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The Bold Champions, le pagelle | Bastoni poteva evitare l’inutile trattenuta, Spalletti continua a “picconare” l’ambiente con le sue dichiarazioni
Sei punti su dodici: l’Italia in Champions continua a essere ondivaga, un passo avanti e un altro indietro. Breve riassunto: splendida vittoria dell’Atalanta (2-1) sui campioni del mondo del Chelsea, successo sofferto (2-0) della Juventus sui ciprioti del Pafos che per un’ora mettono alla frusta gli “spallettiani”, sconfitta dell’Inter (0-1) che contro il Liverpool paga le rigidità arbitrali europee, ma anche l’ingenuità di Bastoni, ennesimo flop in trasferta del Napoli (0-2), stracciato dal Benfica dell’eterno Mourinho. Citazione per l’Arsenal, che con il 3-0 a Bruges continua a marciare a punteggio pieno e si mette alle spalle il ko in Premier con l’Aston Villa. Il Manchester City sbanca meritatamente il Bernabeu (2-1) e il destino di Xabi Alonso alla guida del Real Madrid è ora nelle mani dell’Alaves, prossimo avversario nella Liga: Florentino Perez sta già ragionando sul nuovo allenatore. I campioni in carica del PSG pareggiano a Bilbao (0-0), il Bayern rialza la testa e demolisce lo Sporting Lisbona (3-1). Cinquantacinque gol il bottino totale: media 3,05. IN – LODE A MOU: HA RIMESSO IN PISTA IL BENFICA 8 ATALANTA Regala la pagina più bella di questa sesta giornata. Il 2-1 sul Chelsea è pieno di buone cose, soprattutto la posizione in classifica, che vede ora i bergamaschi al quinto posto, migliore delle italiane e con la qualificazione diretta agli ottavi a un passo. Palladino sta certificando quanto sia stata sbagliata la scelta-Juric. 7,5 MOURINHO Sei punti nelle ultime due partite e il Benfica è tornato a galla: i playoff non sono più un sogno. Il calendario è pesante, prima la Juventus a Torino e poi il Real Madrid a Lisbona, ma Mourinho è un competitor da Champions e ha rimesso in pista una squadra indebolita dalle vicende di mercato. Lode a Mou, che si gioca il futuro in Europa contro un vecchio nemico (la Juve) e un passato ormai lontano (il Real). 7 COPENAGHEN C’è del calcio in Danimarca: il 3-2 della banda di Neestrup sul campo del Villarreal vale il 24° posto in classifica. La prossima sfida è contro il Napoli, stessi punti in classifica (7), ma miglior differenza reti, seppure solo di un gol. Nel gelo del Parken, il 20 gennaio 2026 sarà un vero spareggio. 7 MADUEKE Doppietta a Bruges e l’Arsenal continua il volo. A Londra ancora non sono chiare le potenzialità di questo giocatore inglese che, tra giovanili e prima squadra, ha fatto il giro delle squadre della capitale britannica: Crystal Palace, Tottenham e Chelsea prima di approdare, pochi mesi, fa alla corte dei Gunners. L'ARTICOLO THE BOLD CHAMPIONS, LE PAGELLE | BASTONI POTEVA EVITARE L’INUTILE TRATTENUTA, SPALLETTI CONTINUA A “PICCONARE” L’AMBIENTE CON LE SUE DICHIARAZIONI PROVIENE DA IL FATTO QUOTIDIANO.
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Milan e Roma spuntate: idea Lucca per il Diavolo, che libererebbe Gimenez per Gasperini
I titoli dei giornali del mattino erano tutti su di lui, giocando su quella ‘febbre’ che ha rischiato di compromettere la sua presenza. Benedetta Tachipirina, dirà forse Allegri: perché senza Pulisic in campo, il Milan a Torino stava perdendo 2-1. Con l’americano subentrato, a fatica, nella ripresa (“fino al giorno prima ero morto a letto” ha detto lui nel post), il Milan ha vinto 2-3. Grazie a una sua doppietta. Per l’ennesima volta in stagione, l’ex Borussia Dortmund si è rivelato decisivo. Più di quel Leao che, uscito per infortunio, a Torino non è proprio riuscito a incidere. 9 gol in 550’ stagionali, 7 gol in Serie A di cui solo 5 in cui è partito da titolare: a 27 anni si può crescere ancora e Pulisic lo sta dimostrando alla grande. Anzi, di più. Perché gioca in più ruoli, ma di fatto è sempre più punta di una squadra orfana di un attaccante principale: Nkunku non sta riuscendo a ingranare e Gimenez dopo qualche sussulto si è di nuovo sopito. E forse questa può essere la vera chiave per capire come si muoveranno i rossoneri sul mercato. Allegri non ha presentato chissà che richieste (non l’aveva fatto, per la verità, nemmeno in estate). Ma è stato chiaro con la dirigenza: se un rinforzo si può cercare, va cercato lì davanti. Della serie: servono gol in maniera più regolare e non si può sempre sperare che Pulisic o Leao, adattati nel ruolo, possano svoltare le partite. E quindi un attaccante, se possibile, andrebbe trovato. Con una suggestione da analizzare e un incastro tutto da valutare. EFFETTO DOMINO Piace tanto, a chi si occupa di calciomercato, parlare di domino. Le tante tessere che cadono e si fanno cadere a vicenda. Causa ed effetto, insomma. Al Milan serve un attaccante, si diceva, ma per farlo arrivare ne deve partire uno. Chi? Gimenez sarebbe l’indiziato principale, nonostante, di nuovo, il messicano non abbia intenzione di fare le valigie. Proprio come accaduto la scorsa estate, quando di fatto fino a poche ore dal termine della sessione era in vetrina, con la Roma che valutava l’operazione senza successo (Roma che, peraltro, un attaccante lo cerca eccome, visti i fallimenti di Dovbyk e Ferguson). Cosa potrebbe succedere? Di fronte a una proposta interessante, il Milan non si opporrebbe a una cessione. Anzi, la potrebbe anche favorire. E si butterebbe sulle alternative, anche solo in prestito. E in prestito da Napoli potrebbe partire Lorenzo Lucca, che con Conte non sta trovando molto spazio e che, con il ritorno di Lukaku (le sue condizioni sono in netto miglioramento) ne troverebbe ancora meno. È quindi nell’interesse di tutti, società e giocatore, trovare una soluzione almeno fino all’estate: per non deprezzare l’investimento e per dare le giuste occasioni al giovane attaccante, anche in ottica (eventuale) del Mondiale. È chiaro che il Milan si muoverebbe come minimo per un prestito con diritto di riscatto, ma si tratterebbe di pieghe di calciomercato che al momento non sono nemmeno in ipotesi. Resta l’idea, con ancora qualche settimana di tempo per poterla sviluppare. Prima che il mercato riparta. E ricominci il suo domino. L'articolo Milan e Roma spuntate: idea Lucca per il Diavolo, che libererebbe Gimenez per Gasperini proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Gran Galà del calcio, da Conte miglior allenatore ad Alessandro Deiola: tutti i premi assegnati
Miglior società, miglior presidente con Aurelio De Laurentiis, miglior allenatore con Antonio Conte, oltre ad Amir Rrahmani e Scott McTominay tra i migliori undici del torneo. Il Napoli grande protagonista del Gran Galà del calcio 2025, che si è svolto ieri, 2 dicembre, a Milano nello Spazio Antologico-East End Studios. Una cerimonia dedicata ai migliori momenti e ai protagonisti della Serie A 2024/25, vinta appunto dal Napoli. Il miglior giocatore è ancora azzurro: Scott McTominay, protagonista con 12 gol in campionato. Ben rappresentata anche l’Inter, che nella top XI annuale schiera ben cinque giocatori: Denzel Dumfries, Alessandro Bastoni, Federico Dimarco, Nicolò Barella e Lautaro Martinez. Tra gli altri premiati anche Alessandro Deiola per il gol in Cagliari-Venezia, poi Mile Svilar, Tijjani Reijnders (ex Milan, ora al Manchester City), Moise Kean e Mateo Retegui a completare la Top XI. TUTTI I PREMI AL GRAN GALÀ DEL CALCIO * Miglior gol: Alessandro Deiola in Cagliari-Venezia * Miglior allenatore: Antonio Conte (Napoli) * Miglior società: SSC Napoli * Miglior presidente: Aurelio De Laurentiis (Napoli) * Miglior portiere: Mile Svilar (Roma) * Migliori difensori: Denzel Dumfries (Inter), Alessandro Bastoni (Inter), Amir Rrahmani (Napoli), Federico Dimarco (Inter) * Migliori centrocampisti: Tijjani Reijnders (Milan), Nicolò Barella (Inter), Scott McTominay (Napoli) * Migliori attaccanti: Matteo Retegui (Atalanta), Moise Kean (Fiorentina), Lautaro Martinez (Inter) * Miglior giocatore della stagione: Scott McTominay (Napoli) L'articolo Gran Galà del calcio, da Conte miglior allenatore ad Alessandro Deiola: tutti i premi assegnati proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Serviva solo un po’ di riposo? Così Conte dopo le “ferie” ha rigenerato il Napoli
Nevrosi del calcio. Sono bastate (per così dire) tre vittorie per rivedere un po’ di serenità a Napoli. Atalanta, Qarabag e soprattutto Roma, la partita che proprio non si doveva fallire. I campani di nuovo al primo posto, ex aequo con il Milan, sorridono e rendono la lotta per la testa della classifica sempre più divertente. E sembra passata già un’era rispetto a quattro settimane fa, quando dopo le bordate in conferenza stampa post sconfitta contro il Bologna, Antonio Conte a Castel Volturno non si è presentato. E non l’ha fatto per una settimana, la prima delle due di sosta del campionato. Il Napoli era stato chiaro: “Nessun caso” era stata la comunicazione data ai giornalisti, “non è nemmeno la prima volta che capiti. L’allenatore è a Torino, a casa sua, per un po’ di riposo, tornerà il lunedì dopo”. E così è stato. Tutto normale? Secondo il Napoli, sì. Secondo i media, mica tanto. Ma alla fine anche Conte è stato chiaro: “All’estero capita spesso e potrà ricapitare ancora” ha detto domenica sera, con tono molto più disteso. Perché la vittoria della Roma ha riportato, almeno in ambiente Napoli, la chiesa al centro del villaggio. E da qui si riparte. CAMBIAMENTI De Laurentiis ha tenuto a rimarcarlo: “Grande vittoria di un gruppo guidato da un vero condottiero!”, ha twittato, per sottolineare come la squadra fosse tutta con l’allenatore. Che qualche matassa ha dovuto districarla, per riuscire a riavere i risultati che ha ora. Soprattutto sugli esterni, con due protagonisti in particolare: Noa Lang e David Neres. Il primo, poco più di un mese fa, con il suo allenatore era stato moltocritico dopo aver perso malamente contro la sua ex squadra, il PSV. Poteva generarsi una frattura forse insanabile, perché di solito queste cose Conte non le tollera proprio. E invece dopo la sosta, l’olandese è sempre partito titolare e contro l’Atalanta è anche arrivata la sua prima rete in Serie A. Bene lui, sì. Ma non benissimo come Neres, che in questo momento è il volto del Napoli rinato. Il brasiliano nelle ultime tre partite è stato protagonista assoluto: una doppietta contro l’Atalanta, una partita strepitosa contro il Qarabag (con tanto di rovesciata tentata ma non riuscita per un soffio), la rete della vittoria contro la Roma. Uno stato di forma incredibile, certificato dai numeri. Contro i nerazzurri, Soccerment conferma come sia stato efficace – oltre ai gol – soprattutto nelle minacce create palla al piede e lo stesso ha fatto anche contro i giallorossi, contro i quali i dati sono ancora migliori. Domenica sera, le azioni principali sono praticamente passate tutte dai suoi piedi: un’esplosione che il Napoli aspettava da un anno e che ora, forse, è diventata davvero realtà. In attesa di conferme contro la Juventus, l’ultimo vero banco di prova per certificare il passo in avanti. Passo che, l’allenatore, si aspetterà anche dal mercato a gennaio. Cosa serve? Un centrocampista, visti gli infortuni che stanno falcidiando la rosa (Gilmour verrà operato per pubalgia, e si aggiunge alla lista dei lunghi assenti oltre ad Anguissa e De Bruyne). L’ha confermato anche il ds Manna, già al lavoro per cogliere l’opportunità giusta. Con maggiore serenità tra tutte le componenti che puntano a un grande obiettivo: il secondo titolo consecutivo. Che non sembra per niente utopistico. Al netto di ogni nevrosi. L'articolo Serviva solo un po’ di riposo? Così Conte dopo le “ferie” ha rigenerato il Napoli proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Ah, ma parlava di me? Pensavo fosse autoreferenziale”: il Napoli vince e torna in vetta, Conte scherza sulle parole di De Laurentiis
“Il presidente si riferiva a me quindi? Ho temuto fosse autoreferenziale”. Disteso, sereno, felice per la vittoria. Così Antonio Conte nel post Roma-Napoli, gara vinta 0-1 dai suoi con gol di David Neres (il terzo in due gare consecutive di Serie A), che ha regalato agli azzurri il primo posto insieme al Milan, a quota 28 punti. Seguono Inter e la stessa Roma a quota 27. L’allenatore leccese ha scherzato sulle parole di Aurelio De Laurentiis, che nel classico post dopo la partita su X, aveva scritto: “Grande vittoria di un gruppo guidato da un vero condottiero”. Dopo tre partite senza vittorie, adesso il Napoli è reduce da tre vittorie consecutive dal rientro della sosta tra campionato e Champions League: due in Serie A contro Atalanta prima e Roma poi, una contro il Qarabag in Europa. “A parte tutto, sono contento per i ragazzi perché è un momento da elmetto, mantenerci su questo standard secondo me è incredibile. Dobbiamo continuare a fare di necessità virtù, andiamo avanti uniti e compatti e l’abbiamo dimostrato, battendo Atalanta, Qarabag e ora la Roma, vincendo in modo convincente, abbiamo mandato un messaggio a noi stessi: se vogliamo, possiamo“, ha spiegato l’allenatore del Napoli. Poi l’analisi si è spostata sulla partita, vinta 0-1 in maniera “sporca” dal club napoletano, con una gara di grande personalità e coraggio. “Sicuramente venire a Roma facendo una prova di personalità come la nostra, con loro che difendono in avanti, non era semplice. È un’ottima squadra. Ho chiesto ai ragazzi di guardare l’avversario dritto negli occhi fin dall’inizio, l’hanno fatto e ne sono molto contento”. E poi ancora sugli infortunati: “Viviamo un momento comunque di grande difficoltà perché tanti calciatori sono indisponibili e tutto questo durerà ancora per un po’. Non sono preoccupato, però spero che i giocatori che ci sono adesso non vengano meno, perché altrimenti la situazione sarebbe ancora più grave”, ha concluso Conte sull’argomento. Quella intrapresa però dal Napoli è la strada giusta secondo il tecnico leccese, che ha elogiato i suoi: “Stiamo dimostrando di avere entusiasmo, voglia, determinazione. Non dobbiamo mai smarrirle perché sono le qualità che ci hanno fatto vincere lo scudetto, ora dobbiamo provare a difenderlo nonostante gli infortuni di lungo corso”. L'articolo “Ah, ma parlava di me? Pensavo fosse autoreferenziale”: il Napoli vince e torna in vetta, Conte scherza sulle parole di De Laurentiis proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Il Napoli non è morto, ma siamo ancora pochi. In crisi? Vedete che situazioni affrontiamo”: Conte dopo il 2-0 sul Qarabag
“Il Napoli non era morto, si tratta solo di continuare a lavorare e dare tutto ciò che si ha. Le partite si vincono o meno, conta solo dare tutto”. Lo ha detto a Sky Sport l’allenatore del Napoli Antonio Conte dopo la vittoria in Champions League sul Qarabag, che poi però è subito tornato sulla situazione infortunati. “Siamo ancora molto in difficoltà dal punto di vista numerico, oggi su sette panchinari c’erano due portieri e due ragazzi di prospettiva come Vergara e Ambrosino”, ha spiegato Conte. Un 2-0 in cui è tornato al gol Scott McTominay, che ha anche propiziato l’autogol del 2-0, ma dove sono emerse ancora una volta le qualità di David Neres e Noa Lang per dirne due. “Quando non hai tanti calciatori a disposizione devi trovare soluzioni nuove sfruttando sempre gli stessi e i rischi aumentano. Noi stiamo rincorrendo dall’inizio, non si può controllare tutto. Ieri in 15 minuti di allenamento c’è stata una distorsione per Gutierrez”. Poi ha ribadito un concetto già espresso nelle scorse settimane: “Contro l’Atalanta e oggi due ottime partite, il Qarabag aveva ottenuto grandi risultati finora, in Champions non esistono impegni facili”, ha aggiunto. Per Napoli e per il Napoli era una serata speciale: era il quinto anniversario della morte di Diego Armando Maradona, omaggiato sia in città durante il giorno, sia durante il match, soprattutto al decimo minuto del primo tempo, con la sciarpata e i cori in suo ricordo. “Maradona ha rappresentato e rappresenta un qualcosa che è difficile da spiegare se non stai a Napoli. Ci tenevamo anche ad onorare questo giorno, che comunque è un giorno triste perché è quello della scomparsa di Diego”. Seconda vittoria consecutiva per il Napoli dopo quella in campionato contro l’Atalanta: “L’energia è troppo importante, devo essere il primo ad averla per poi trasmetterla alla squadra. Dopo Bologna mi sono preso le responsabilità, ho detto che probabilmente non sto trasferendo quello che vorrei e quindi la colpa è mia. I ragazzi devono sprigionare energia ogni partita, essere squadra, aiutarsi, avere voglia di soffrire e di gioire tutti insieme per un obiettivo”. Infine Conte ha concluso: “Ci sono degli aspetti incontrollabili, poi uno parla di Napoli in crisi senza andare a vedere che situazioni stiamo affrontando. Ci saranno tantissime partite, andremo ad affrontarle con non tantissimi giocatori”. L'articolo “Il Napoli non è morto, ma siamo ancora pochi. In crisi? Vedete che situazioni affrontiamo”: Conte dopo il 2-0 sul Qarabag proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Partita decisiva ma il Qarabag è la squadra rivelazione. Sarebbe bello vincere per Maradona”: Conte parla alla vigilia della Champions
“È l’anniversario della scomparsa di Maradona, sappiamo tutti cosa rappresenta per Napoli, sicuramente sarebbe bello se riuscissimo a dedicargli una vittoria, qualcosa di importante”. Antonio Conte ha esordito così in conferenza stampa, alla vigilia del match di Champions League contro il Qarabag. Una partita già decisiva per il Napoli, che dovrà conquistare i tre punti davanti ai propri tifosi dopo aver vinto una sola partita nelle prime quattro giornate. “Sicuramente è una partita decisiva, domani è uno step di rilievo nel cammino in Champions e ci arriviamo a livello di morale e positività in maniera giusta. Il Qarabag può essere considerata la squadra rivelazione della Champions, hanno 7 punti, ottenuti anche su campi difficili come quello del Benfica, hanno pareggiato l’ultima con il Chelsea in casa, sfiorando la vittoria alla fine”. Lo aveva già detto e lo ha ripetuto adesso: il Qarabag secondo Antonio Conte è un avversario insidioso. Conte ha poi provato ad alzare la concentrazione in vista del match in programma domani, martedì 25 novembre, alle ore 21: “Sappiamo benissimo che è una squadra con tanti stranieri, ma integrati molto bene, ritmi alti, qualità, bisogna fare una grande gara sotto tutti i punti di vista e come sempre servirà tanta energia dall’inizio perché loro ne metteranno tanta”. IL PUNTO SUGLI INFORTUNATI DEL NAPOLI Romelu Lukaku, De Bruyne, Gilmour, Spinazzola, Meret, Anguissa. Sono tanti gli infortunati in casa Napoli, ormai da diverse settimane. Situazione che Conte ha rimarcato anche in conferenza stampa: “Per ogni allenatore ci sono cose che puoi controllare, la preparazione della partita, ma ciò che non puoi controllare è chi hai a disposizione. Da inizio anno abbiamo dovuto fare di necessità virtù per sopperire a situazioni importanti”. Poi un punto su Spinazzola e Gilmour: “Mi piacerebbe a volte ne parlassero più i medici della situazione perché sono specializzati, non sono infortuni muscolari, se mi chiedete i tempi di recupero ancora oggi non riesco a sapere”. Infine un ritorno sul match vinto contro l’Atalanta per 3-1, grazie alla doppietta di David Neres e al gol di Noa Lang. “Neres e Lang? Farei distinzioni, Noa è arrivato quest’anno, Neres c’era già ed è stato decisivo in tante partite, non scopriamo un giocatore nuovo che non conoscevamo. La partita con l’Atalanta ha visto un’ottima prestazione in fase realizzativa, ora bisogna continuare”. L'articolo “Partita decisiva ma il Qarabag è la squadra rivelazione. Sarebbe bello vincere per Maradona”: Conte parla alla vigilia della Champions proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Bravo Conte che si è ripreso la squadra”: De Laurentiis dopo la vittoria del Napoli. Ma il tecnico lo gela
“Bravo Antonio Conte che si è ripreso in mano la squadra. Bravi i calciatori che hanno eseguito le sue istruzioni”. Questo il testo del classico post su X post partita di Aurelio De Laurentiis, che puntuale arriva dopo ogni match giocato dal Napoli. Un post apparentemente di complimenti, che però forse non ha fatto piacere ad Antonio Conte, soprattutto per la prima parte. Il club napoletano ha battuto 3-1 l’Atalanta di Palladino e ha scacciato via crisi e polemiche dopo tre partite senza vittoria e senza segnare. Decisivi i gol di David Neres (doppietta) e Noa Lang, tutti nel primo tempo. A fine gara – arrivato ai microfoni di Dazn – Antonio Conte ha commentato la sfida, ma anche il messaggio di De Laurentiis, dove si parlava di un Conte che ha “ripreso in mano la squadra”. “Non c’era bisogno di riprendermi la squadra, questo è fuor di dubbio – ha commentato l’allenatore del Napoli a Dazn -. La squadra stava con me, sta con me e starà sempre con me. Così come io starò sempre con loro, a prescindere da tutto”. Poi una precisazione del rapporto tra lui e la squadra dopo le polemiche delle scorse settimane: “Abbiamo un rapporto molto stretto, molto forte con i ragazzi. Sanno che hanno di fronte una persona vera, onesta. Io non riesco a mettere maschere. I ragazzi sanno benissimo che niente e nessuno potrà incrinare il nostro rapporto. Dopo Bologna mi sono preso io la responsabilità”. Insomma, nessuna polemica, ma Conte ha voluto replicare specificando che non esisteva nessun attrito tra lui e la squadra, soprattutto dopo gli ultimi negativi risultati. Intanto il club partenopeo ha ritrovato la vetta della classifica con 25 punti, anche se solo momentaneamente in attesa delle sfide di Roma e Inter, rispettivamente contro Cremonese in trasferta e Milan nel derby, che prima dell’inizio della giornata guidavano la classifica con 24 punti. L'articolo “Bravo Conte che si è ripreso la squadra”: De Laurentiis dopo la vittoria del Napoli. Ma il tecnico lo gela proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Antonio Conte non parla prima di Napoli-Atalanta: il clima a Castel Volturno e la scelta del silenzio
Tra casi plusvalenze e processi per falsi in bilancio, il campionato del Napoli ricomincia con una certezza: Antonio Conte ha deciso di non parlare prima della partita contro l’Atalanta. Una scelta di silenzio che fa rumore, in qualche modo, e lo fa soprattutto se si pensa a come il campionato si era interrotto per il Napoli: con delle polemiche che avevano alimentato addirittura voci (improbabili, per quanto potenzialmente verosimili) di dimissioni dell’allenatore. Era intervenuto Aurelio De Laurentiis, Conte stesso si era preso una pausa di qualche giorno da Castel Volturno ed è tornato ad allenare regolarmente solo da lunedì, con la parte del gruppo non convocata dalle rispettive Nazionali (da cui è tornato infortunato Anguissa, non senza polemiche presidenziali). Tutti lo aspettavano per la vigilia dell’anticipo serale contro la squadra del neo-allenatore Raffaele Palladino (appuntamento domani alle 20.45), ma lui ha preferito rimandare tutto al postpartita. Quando, forse, la situazione sarà più serena. La scelta di non parlare infatti è proprio dettata dal fatto che Conte voglia mantenere la concentrazione senza alimentare ulteriore pressione mediatica. Che inevitabilmente sarebbe aumentata in caso di una conferenza stampa prepartita: il confronto c’è stato? Come è andato? Che clima si respira nello spogliatoio? A queste domande, l’allenatore al momento preferisce il silenzio. E chiudere la squadra in una bolla che possa permettere di affrontare nel modo migliore una squadra che ha appena vissuto un cambio in panchina (Palladino ha preso il posto di Juric proprio all’inizio della sosta per le Nazionali). E da qui si deve partire. L’Atalanta è una sorta di bestia nera: nelle ultime 4 partite al ‘Maradona’, 3 le hanno vinte i nerazzurri. Ma era la squadra di Gasperini, che viveva momenti certamente diversi rispetto a ora. Solo che il Napoli avrà bisogno di recuperare un po’ di certezze e soprattutto di uomini. Ci sarà Hojlund (che affronta il suo passato) e ci dovrebbe essere anche Elmas, che giocherebbe contro la squadra a cui ha realizzato 3 gol in sei partite: il suo risultato migliore. Ma soprattutto ci sarà McTominay: dopo il supergol segnato con la Scozia, il centrocampo sarà ancora più suo. Anche perché la coperta, lì, è un po’ corta: oltre ad Anguissa, che tornerà a febbraio, e De Bruyne, che dovrebbe tornare addirittura a marzo, è sempre acciaccato Gilmour, che soffre di un affaticamento muscolare dal quale difficilmente recupererà per domani. Difficile, per non dire proprio impossibile. Conte sa di dover far fronte a queste emergenze. Anche a queste emergenze. E la decisione di chiudere tutto nel silenzio dello spogliatoio assume un’importanza ancora maggiore. L'articolo Antonio Conte non parla prima di Napoli-Atalanta: il clima a Castel Volturno e la scelta del silenzio proviene da Il Fatto Quotidiano.
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