Giornata mondiale della disabilità, l’esperta: “E’ importante spiegare ai bambini che la diversità è ricchezza”. Un libro per insegnare l’inclusività

Il Fatto Quotidiano - Wednesday, December 3, 2025

Che cos’è la disabilità? Perchè il bambino che viene in classe con me sta su una sedia a rotelle? Tutte domande lecite che i bambini sottopongono agli adulti quando si trovano difronte persone diverse da loro e dal loro modo di praticare attività quotidiane. Si è scelto di istituire il 3 dicembre la giornata mondiale della disabilità, proprio per sensibilizzare grandi e piccini ad avere consapevolezza delle persone disabili e garantire loro gli stessi diritti e la stessa dignità. Come insegnare ai bambini che la disabilità non è un limite? Spesso i bambini si trovano in classe a dover affrontare situazioni delicate su come approcciarsi ad un compagno differente dai loro modi di vivere quotidiani e allora qual è l’insegnamento giusto che un adulto può dare?

Sicuramente l’inclusione, far comprendere come la diversità spesse volte è solo un limite che il nostro pensiero si pone, pertanto va affrontato trovando strategie migliori per poter interagire, giocare e comunicare con chi è diverso da noi; trovando nella diversità una fonte di ricchezza e di insegnamento. Come avviene nella classe di Luca una storia scritta da Silvia Speranza ed edita da Buk buk. Luca racconta alla mamma di avere in classe un nuovo amico di nome Go, un alieno dotato di un’armatura speciale alle gambe che gli permette di muoversi. In realtà il suo nome è Luigi e siede su una sedia a rotelle, perchè ha difficoltà a camminare.

Un libro da leggere nelle scuole per avvicinare i bambini al grande tema dell’inclusione sociale, allenando la loro empatia, senza avere paura del diverso, entrando in relazione attraverso il gioco e il dialogo. È scritto in stampatello per le prime letture e al termine ci sono dei giochi da fare in classe o da soli.

Ecco l’intervista con l’autrice Silvia Speranza per toccare con mano questa tematica.

  1. Silvia tu sei un’insegnante della scuola primaria, come mai hai deciso di trattare la tematica della disabilità tra i tanti libri pubblicati per l’infanzia?
    Perché la disabilità, purtroppo, è ancora poco raccontata nella letteratura d’infanzia e anche nei libri di testi scolastici. E’ una delle tante realtà che possiamo ritrovarci a vivere, in modo diretto o indiretto e che spesso, la non conoscenza, crea paure, resistenze e pregiudizi. Bisogna guardare la disabilità come un’opportunità: la diversità, anche quella più faticosa e complessa, è la vera risorsa di ognuno di noi e una minierà preziosa di occasioni di crescita per tutti e pertanto va accolta. Come insegnante di sostegno mi sono sentita in dovere di portare le loro storie nelle mie storie.
  2. Questo libro può essere uno strumento utile per gli insegnanti come te che si trovano ad avere una classe con un bambino disabile?
    Lo spero! A volte è difficile trovare il modo, l’approccio giusto per parlare ai bambini di disabilità nella sua interezza ovvero raccontando le sue possibilità e le sue ricchezze, ma senza nascondere le fatiche e a volte la durezza della condizione di disabilità. Ma la letteratura offre il modo migliore per farlo: attraverso il racconto il bambino può immedesimarsi, può entrare in empatia con il protagonista, può mettere in atto quel meraviglioso processo di immaginazione che lo trasporta dentro un’altra vita. La letteratura e, mi preme sottolinearlo, l’illustrazione nei libri per l’infanzia parlano con il linguaggio della poesia che non spiega, ma al contrario permette di fare esperienza “empatica” di quello che viene raccontato, portando sempre con sé una luce di speranza e di possibilità. Credo sia giusto che anche i bambini con disabilità abbiano il diritto di essere rappresentati nella letteratura per l’infanzia e questo tipo di racconti li aiuta a prendere consapevolezza di sé nel mondo e questo è un compito importante che ogni insegnante si deve augurare di trasmettere ai propri alunni.
  3. Come rispondono i bambini dopo la lettura di questo libro?
    Ho letto in diverse classi e scuole questo racconto al quale faccio sempre seguire una breve attività di gioco/riflessione. Ogni volta rimango stupita dalle risposte dei bambini. Il racconto è volutamente lasciato, diciamo, “incompiuto” proprio perché ho voluto passare il testimone della storia al lettore. Ognuno trova il proprio finale, la propria interpretazione di chi sia davvero questo “alieno” che cammina in modo così strano. Ogni risposta è giusta, giusta per ogni bambino che l’ha ragionata, sentita, espressa. Non fornisco mai soluzioni. Ognuno è libero, in base alle proprie esperienze e alla propria maturità emotiva di dare la personale interpretazione del racconto. Che meraviglia ascoltare la profondità e la creatività delle loro risposte… ogni volta è una vera scoperta!
  4. In che modo gli adulti possono insegnare l’inclusione ai bambini?
    L’unico modo per insegnare l’inclusione ai bambini è viverla, ogni giorno nella propria quotidianità. Vivere ogni singola diversità come arricchimento: la persona con disabilità, la persona con il colore della pelle diversa, la persona che veste in modo diverso da me… ogni diversità va vissuta e raccontata in un’ottica di accoglienza, curiosità e accettazione. Quando ero molto giovane mi è capitato di sentirmi inadeguata di fronte a una persona con disabilità, perchè la disabilità a volte spaventa, poi ho avuto modo di capire che il tutto derivava dalla non conoscenza. Conoscere è il primo passo per accogliere.
  5. Perchè viaggiare con “Il mio amico è un alieno”?
    “Il mio amico è un alieno” è un libro che racconta la disabilità attraverso lo sguardo prezioso dell’amicizia tra due bambini. È un racconto che trasporta il lettore nel mondo fantastico dell’immaginazione che solo un bambino può creare con la forza della fantasia e di quell’amore forte e sincero che lega due veri amici. La diversità come possibilità e come unicità che trova nell’altro la capacità di vedere oltre la realtà: la capacità di vedere con il cuore.

Il mio amico è un alieno
di Silvia Speranza
illustrazioni di Sara Benecino
Editore Buk Buk, Età di lettura: da 4 anni

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