Ucraina, Rutte (Nato) spaventa l’Europa: “La Russia lavora con Cina, Nord Corea e Iran per una guerra a lungo termine”

Il Fatto Quotidiano - Wednesday, December 3, 2025

Vladimir Putin chiama, Mark Rutte risponde. “Se l’Europa vuole la guerra, noi siamo pronti“, ha detto lo zar prima dell’incontro di 5 ore con Steve Witkoff e Jared Kushner al termine del quale Mosca ha fatto sapere che con gli Stati Uniti “non è stato trovato un compromesso” su uno dei nodi principali del negoziato: i territori contesi con Kiev. Da lì è partito il segretario generale della Nato, aprendo la riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza a Bruxelles, per rinnovare l’invito agli alleati a intensificare investimenti e sostegno all’Ucraina. Mosca, ha sottolineato l’ex premier olandese, “continua a mettere alla prova la nostra deterrenza“, continua a “violare nostro spazio aereo con jet e droni, ha condotto sabotaggi e invia navi spia nelle nostre acque. Queste azioni sono sconsiderate e sono pericolose”.

Fin qui il leader dell’Alleanza atlantica è rimasto concentrato sull’Europa, quindi ha allargato il perimetro dell’analisi: “Non è solo la Russia”, ha proseguito Rutte, Mosca “sta lavorando a stretto contatto con la Cina, la Corea del Nord e l’Iran per tentare di disturbare le nostre società e stracciare le regole globali. Si stanno preparando per un confronto a lungo termine“. E’ un segreto di Pulcinella, ma detto in questo momento fa il suo effetto. Il volume degli scambi commerciali tra i due paesi ha toccato i 240 miliardi di dollari nel 2023, Pechino è diventata un acquirente chiave del petrolio e del gas russo, offrendo a Mosca un mercato di sbocco vitale dopo le sanzioni occidentali, e le fornisce materiali “dual use”, componenti elettronici (inclusi semiconduttori) e macchinari industriali fondamentali per l’industria della difesa.

Da almeno due anni Pyongyang invia in Russia personale militare, inclusi soldati e unità di costruzione, che combattono al fianco delle truppe russe o sono impiegati nelle opere di ricostruzione nelle aree occupate come la regione di Kursk, oltre a missili balistici a corto raggio, proiettili di artiglieria, razzi e munizioni per mortai. E Teheran da parte sua ha fornito a Mosca migliaia di droni kamikaze Shahed, che le forze russe hanno ampiamente utilizzato per attacchi aerei a basso costo contro obiettivi militari e civili, e secondo le agenzie di intelligence occidentali anche missili balistici a corto raggio.

Nulla che non fosse già noto, quindi. Ma ricordarlo a poche ore dal fallimento dell’ennesima tornata di colloqui per il cessate il fuoco serve a spingere l’acceleratore nella direzione da tempo intrapresa nella Nato e nell’Unione europea, i cui stati parlano da tempo di programmi di riarmo per centinaia di miliardi e stanno reintroducendo i servizi di leva obbligatoria o volontaria – Francia e Germania sono gli ultimi due casi – per rinfoltire le file di eserciti sostanzialmente a riposo da decenni e depauperati dall’invecchiamento costante dei popoli del continente.

La Nato, ha detto ancora Rutte, sta “rispondendo con forza, unità e determinazione”. Gli alleati europei e il Canada “stanno davvero intensificando gli investimenti nella difesa, e questo è positivo, ma non possiamo permetterci di riposare sugli allori: tutti noi dobbiamo fare la nostra parte e velocemente”. Il riferimento è all’accordo raggiunto il 1° dicembre 2025 per la partecipazione di Ottawa -prima capitale non europea a farlo – al programma Security Action for Europe (SAFE), lo strumento finanziario dell’Ue volto ad accelerare la prontezza della difesa permettendo investimenti urgenti nell’industria della difesa europea. “Dobbiamo anche sostenere di più l’Ucraina”, ha proseguito il capo dell’Alleanza, evidenziando che nel mentre serve accelerare i contributi al meccanismo Purl (Prioritized Ukraine Requirements List), mediante il quale gli alleati acquistano con i proprio soldi le armi dagli Usa e le consegnano a Kiev, così che possa “difendersi oggi e prevenire l’aggressione in futuro”.

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