
Squalifica sospesa per Cristiano Ronaldo: così potrà partecipare a tutte le partite dei Mondiali 2026. È polemica
Il Fatto Quotidiano - Thursday, November 27, 2025Cristiano Ronaldo è di nuovo al centro della scena, stavolta non per un gol impossibile o una rovesciata destinata a rimbalzare per anni sui social. La notizia che potrà giocare la prima partita del Portogallo ai Mondiali 2026 ha sollevato un polverone mediatico che va oltre il campo. Una decisione della FIFA lo ha infatti graziato da una squalifica che sembrava inevitabile, trasformando un caso disciplinare in una questione dai confini politici, economici e simbolici. Comincia tutto da un gesto improvviso e scomposto: la gomitata a Dara O’Shea durante la sconfitta del Portogallo contro l’Irlanda nella nona gara di qualificazioni al Mondiale 2026. Un episodio che ha portato al cartellino rosso per Ronaldo e una squalifica che, secondo il regolamento FIFA per condotta violenta, avrebbe potuto essere di tre partite.
Una pena comprensibile per un gesto del genere, che però avrebbe rischiato di privare inizialmente il Mondiale di uno dei suoi volti di punta. Ronaldo ha già saltato la gara successiva, quella conclusiva delle qualificazioni contro l’Armenia. Una partita che ha fatto da sfondo alla prima e unica giornata di squalifica che il portoghese dovrà scontare, almeno per ora. La FIFA ha stabilito che le restanti due giornate resteranno congelate per un anno, sospese con la condizionale, nel caso in cui CR7 commetta nel prossimo anno “un’altra infrazione di natura e gravità simili”. Una decisione annunciata attraverso una nota severa nella forma, permissiva nella sostanza. Ed è proprio qui che nasce la discussione.
Secondo indiscrezioni rilanciate dalla BBC e dal Daily Mail, la Federazione portoghese avrebbe fatto appello per ottenere una riduzione della pena, sottolineando che si trattava del primo rosso in 225 presenze di Ronaldo con la Nazionale. Una linea difensiva che avrebbe trovato terreno fertile negli articoli 25 e 27 del codice disciplinare FIFA, che consentono all’organo giudiziario di attenuare o sospendere una sanzione anche in modo totale. Non si tratta, in effetti, di un precedente isolato. Laurent Koscielny nel 2014 vide ridotta una squalifica dopo uno schiaffo a Oleksandr Kucher dell’Ucraina, mentre Mario Mandzukic, espulso durante gli spareggi contro l’Islanda, poté giocare già dalla seconda partita dei Mondiali brasiliani. Niente però è comparabile alla portata simbolica del caso che vede protagonista Ronaldo.
A rendere la questione più incandescente ci ha pensato il Daily Mail, rivelando che le federazioni che si ritroveranno ad affrontare il Portogallo potrebbero ricorrere al TAS per contestare la sospensione della squalifica. Un percorso tortuoso, perché occorrerebbe dimostrare un danno diretto, un legame causa–effetto tra la presenza di Ronaldo in campo e una minore possibilità di qualificazione. Una prova quasi impossibile da portare davanti a un tribunale internazionale dello sport, soprattutto considerando l’ampio margine di discrezionalità che il regolamento concede proprio alla FIFA.
Eppure, la sfera disciplinare non è l’unica in cui questa storia si muove. C’è un’altra trama parallela, fatta di alleanze, simboli e rapporti di forza. Ronaldo è oggi un volto centrale del calcio saudita, ambasciatore della Saudi Pro League, figura chiave nella strategia di modernizzazione degli Emirati. Il suo rapporto con Gianni Infantino è noto, così come quello con Donald Trump. Proprio a Washington il campione portoghese è apparso recentemente come invitato d’onore a una cena esclusiva alla Casa Bianca, organizzata per accogliere il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Un evento dal peso politico enorme, in cui CR7 sedeva a pochi metri dal podio da cui Trump svelava: “Mio figlio Barron è un tuo grande fan”. Che tutto ciò abbia influito sulla decisione della FIFA? Nessuna prova, ma dei sospetti si sono manifestati. E nello sport moderno, dove i confini tra campo, geopolitica e affari si intrecciano, anche le percezioni contano. Così, tra regolamenti flessibili, pressioni internazionali e un gioco di alleanze che va oltre il calcio, Cristiano Ronaldo potrà scendere in campo all’avvio della sua ultima Coppa del Mondo. Non senza polemiche.
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