
La Grecia a Roma: ai Musei Capitolini una mostra più che mai attuale nell’era tecnologica
Il Fatto Quotidiano - Wednesday, December 3, 2025La nostra ultima puntata di Coffee Tech del 29 novembre su La7 ha esplorato il cambiamento nella nostra visione del futuro, passata da un ottimismo tecnologico lineare (futuro ‘jetpack’) a una prospettiva più complessa e cinica (futuro ‘cyberpunk’). Questo fenomeno di ridefinizione collettiva del domani trova un potente parallelo storico nella relazione tra Roma e la Grecia, descritta nella mostra appena inaugurata ai Musei Capitolini La Grecia a Roma.
I Romani, pur vincitori militari, subirono una conquista culturale totale che ne riscrisse l’orizzonte di aspirazioni. Prima dell’incontro con la Grecia, il futuro di Roma era plasmato da valori pratici, marziali e agricoli. L’arte era funzionale. L’incontro con la civiltà greca rappresentò uno “shock del futuro”: i bottini di guerra non erano solo oggetti, ma i frammenti di un modello alternativo di società, che privilegiava la bellezza ideale, la filosofia e la perfezione formale. Questo “futuro” si rivelò più seducente del loro.
Come oggi adottiamo il linguaggio digitale globale, i Romani assimilarono il lessico culturale greco, dalla lingua all’estetica. Questo non fu un processo passivo. Le botteghe greche che producevano opere “in stile” per i romani sono l’equivalente antico della nostra rielaborazione creativa di tecnologie globali, un tentativo di trovare una voce originale all’interno di un paradigma dominante.
La traiettoria romana mostra un’evoluzione esemplare: si passò dalla predazione (il saccheggio dei generali e di Nerone) alla commissione (Adriano che pagava artisti greci viventi). Questo segna il passaggio cruciale da consumatori passivi a co-creatori attivi di un futuro condiviso, una lezione di maturità culturale che è più che mai attuale per noi nell’era tecnologica.
Infine, l’episodio della statua di Lisippo, raffigurante l’atleta che si deterge il sudore, restituita da Tiberio dopo le proteste popolari, dimostra che questa nuova visione del futuro, basata sulla bellezza come bene comune, era diventata un bisogno della collettività, non un lusso per élite. Anche oggi, la spinta per un futuro tech più etico e sostenibile nasce similmente dal basso. Anche noi oggi, infatti, viviamo un’epoca in cui una potente visione del futuro (quella tecnologica) cerca di conquistare le nostre anime. La lezione di Roma è che la sfida non è respingere questo incontro, ma gestirlo con la stessa intelligenza finale, cioè assimilare, rielaborare e, come Adriano, imparare a diventare architetti consapevoli, e non semplici spettatori, del domani.
In quest’ottica, la frase “I Romani conquistarono la Grecia, ma furono i Greci a conquistare l’anima di Roma” assume tutto un altro significato.
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