
“Russia-Ucraina? L’Ue ha fatto un piano di pace apposta perché Putin lo respinga”: il monologo di Travaglio sul Nove
Il Fatto Quotidiano - Monday, December 1, 2025Marco Travaglio ad Accordi&Disaccordi, in onda ogni sabato sul Nove, è tornato a parlare di Russia e Ucraina. “Che fa Zelensky? – si chiede il direttore del Fatto Quotidiano nel monologo – con l’esercito in rotta e la Tangentopoli in casa sembra rassegnato alla resa. Ha fatto un discorso alla Nazione, resa non a Putin, alla realtà ovviamente. Ha fatto un discorso alla nazione, ha detto ‘dobbiamo scegliere fra perdere la dignità e perdere l’alleato americano’. Anche i vertici della Nato si sono subito allineati al padrone, ma l’Unione europea si è incazzata”.
“E certo, se si arriva alla firma ci sarà scritto nero su bianco che i governi europei hanno perso la guerra e non ne hanno azzeccata una, anzi hanno condannato a morte l’Ucraina – continua – Sarebbero 28 punti di sutura. Per von der Leyen, Kallas, Merz, Schulz, Macron, Johnson, Draghi, Meloni. Gli scemi di guerra, insomma quelli che deliravano di vittoria contro la Russia”.
“E allora che fa l’Unione Europea? Fa un altro piano di pace, che in realtà è un piano di guerra in 27 punti, fatto apposta perché Putin lo respinga”, dice ancora Travaglio che spiega poi gli otto punti principali.
Dopo averli sciorinati, Travaglio continua ancora: “A questo punto che cosa succede. Per evitare che l’Unione europea faccia saltare un’altra volta il banco, Trump e i suoi mediatori si armano di santa pazienza e intanto incassano da Zelensky il sì su 19 punti che non sono controversi e lasciano fuori le cose più serie come i territori, le truppe Nato, le armi Nato, le dimensioni dell’esercito ucraino e gli asset russi”.
“A quel punto i sabotatori della pace cosa fanno? – continua – Fanno uscire una telefonata tra il mediatore di Trump e il consigliere di Putin. E fanno pure trapelare che Mosca boccerà il piano. Ma Putin, che non è proprio completamente scemo, non cade nella trappola, anzi dice subito che il negoziato è serio per lui. Che attende notizie sugli altri punti accantonati e la tregua subito lui la potrà concedere soltanto se Kiev si ritira da quella piccola parte di Donbass che ancora controlla, se no lui se la prende con le armi andando avanti nell’avanzata”.
Secondo Travaglio “prima o poi, comunque, di lì bisognerà passare da queste forche caudine che è il campo di battaglia a imporre sempre uguale da tre anni. Ma non da sempre, non da quattro. Perché se nel 2022 Zelensky fosse rimasto seduto al tavolo a Istanbul e al posto di Biden ci fosse stato già Trump, ora l’Ucraina sarebbe tutta intera, tranne la Crimea, avrebbe centinaia di migliaia di morti in meno e avrebbe milioni di profughi che insiste che anziché stare in Europa sarebbero a casa loro in Ucraina al caldo e l’economia europea non sarebbe distrutta”. “E soprattutto – conclude – Calenda avrebbe un tatuaggio in meno“.
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