«Sono passati tre anni e mezzo e più inutilmente. Sono passati centinaia di
migliaia di morti inutilmente. Abbiamo ancora questo che dice che adesso la
Russia va in default e che quindi devono morire ancora qualche centinaio di
migliaia di ucraini perché poi facciamo fuori Putin? Siamo in mano a dei
dementi. Tra l’altro uno che non si sa nemmeno se arriva a fine anno
politicamente parlando, parla, ma purtroppo è questo il problema».Così Marco
Travaglio, ad Accordi&Disaccordi, in onda ogni sabato sul Nove, ha commentato le
parole del presidente francese Emmanuel Macron, durante la presentazione del
piano di pace di Zelensky all’Eliseo, lunedì 8 dicembre.
Altro punto che il giornalista ha voluto sottolineare è che: «L’Europa avrebbe
una forza, siamo mezzo miliardo di persone, un po’ vecchiotte ma comunque
consumatori. Un mercato pazzesco. È per questo che gli americani ci vanno
addosso da trent’anni, perché avevano paura che col gas a basso costo
diventassimo una superpotenza e li avremmo superati. Il problema è che per
contare devi farti sentire, devi dire dei no, se no non ti calcolano. Agli
americani non è che non gli interessa l’Europa, gli interessa eccome. Il
problema è che ci danno proprio per scontati, sanno di averci in tasca e per
farti notare e per contare devi trattare da pari a pari, quindi come fai a farti
trattare da pari a pari?».
Inoltre, Travaglio ha spiegato: «Qui il problema non è soltanto che c’è Orbán e
qualche nazionalista, perché quelli più proni agli ordini di Trump sono la von
der Leyen, Rutte, sulle cose importanti che darebbero fastidio. Orbán è talmente
trumpiano che ha detto a Trump: “Sai che c’è? Io il gas continuo a comprarlo dai
russi, non lo compro mica da te perché i miei cittadini non lo vogliono pagare
cinque volte tanto”. Quindi, voglio dire, il problema non è solo l’Est in mano
ai nazionalisti che Prodi fece malissimo a fare entrare in Europa e adesso
cerchiamo di trasformarli in soci di serie B del club, levando l’unanimità.
Allora che ci sono entrati a fare, se non contano più come tutti gli altri? Il
problema sono anche gli altri. Il problema sono questi qua che non hanno capito
che la situazione è devastante. Il problema è che l’ha capito persino Zelensky
che la situazione è devastante, che la Russia avanza al ritmo di tre, quattro,
500 chilometri quadrati al mese a partire dalla fallita controffensiva. Ogni
giorno che passa perdono uomini e perdono territori. E questi ancora con la
Kallas dicono: “Fateli morire ancora di più, dateci altri due anni così ci
prepariamo per la guerra alla Russia”. Questi stanno veramente sacrificando un
Paese dove i soldati scappano, dove gli abitanti scappano o si nascondono per
non farsi arruolare. E noi continuiamo a raccontarci che sono loro che vogliono
combattere”.
L'articolo Travaglio su Nove: “Macron e i leader europei convinti di poter
battere la Russia? Mi cadono le braccia. Persino Zelensky ha capito che la
situazione è devastante” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Rispetto ai piani di pace, direi che non è cambiato niente. Nella sostanza c’è
stato un ulteriore allontanamento tra le posizioni della Casa Bianca e della
Russia, da una parte, e quelle dell’Ucraina e dell’Europa, dall’altra. In
sostanza c’è stato un primo piano di pace in 28 punti di Trump, poi c’è stato un
secondo piano di pace in 19 punti da parte di Zelensky e dell’Unione Europea.
Adesso ci sarà un terzo piano di pace e dovrebbe essere un piano di pace in 20
punti da parte dell’Unione Europea e da parte di Zelensky, ma i punti decisivi
non sono stati sciolti. Il primo di questi è la cessione territoriale. L’Ucraina
si oppone ferocemente a qualunque cessione territoriale. Zelensky chiede che si
passi attraverso un referendum, ma vuole che questo referendum venga celebrato
durante il cessate il fuoco. Quindi, in sostanza, l’ultima proposta di Zelensky,
che risale a poche ore fa, è che la Russia interrompa i bombardamenti, che ci
sia un cessate il fuoco, che l’Ucraina abbia il tempo di condurre un referendum,
che gli ucraini possano pronunciarsi riguardo alla cessione territoriale. Ed è
chiaro che questa è una proposta irricevibile per la Russia perché, se poi dopo
il referendum dicesse no, se gli ucraini si opponessero alla cessione
territoriale, la Russia che cosa dovrebbe fare? Quindi siamo in una situazione
di stallo molto grave. A questo bisogna aggiungere che nel secondo e nel terzo
contro-piano di pace dell’Europa non viene affrontata la questione dell’ingresso
dell’Ucraina nella NATO.
Il piano di pace in 28 punti di Trump prevede la produzione di due documenti
scritti: uno da parte della NATO, in cui la NATO si impegna per iscritto,
appunto, a non assorbire l’Ucraina nel proprio seno e a rinunciare
contestualmente anche a un’ulteriore espansione. Il che vuol dire che la NATO
dovrebbe impegnarsi anche a non espandersi in Georgia; e poi un secondo
documento scritto dovrebbe essere prodotto dall’Ucraina sotto forma di articolo
della Costituzione o di integrazioni alla Costituzione ucraina. Ricordiamo che
adesso la Costituzione ucraina prevede l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Il
piano di pace di Trump, e quindi fondamentalmente anche la richiesta di Putin, è
che l’Ucraina produca un documento scritto di questo tipo. Per quale motivo?
Perché Putin si immagina anche come personaggio storico che verrà raccontato e
interpretato dai russi quando sarà morto e, quindi, vuole evitare a tutti i
costi di essere un Gorbacëv due.
Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che Putin ha sempre bersagliato Gorbaciov,
non soltanto Putin ma i russi in generale, perché Gorbaciov si accontentò di
rassicurazioni verbali da parte dei grandi leader europei nel 1990 in cambio
della riunificazione pacifica delle due Germanie. Quindi Gorbaciov non pretese
un documento scritto in cui la NATO si impegnava a non espandersi oltre la
Germania dell’Ovest, quindi verso i confini della Russia. Putin non vuole
commettere lo stesso errore, quindi quando Zelensky e i leader dell’Unione
Europea rassicurano verbalmente Putin dicendogli: «stai tranquillo, è difficile
che l’Ucraina possa entrare nella NATO, se entrasse nella NATO ci vorrebbero
molti anni», Putin chiaramente ride di queste promesse, perché erano state fatte
anche a Gorbaciov. Forse, addirittura, a Gorbaciov era stato promesso che la
NATO non si sarebbe espansa di un solo centimetro dalla Germania dell’Ovest e
che quindi non si sarebbe espansa nemmeno nella Germania dell’Est. Invece poi la
NATO è arrivata fino in Finlandia e fino all’Ucraina, perciò la situazione è
molto difficile.
Nelle prossime settimane potrebbe verificarsi un forte cedimento del fronte
ucraino e quindi, a quel punto, Zelensky sarebbe costretto a ingoiare il piano
di pace in 28 punti. Un’altra possibilità, la più tragica di tutte forse, è che,
se si verificasse il collasso delle trattative con il ritiro di Trump,
aumenterebbero le probabilità che l’Inghilterra e la Francia inviino truppe a
combattere in Ucraina. Questo chiaramente sarebbe uno scenario di grande
tragicità per tutta l’Europa, perché avrebbe molte implicazioni. Questo non
significa che l’Inghilterra e la Francia invieranno soldati in Ucraina, ma
significa che hanno già predisposto tutto il necessario per un invio di questo
tipo, nel caso in cui, dal loro punto di vista, fosse necessario operare in
questo modo.
L'articolo Ucraina, Orsini sul Nove: “Negoziati di pace? Russia e Usa da un
lato, Europa dall’altro. Putin non vuole commettere lo stesso errore di
Gorbacëv” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Ultimo appuntamento del 2025 con il talk di approfondimento di Nove
“Accordi&Disaccordi”, condotto da Luca Sommi, che sabato 13 dicembre torna in
prima serata alle 21:30 per raccontare lo scenario politico italiano e
internazionale.
Ospiti in studio la giornalista e conduttrice Bianca Berlinguer e l’ex
magistrato e scrittore Gianrico Carofiglio, in collegamento l’editorialista Gad
Lerner e il professore di Sociologia del Terrorismo Alessandro Orsini.
Si discuterà dei negoziati per la pace in Ucraina, del ruolo dell‘Europa e
dell’Italia, e degli interventi politici in programma ad Atreju.
In attesa di ripartire a gennaio, il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco
Travaglio e il giornalista Andrea Scanzi analizzano i fatti più importanti della
settimana.
L'articolo Berlinguer, Lerner, Orsini e Carofiglio ospiti di Luca Sommi ad
Accordi&Disaccordi sabato 13 dicembre. Con Travaglio e Scanzi proviene da Il
Fatto Quotidiano.
“Nella Striscia di Gaza c’è una tregua finta. Il genocidio sta continuando a
bassa intensità, non ad alta intensità. Solo in questo periodo di cessate il
fuoco sono stati uccisi 357 palestinesi, di cui 134 bambini, di quali tregua
stiamo parlando? Se avessero ucciso due bambini israeliani al giorno non avremmo
parlato di tregua”. Lo ha detto la giornalista Rula Jebreal in collegamento con
Accordi&Disaccordi, in onda ogni sabato sul Nove. “Inoltre – ha sottolineato –
il genocidio e le sue tattiche sono state spostate in Cisgiordania, dove i
palestinesi vengono uccisi non solo dall’esercito ma anche dai coloni, che poi
se ne vantano davanti alle telecamere”
tra cui
L'articolo Rula Jebreal sul Nove: “A Gaza il genocidio sta continuando a bassa
intensità, come possiamo parlare di tregua?” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Andare o non andare alla Fiera più libri più liberi dove è presente una casa
editrice che pubblica libri nazifascisti? “Io sto con chi non va. Il fascismo e
il nazismo non sono idee che hanno diritto di cittadinanza“. Così Tomaso
Montanari ad Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi, in onda ogni
sabato sul Nove con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi a
proposito della polemica che ha visto contrapposte due “scuole di pensiero”: da
una parte gli autori come Alessandro Barbero e Zerocalcare che, di fronte alla
partecipazione di ‘Passaggio al Bosco’ hanno scelto di boicottare la fiera,
dall’altra quella di altri scrittori, come Cacciari e Canfora che sostengono che
non andare sia inutile, sciocco e controproducente. Nel giorno in cui alla fiera
si è svolto anche un flash mob di protesta sulle note di Bella ciao, lo storico
dell’arte ha spiegato: “Io avevo già messo in conto di non andare, per cui non
faccio testo, ma non ci sarei andato. Capisco anche le ragioni degli altri però
credo che non si tratti di andare via dal Parlamento, non è l’Aventino. Questo è
una manifestazione commerciale. E siccome il punto problematico è l’Associazione
italiana editori e il suo presidente Innocenzo Cipolletta, che ha candidamente
dichiarato che questa è una fiera di idee e che tutte le idee sono benvenute,
allora io dico no grazie, vado da un’altra parte: – ha proseguito – vado per
esempio a Testo, a Firenze, a febbraio, in un’analoga manifestazione dove i
nazisti non sono accolti. E’ un meccanismo fondamentale di autodifesa nel mondo
del mercato, il metodo che hanno soprattutto le personalità più in vista per
indurre se non per la Costituzione almeno per la prostituzione cioè, come dire,
se non per i principi almeno per l’utile. Facciamo leva almeno sulle casse”.
“Se questa casa editrice non viola la legge ed è deprecabile semplicemente sotto
un punto di vista morale per quello che pubblica, non è rischioso che
un’associazione, un ente che organizza una fiera cominci a valutare tu sì, tu
no? Non sono metodi tipici di un’altra parte politica?”, ha chiesto Sommi. “No,
io non credo. Credo che ci sia una sola idea che la nostra Costituzione
proibisce. C’è una sola cosa che non si ha la libertà di professare in Italia,
cioè il fascismo. Gustavo Zagrebelsky ha scritto che la Costituzione è anche un
comando sui vinti, è un comando sui fascisti. I fascisti non l’hanno scritta la
Costituzione, sono gli unici fuori e il fascismo e il nazismo non sono idee che
hanno diritto di cittadinanza. Allora da questo punto di vista io credo che la
magistratura si dovrebbe occupare del catalogo di Passaggio al bosco, che
ricordo è l’editrice da cui sono usciti, per esempio, i picchiatori che hanno
aggredito i ragazzi del liceo Michelangelo qua a Firenze. Non si tratta soltanto
di libri si tratta del braccio editoriale di un movimento che ha come fine
l’eversione dello Stato“.
Montanari ha poi aggiunto: “Basta guardare cosa hanno in catalogo. Il punto è
che queste idee non hanno diritto di cittadinanza e io credo che se non se ne
occupa la magistratura, se ne deve occupare la coscienza delle persone perché
queste manifestazioni sono a inviti e se la linea è quella della Costituzione
allora tutti sono ammessi tranne i fascisti“. “Però il risultato è che questa
casa editrice che nessuno conosceva, ora la conoscono tutti, quindi si è
ottenuto l’effetto contrario”, ha ribattuto il conduttore. “Ma l’effetto
contrario lo abbiamo ottenuto in altro modo. I fascisti sono al governo del
paese, cioè non è che stiamo promuovendo idee sconosciute o marginali di una
periferia del Paese, non stiamo in una perfetta democrazia in mano a sinceri
democratici, non stiamo promuovendo dei bizzarri personaggi che nessuno conosce.
Queste idee sono alla guida del Paese quindi ogni occasione per far capire in
che mani siamo è benedetta dal mio punto di vista”, ha concluso Montanari.
L'articolo Più libri più liberi, Montanari sul Nove: “Io sto con chi non va.
Effetto boomerang? No, i fascisti sono già al governo del Paese” proviene da Il
Fatto Quotidiano.
“Non è vero che a Trump non serve l’Europa o che rinuncia all’Europa. Sa di
averla in tasca, è per quello che se ne frega. Li ha a rimorchio a prescindere”.
Così Marco Travaglio ad Accordi&Disaccordi, in onda ogni sabato sul Nove, ha
commentato il documento di Strategia nazionale pubblicato dall’amministrazione
Trump venerdì 5 dicembre. Due esempi? “I dazi e il 5% di spese militari alla
Nato: avremmo potuto trattare un quattro e mezzo, un tre e mezzo, invece no:
abbiamo firmato il 5%. – ha spiegato il direttore del Fatto Quotidiano –
L’Europa lui la dà per scontata con queste classi dirigenti che fanno finta di
contestarlo quando sono lontane e poi vanno a leccargli il culo quando sono alla
Casa Bianca. Non ha problemi, ci dà per scontati, ci brutalizza, ci violenta
tutte le volte che vuole con il nostro consenso e i nostri ringraziamenti. E
intanto si occupa dei dossier geopolitici importanti, che sono il Baltico, il
Medio Oriente, le terre rare, i minerali, il gas, il petrolio, le armi, la Cina,
l’intelligenza artificiale. Ed è ovvio che di queste cose serie non può parlare
con gente non seria”.
Inoltre Travaglio ha contestualizzato quella che i media italiani hanno chiamato
la ‘minaccia’ di Putin all’Europa. Durante la conferenza stampa del 2 dicembre
scorso, il presidente russo aveva detto: “Se l’Europa volesse iniziare una
guerra contro di noi, per noi non ci sarebbe più possibilità di negoziare e sarà
tutto estremamente rapido“. “Parla di usare le testate nucleari?”, ha chiesto il
conduttore, Luca Sommi. “Per fare rapidamente quello è l’unico modo – ha detto
il direttore del Fatto – Altrimenti devi cominciare con le battaglie, le
battaglie di attrito, i carri armati, eccetera. Lui lo dice sempre ridacchiando.
Dice: ‘se ci tenete a far la guerra con noi, noi non ci abbiamo mai nemmeno
pensato, però se poi ci tenete così tanto, sappiate che siamo pronti. 6000
testate nucleari contro non so, quante?”, ha detto ancora il giornalista che poi
è voluto tornare sull’intervento precedente in cui Rula Jebreal, altra ospite
della serata, aveva affermato che “Trump ha concesso al presidente russo tutto
ciò che voleva”.
Travaglio non è d’accordo e ha spiegato: “Non è vero che Trump abbia concesso a
Putin tutto quello che vuole. Ci hanno ripetuto per quattro anni che Putin
voleva prendere tutta l’Ucraina. Adesso nel piano in 28 punti di Trump c’è
scritto che si tiene il Donbass, più le parti che ha già conquistato e dà 100
miliardi dei 290 di asset russi da impiegare per la ricostruzione. Io non ho mai
visto un Paese vincitore che paga i danni al Paese sconfitto, quindi non è vero
che il piano di pace di in 28 punti fosse quello che voleva Putin. Era un
compromesso certamente più vantaggioso per chi vince e non per chi perde, ma è
l’unico modo per stoppare l’avanzata russa“.
Altro punto che il giornalista ha voluto sottolineare è che “il primo ad
affermare che la Nato fosse obsoleta, non è stato Trump venerdì nel documento di
Strategia estera perché lo sanno tutti che è così da quando è caduto il Patto di
Varsavia, il muro di Berlino, l’Unione Sovietica. Non avendo nemici, la Nato
avrebbe dovuto sciogliersi perché era nata in funzione anti blocco sovietico.
Sparita l’Unione Sovietica, è sparito il Patto di Varsavia. Andreotti disse:
‘che cosa ci sta a fare la Nato? In tempi più recenti lo dissero Macron, che
parlò di ‘morte cerebrale della Nato’ e Angela Merkel, Francia e Germania,
quando ancora esisteva un’Europa autonoma dagli Stati Uniti, dissero che la Nato
non aveva più alcun senso”, ha concluso Travaglio.
L'articolo Travaglio sul Nove: “Trump rinuncia all’Europa? No, sa di avere in
tasca questa classe politica: li brutalizza con il loro consenso” proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Nuovo appuntamento con il talk di approfondimento di Nove “Accordi&Disaccordi”,
condotto da Luca Sommi, che torna sabato 6 dicembre in prima serata alle 21:30
per raccontare lo scenario politico italiano e internazionale.
Ospiti la giornalista Rula Jebreal, il rettore dell’Università per Stranieri di
Siena Tomaso Montanari e il professore di Sociologia del Terrorismo Alessandro
Orsini.
Si discuterà degli incontri tra la delegazione americana, quella ucraina e
quella europea per trovare un accordo di pace tra Kiev e Mosca. Inoltre si
parlerà della situazione a Gaza e delle polemiche interne tra le forze di
governo riguardanti l’ultimo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, previsto
entro il 31 dicembre.
Come da tradizione, il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio e il
giornalista Andrea Scanzi analizzano i fatti più importanti della settimana.
L'articolo Jebreal, Orsini e Montanari ospiti di Luca Sommi ad
Accordi&Disaccordi sabato 6 dicembre. Con Travaglio e Scanzi proviene da Il
Fatto Quotidiano.
“C’è una raccapricciante disumanizzazione del popolo palestinese. Ora si legge
che 300 persone uccise dall’inizio del cessate il fuoco sono poche”. Lo ha detto
Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei
diritti umani nei territori palestinesi occupati, ospite di Luca Sommi ad
Accordi&Disaccordi, sul Nove. “Risoluzione Onu? È stato il punto più basso della
storia delle Nazioni Unite. È servito per ammutolire l’opinione pubblica
mondiale, dire ‘vedete, c’è il cessate il fuoco, smettete di scendere in piazza
a protestare e tornate a lavorare'”.
L'articolo Albanese: “Raccapricciante disumanizzazione del popolo palestinese,
se vengono uccise 300 persone in un mese non fa notizia” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Marco Travaglio ad Accordi&Disaccordi, in onda ogni sabato sul Nove, è tornato a
parlare di Russia e Ucraina. “Che fa Zelensky? – si chiede il direttore del
Fatto Quotidiano nel monologo – con l’esercito in rotta e la Tangentopoli in
casa sembra rassegnato alla resa. Ha fatto un discorso alla Nazione, resa non a
Putin, alla realtà ovviamente. Ha fatto un discorso alla nazione, ha detto
‘dobbiamo scegliere fra perdere la dignità e perdere l’alleato americano’. Anche
i vertici della Nato si sono subito allineati al padrone, ma l’Unione europea si
è incazzata”.
“E certo, se si arriva alla firma ci sarà scritto nero su bianco che i governi
europei hanno perso la guerra e non ne hanno azzeccata una, anzi hanno
condannato a morte l’Ucraina – continua – Sarebbero 28 punti di sutura. Per von
der Leyen, Kallas, Merz, Schulz, Macron, Johnson, Draghi, Meloni. Gli scemi di
guerra, insomma quelli che deliravano di vittoria contro la Russia”.
“E allora che fa l’Unione Europea? Fa un altro piano di pace, che in realtà è un
piano di guerra in 27 punti, fatto apposta perché Putin lo respinga”, dice
ancora Travaglio che spiega poi gli otto punti principali.
Dopo averli sciorinati, Travaglio continua ancora: “A questo punto che cosa
succede. Per evitare che l’Unione europea faccia saltare un’altra volta il
banco, Trump e i suoi mediatori si armano di santa pazienza e intanto incassano
da Zelensky il sì su 19 punti che non sono controversi e lasciano fuori le cose
più serie come i territori, le truppe Nato, le armi Nato, le dimensioni
dell’esercito ucraino e gli asset russi”.
“A quel punto i sabotatori della pace cosa fanno? – continua – Fanno uscire una
telefonata tra il mediatore di Trump e il consigliere di Putin. E fanno pure
trapelare che Mosca boccerà il piano. Ma Putin, che non è proprio completamente
scemo, non cade nella trappola, anzi dice subito che il negoziato è serio per
lui. Che attende notizie sugli altri punti accantonati e la tregua subito lui la
potrà concedere soltanto se Kiev si ritira da quella piccola parte di Donbass
che ancora controlla, se no lui se la prende con le armi andando avanti
nell’avanzata”.
Secondo Travaglio “prima o poi, comunque, di lì bisognerà passare da queste
forche caudine che è il campo di battaglia a imporre sempre uguale da tre anni.
Ma non da sempre, non da quattro. Perché se nel 2022 Zelensky fosse rimasto
seduto al tavolo a Istanbul e al posto di Biden ci fosse stato già Trump, ora
l’Ucraina sarebbe tutta intera, tranne la Crimea, avrebbe centinaia di migliaia
di morti in meno e avrebbe milioni di profughi che insiste che anziché stare in
Europa sarebbero a casa loro in Ucraina al caldo e l’economia europea non
sarebbe distrutta”. “E soprattutto – conclude – Calenda avrebbe un tatuaggio in
meno“.
L'articolo “Russia-Ucraina? L’Ue ha fatto un piano di pace apposta perché Putin
lo respinga”: il monologo di Travaglio sul Nove proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Io sono assolutamente d’accordo con Crosetto quando dice che la difesa italiana
è in ginocchio e deve riarmarsi, perché io trovo che sia inaccettabile e
vergognoso che l’Italia non abbia un esercito all’altezza delle sfide. Critico
Crosetto perché lui sta concependo questo riarmo in funzione della guerra con la
Russia, ma non lo dice chiaramente”. Così Alessandro Orsini, ospite ad
Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi sul Nove il sabato sera con
la partecipazione di Andrea Scanzi e Marco Travaglio. “E questo per quale
motivo? Perché l’opinione pubblica italiana è pacifista, mentre in Germania c’è
una cultura politica diversa come anche in Francia. E Crosetto non dice le cose
come stanno. Il capo di Stato maggiore della Difesa (il Generale Fabien Mandon,
ndr) si è rivolto ai francesi e ha detto loro: ‘Dovete prepararvi all’idea di
avere i vostri figli morti in battaglia‘. – ha spiegato il prof. di Sociologia
del Terrorismo alla Luiss di Roma – In un’altra occasione i francesi hanno
dichiarato: ‘Dobbiamo costruire più ospedali perché avremo tanti morti in
battaglia’. Ecco, Crosetto in realtà sta preparando la stessa cosa, soltanto che
utilizza una retorica diversa, cioè utilizza la retorica pacifista per preparare
l’Italia la guerra con la Russia. – ha proseguito – Perché? Perché Crosetto sa
benissimo in questo la lezione di Machiavelli è molto attuale che a culture
politiche diverse nei popoli corrispondono retoriche diverse. Quindi che cosa
dice? Che noi dobbiamo aumentare il numero di soldati, dobbiamo migliorare la
dotazione militare perché qualcuno potrebbe attaccarci e non dice la verità cioè
che noi dobbiamo fare tutto questo perché l’Unione europea deve essere pronta a
fare la guerra con la Russia”, ha concluso Orsini.
L'articolo Orsini (Nove): “Reintrodurre la leva militare? Si usa una retorica
morbida per non spaventare gli italiani, ma ci si prepara alla guerra” proviene
da Il Fatto Quotidiano.