e lascia
l’amico nelle lamiere. Caccia al pirata proviene da Il Fatto Quotidiano.
Centinaia di persone, ieri sera, hanno preso parte al flashmob organizzato a
Roma dalle associazioni di quartiere, centro antiviolenza Donna Lisa, Astra e
Non una di meno dopo la violenza sessuale subita da una 23enne all’uscita della
metro Jonio. “Siamo qui per solidarietà alla donna, per ribadire la nostra
presenza sui territori e sottolineare che non accettiamo sciacallaggi su vicende
terribili come questa – ha affermato Daniela Volpe del centro Donna Lisa – Chi
stupra è maschio, che sia bianco o nero, è figlio delle cultura patriarcale. Le
strade sicure le fanno le donne che le attraversano”. La fermata dove è avvenuta
la violenza “è pericolosa soprattutto di sera”. “Abbiamo dei giardini che di
notte sono un invito alla violenza e strade buie – ha sottolineato – Questa
fermata della metro avrebbe potuto avere un accesso diretto su viale Jonio, ma
non capiamo perché non venga aperta”.
L'articolo Ragazza violentata fuori dalla metro, flash mob e corteo a Roma:
“Strade buie invito alla violenza” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
Aveva costruito la sua trappola online con sei profili social, approfittando
della sua presunta somiglianza con l’attore Keanu Reeves. Poi, una volta
conquistata la fiducia delle vittime, le drogava e le costringeva a subire
violenze sessuali, riprendendole a loro insaputa con il telefono. Per questo
modus operandi, Ubaldo Manuali, 61 anni, netturbino di Viterbo, è stato
condannato anche in appello 9 anni e 10 mesi di carcere. I giudici della Corte
d’appello di Roma hanno confermato la sentenza di primo grado.
Gli episodi contestati risalgono tra il settembre 2022 e il gennaio 2023, e
hanno avuto luogo in diversi comuni del Lazio: a Capranica, nel Viterbese, e a
Riano e Mazzano Romano, in provincia di Frosinone. Secondo la Procura di
Viterbo, Manuali avrebbe somministrato a tre donne sostanze narcotiche o
psicoattive, inducendole poi a subire rapporti sessuali. In due dei casi, le
vittime sarebbero state anche filmate a loro insaputa. Non solo violenza fisica:
Manuali avrebbe poi diffuso i video in chat con due amici, aggravando il danno
psicologico subito dalle donne.
L’indagine era partita dalla denuncia di una delle vittime e aveva portato
all’arresto del netturbino nel settembre 2023. Durante il processo, Manuali ha
sempre respinto le accuse, sostenendo che i rapporti fossero consenzienti.
All’uscita dal Tribunale dopo il verdetto di primo grado aveva dichiarato: “Sono
in mano ai miei avvocati, lo so che non ho fatto quello di cui sono accusato.
Non è una sentenza giusta. La verità uscirà fuori”. Ma anche in secondo grado i
magistrati lo hanno ritenuto responsabile.
L'articolo Drogava e stuprava donne adescate online: condannato a 9 anni e 10
mesi anche in appello proviene da Il Fatto Quotidiano.
Il professore Alessandro Orsini è stato derubato in un bar nei pressi del
Vaticano. Come si vede nel video registrato dalle telecamere di sicurezza del
locale, tre ladri gli hanno portato via lo zaino. Orsini stava lavorando al pc –
nel filmato indossa giacca nera e cappellino – e dava le spalle ai tre uomini.
Uno di questi ha avvicinato a sé lo zaino con un piede, un altro ha distratto il
cassiere, poi la fuga con la refurtiva nascosta all’interno della giacca. “Il
video del furto è un documento sociologicamente rilevante – ha detto il
professor Orsini – che può aiutare i cittadini ad accrescere la loro
consapevolezza riguardo alle tecniche dei borseggiatori e quindi ad aumentare la
capacità di difendersi dai furti”.
L'articolo Il professore Orsini derubato in un bar in centro a Roma: il furto
ripreso dalle telecamere proviene da Il Fatto Quotidiano.
Un altro caso di violenza sessuale di gruppo a Roma. Una studentessa di 23 anni
ha denunciato di essere stata abusata vicino alla fermata Jonio della
metropolitana, sabato notte. L’allarme è scattato solo alcune ore dopo, quando
la giovane è andata ospedale raccontando di essere stata afferrata da due uomini
e poi aggredita sessualmente da un terzo. Sulla vicenda indagano i carabinieri,
coordinati dalla Procura di Roma, che stanno passando al vaglio le telecamere
della zona e raccogliendo testimonianze per ricostruire la dinamica e verificare
eventuali responsabilità.
È invece di qualche settimana fa l’episodio avvenuto al parco di Tor Tre Teste.
Qui una ragazza di 18 anni e il suo fidanzato di 24 erano appartati in auto la
notte del 25 ottobre, in via del Pergolato, un’area isolata vicino al vecchio
campo sportivo. All’improvviso, il finestrino è andato in frantumi: tre giovani,
poco più che ventenni, hanno assaltato la coppia. Prima la rapina, poi
l’aggressione. Il ragazzo è stato trascinato fuori dal veicolo e costretto ad
assistere mentre la ragazza veniva violentata da uno degli aggressori. In questo
caso sono stati eseguiti tre arresti.
L'articolo “Aggredita da tre uomini e violentata alla fermata Jonio della
metropolitana di Roma” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tortura, sequestro di persona e porto abusivo di esplosivo. Sono alcuni dei
reati contesati a 11 persone, sei maggiorenni e cinque minorenni, raggiunti da
due provvedimenti cautelari eseguiti dai carabinieri della Compagna di Roma
Trastevere. In particolare alcuni degli indagati, tutti cittadini italiani, sono
accusati di aver prelevato nel gennaio scorso le vittime dalle loro abitazioni
per condurle in un garage nel quartiere Massimina dove, dopo averle legate mani
e piedi, “sono state oggetto di ripetuti atti di crudeltà, come pugni, schiaffi,
con spranghe o altri oggetti contundenti, arrivando addirittura a versare acqua
bollente addosso alle vittime che riportavano gravi lesioni”. Il movente sarebbe
legato anche a debiti di droga.
L'articolo Roma, sequestrano le vittime e le torturano: 11 misure cautelari,
coinvolti cinque minori – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
Contro il dottor Roberto Palumbo, agli arresti domiciliari con l’accusa di
corruzione, si è attivata l’Azienda sanitaria locale Roma 2, di cui era
componente del comitato etico. Il 5 dicembre è scattata la sospensione
obbligatoria dal servizio nei confronti del primario di Nefrologia dell’ospedale
Sant’Eugenio. La Azienda sanitaria ha aperto un fascicolo interno e attivato
l’ufficio di disciplina: con una nota ha espresso “piena fiducia nel lavoro
degli inquirenti”, garantendo “ogni supporto necessario per favorire il rapido
accertamento del caso”. Si è fatto sentire anche l’Ordine dei medici: “Se i
fatti risulteranno confermati, è l’intera categoria medica ad essere parte
lesa”.
L’ARRESTO DI PALUMBO
Palumbo è stato fermato giovedì in flagranza di reato, mentre riceveva
dall’imprenditore Maurizio Terra una busta contenente 3mila euro in banconote da
50 e 100 euro. Ieri il gip ha disposto gli arresti domiciliari invece del
carcere. Oggi il medico romano, insieme al suo avvocato, sta valutando la
possibilità di un ricorso al Tribunale del riesame per riottenere la libertà.
Terra avrebbe “sostanzialmente ammesso i fatti” mentre da Palumbo sarebbero
giunte “importanti ammissioni“. La sua condotta appare più grave “perché la
contestazione consente di cogliere una costanza di comportamenti e, dunque, una
pervicacia, significative di una personalità incline alla commissione dei
reati”, scrive il gip.
L’AMMISSIONE DEI SOLDI IN NERO
Il primario è accusato di aver ottenuto soldi e benefici per dirottare i
pazienti dimessi dal Sant’Eugenio – ma ancora bisognosi di cure – verso le
cliniche amiche. Inoltre avrebbe sfruttato le liste di attesa pubbliche
obbligando i dializzati, di fatto, a rivolgersi ai centri privati. Ieri durante
l’udienza di convalida. Durante l’interrogatorio con il gip l’imprenditore
avrebbe inizialmente negato tutto: “Mai preso soldi per mandare i pazienti nelle
strutture private”. Poi però i toni sarebbero cambiati, con l’ammissione di aver
comunque incassato soldi in nero: “Ciò che emerge al momento è che Palumbo non
ha preso tremila euro in contanti per una mazzetta, ma in quanto erano utili
derivanti dall’attività di imprenditore occultamente svolta rispetto alla
società Dilaeur”, sostiene al Giornale l’avvocato Antonello Madeo. Il primario
ora agli arresti infatti aveva ottenuto il 60 per cento delle quote della
Dialeur. Dunque, secondo il suo legale, i soldi sarebbero i pagamenti in nero
degli utili. Il passaggio delle quote tuttavia non sarebbe stato gradito a
Maurizio Terra, anzi. Una decisione “sostanzialmente imposta” e senza benefici
per l’amministratore unico della clinica, “non avendogli portato alcun
vantaggio”.
I PRESUNTI BENEFICI: DALLA MERCEDES ALLA CASA
Ieri dagli atti delle indagini sono trapelati i dettagli dell’ipotesi di
corruzione formulata dai pubblici ministeri. Palumbo avrebbe ottenuto in
beneficio carte di credito, il pagamento dell’affitto di casa e del leasing di
una Mercedes, contratti di lavoro per la sua compagna, e tanti soldi. Quanti? 3
mila euro per ogni paziente indirizzato verso le cliniche amiche del primario,
dopo le dimissioni dal Sant’Eugenio di Roma. Tra le aziende private “premiate”
da Palumbo c’era la Dialeur. L’amministratore unico è Maurizio Terra, agli
arresti domiciliari: da lui proveniva la mazzetta colta in flagranza dalle forze
dell’ordine. Nell’ordinanza di convalida, Palumbo avrebbe avanzato richieste
“pressanti ed esorbitanti” agli imprenditori. Tanto da far sorgere il sospetto,
agli inquirenti, che l’imprenditore sarebbe quasi sollevato dalle indagini della
magistratura. “In qualche modo gli ha consentito di sottrarsi a procedure e
condotte che, seppur necessarie per poter svolgere la propria attività, erano
vissute come imposizioni”, si legge ancora nell’ordinanza. Alcune
intercettazioni suggeriscono presunti scambi di denaro. “È urgente a questo
punto, uno come deve fare e basta..”, dice il primario. E l’imprenditore
replica: “L’unica è cambiare sistema e finisce la storia, sennò ogni mese è
così”. In un’altra conversazione il medico dice a Terra: “…fai l’amministratore
e te godi la vita”. E alla fine il primario è diventato amministratore, grazie
alla quote della Dialeur.
LE MINACCE
Palumbo, riportano le carte dell’indagine, avrebbe anche minacciato gli
imprenditori riottosi. In che modo? “Paventando di fare in modo che i pazienti
dimessi dal Sant’Eugenio, ma ancora bisognosi di terapia emodialitica
ambulatoriale, non si rivolgessero più per la predetta terapia” alle cliniche
poco inclini alle richieste del primario. Sarebbe accaduto all’imprenditore
Antonio Carmelo Alfarone della Rome Medical Group: quest’ultimo ha denunciato
Palumbo per gli anni tra il 2019 e il 2021.
L'articolo Roberto Palumbo, l’Asl apre fascicolo e sospende il primario
arrestato per corruzione proviene da Il Fatto Quotidiano.