L’inquinamento atmosferico è il nuovo tabacco: ridurlo è questione di giustizia sociale

Il Fatto Quotidiano - Friday, November 28, 2025

“L’inquinamento atmosferico è il nuovo tabacco. Non è una metafora estrema, ma un’evidenza scientifica. Ogni giorno di ritardo nel ridurlo costa vite umane.” Con queste parole, Maria Neira — direttrice dell’Area Environment, Climate Change and Health dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e co-chair del Lancet Countdown — ha aperto una delle sessioni più attese del Congresso Isde Italia 2025, dedicato alla tripla crisi planetaria: clima, inquinamento e perdita di biodiversità.

Nella sessione “Science and Advocacy” della terza giornata del Congresso, Paolo Bortolotti (Isde Trento) e Marco Talluri (Isdenews/ Ambientenonsolo) hanno presentato i risultati del primo anno di attività del Progetto Nazionale “Salute e Inquinamento Atmosferico nelle Città Italiane”, un monitoraggio sistematico che rappresenta oggi uno degli strumenti più avanzati e trasparenti per valutare lo stato della qualità dell’aria nelle aree urbane italiane. Un intervento che ha offerto un quadro chiaro e scientificamente fondato di come l’aria che respiriamo nelle città italiane rimanga lontana dagli standard di sicurezza fissati dall’Oms e — sempre più spesso — anche dai nuovi limiti della Direttiva europea 2881/2024. Un progetto nato per colmare un vuoto: dati omogenei, aggiornati, accessibili.

Bortolotti ha spiegato che l’obiettivo del progetto è semplice ma rivoluzionario: monitorare ogni mese, con criteri uniformi, i dati delle 27 città italiane più popolose, attraverso le stazioni Arpa/Appa e il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Per il 2025 in corso, Napoli mostra i dati peggiori di inquinamento dell’aria rispetto a tutto il resto di Italia, Pianura Padana compresa, in particolare per i micidiali biossidi di azoto! Ad ottobre 2025 Napoli registra la cifra impressionante di 168 giorni oltre soglia! E’ un dato di una gravità eccezionale che determina un eccesso di cittadini napoletani uccisi ogni giorno dall’inquinamento della sola aria non inferiore a 4.5 cittadini al giorno!

Questo dato è direttamente correlato non al traffico automobilistico privato ma alla presenza di uno sviluppo eccezionale e del tutto fuori controllo del Porto di Napoli e dell’aeroporto intracittadino di Capodichino.

Neira ha ricordato che l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno di oltre 8 milioni di morti premature nel mondo, con effetti sanitari che colpiscono in modo sproporzionato bambini, anziani e persone fragili. Le patologie più associate all’esposizione cronica a polveri sottili (PM2.5 e PM10), ossidi di azoto e ozono includono malattie cardiovascolari, ictus, tumori, diabete, complicanze in gravidanza e disturbi dello sviluppo cerebrale nei bambini: “L’aria inquinata attraversa la placenta e condiziona la salute dei futuri adulti fin dal grembo materno”, ha sottolineato.

Napoli registra nel 2024 il record nazionale di ictus, infarti e cancri del polmone rispetto a tutta Italia con circa un terzo in più di mortalità evitabile rispetto alla pur inquinatissima Milano!

Il quadro italiano, ha ricordato Neira, rimane critico. Le aree urbane — in particolare Pianura Padana, Campania e grandi città come Napoli — presentano livelli di particolato e biossido di azoto stabilmente oltre gli standard europei. “L’Italia ha capacità scientifiche straordinarie, ma resta intrappolata in un grande paradosso: conoscere benissimo il problema senza ridurre abbastanza le emissioni”, ha affermato.

Il legame tra inquinamento e disuguaglianze è un altro punto chiave della sua analisi: chi vive nelle aree più povere, in case meno efficienti, vicino a strade trafficate o zone industriali, è più esposto e paga il prezzo più alto in termini di salute. Per questo, ha aggiunto, “le politiche per l’aria pulita sono anche politiche di giustizia sociale”. Napoli est Porto non riesce neanche ad avere dati per distretto dal registro tumori Asl Napoli 1.

Il danno alla salute da inquinamento dell’aria è un problema prevenibile, non un destino biologico. Neira ha insistito sul parallelismo tra inquinamento e tabacco: entrambi sono rischi sanitari prevenibili, legati a scelte economiche e politiche. “Le persone non scelgono l’aria che respirano. È una forma di esposizione involontaria, che come nel fumo passivo danneggia tutti, soprattutto chi ha meno voce […] E’ fondamentale superare l’approccio fatalista e agire sulle fonti…. Ogni intervento sulla qualità dell’aria produce benefici immediati: meno infarti, meno ricoveri, meno assenze dal lavoro, meno costi sanitari”.

Napoli non ha mai registrato negli ultimi decenni, che pure hanno determinato l’aspettativa di vita più bassa di Italia anche per il 2024, dati cosi gravi e cosi chiari di inquinamento dell’aria con una tale precisa indicazione delle fonti principali: Porto ed Aeroporto intracittadino. Intervenire solo sul traffico automobilistico privato che colpisce solo la già pessima qualità di vita dei cittadini ancora residenti e tra i più deprivati di Italia risulta cosi non solo del tutto inefficace per tutelare la salute dei napoletani, ma soprattutto offensivo per la loro intelligenza rispetto a dati scientifici cosi chiari e cosi gravi!

Diventa un preciso dovere deontologico per tutti i Medici, non solo per i Medici dell’Ambiente, intervenire con estrema decisione a tutela della salute pubblica per migliorare immediatamente questa situazione al fine di ottenere precise garanzie per la immediata installazione delle banchine elettrificate nel Porto previste dal Progetto Pnrr entro marzo 2026, e con la immediata delocalizzazione di almeno il 50% del traffico aereo intracittadino verso l’aeroporto di Grazzanise, già pronto ma desolatamente vuoto.

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