Serviva solo un po’ di riposo? Così Conte dopo le “ferie” ha rigenerato il Napoli

Il Fatto Quotidiano - Monday, December 1, 2025

Nevrosi del calcio. Sono bastate (per così dire) tre vittorie per rivedere un po’ di serenità a Napoli. Atalanta, Qarabag e soprattutto Roma, la partita che proprio non si doveva fallire. I campani di nuovo al primo posto, ex aequo con il Milan, sorridono e rendono la lotta per la testa della classifica sempre più divertente. E sembra passata già un’era rispetto a quattro settimane fa, quando dopo le bordate in conferenza stampa post sconfitta contro il Bologna, Antonio Conte a Castel Volturno non si è presentato. E non l’ha fatto per una settimana, la prima delle due di sosta del campionato. Il Napoli era stato chiaro: “Nessun caso” era stata la comunicazione data ai giornalisti, “non è nemmeno la prima volta che capiti. L’allenatore è a Torino, a casa sua, per un po’ di riposo, tornerà il lunedì dopo”. E così è stato. Tutto normale? Secondo il Napoli, sì. Secondo i media, mica tanto. Ma alla fine anche Conte è stato chiaro: “All’estero capita spesso e potrà ricapitare ancora” ha detto domenica sera, con tono molto più disteso. Perché la vittoria della Roma ha riportato, almeno in ambiente Napoli, la chiesa al centro del villaggio. E da qui si riparte.

Cambiamenti

De Laurentiis ha tenuto a rimarcarlo: “Grande vittoria di un gruppo guidato da un vero condottiero!”, ha twittato, per sottolineare come la squadra fosse tutta con l’allenatore. Che qualche matassa ha dovuto districarla, per riuscire a riavere i risultati che ha ora. Soprattutto sugli esterni, con due protagonisti in particolare: Noa Lang e David Neres. Il primo, poco più di un mese fa, con il suo allenatore era stato moltocritico dopo aver perso malamente contro la sua ex squadra, il PSV. Poteva generarsi una frattura forse insanabile, perché di solito queste cose Conte non le tollera proprio. E invece dopo la sosta, l’olandese è sempre partito titolare e contro l’Atalanta è anche arrivata la sua prima rete in Serie A.

Bene lui, sì. Ma non benissimo come Neres, che in questo momento è il volto del Napoli rinato. Il brasiliano nelle ultime tre partite è stato protagonista assoluto: una doppietta contro l’Atalanta, una partita strepitosa contro il Qarabag (con tanto di rovesciata tentata ma non riuscita per un soffio), la rete della vittoria contro la Roma. Uno stato di forma incredibile, certificato dai numeri. Contro i nerazzurri, Soccerment conferma come sia stato efficace – oltre ai gol – soprattutto nelle minacce create palla al piede e lo stesso ha fatto anche contro i giallorossi, contro i quali i dati sono ancora migliori. Domenica sera, le azioni principali sono praticamente passate tutte dai suoi piedi: un’esplosione che il Napoli aspettava da un anno e che ora, forse, è diventata davvero realtà. In attesa di conferme contro la Juventus, l’ultimo vero banco di prova per certificare il passo in avanti.

Passo che, l’allenatore, si aspetterà anche dal mercato a gennaio. Cosa serve? Un centrocampista, visti gli infortuni che stanno falcidiando la rosa (Gilmour verrà operato per pubalgia, e si aggiunge alla lista dei lunghi assenti oltre ad Anguissa e De Bruyne). L’ha confermato anche il ds Manna, già al lavoro per cogliere l’opportunità giusta. Con maggiore serenità tra tutte le componenti che puntano a un grande obiettivo: il secondo titolo consecutivo. Che non sembra per niente utopistico. Al netto di ogni nevrosi.

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