Delitto di Garlasco, l’ipotesi della difesa Sempio sul conflitto alla Consulta senza la revisione del processo a Stasi

Il Fatto Quotidiano - Friday, December 12, 2025

Dopo le pronunce di diversi tribunali, in diversi gradi, compresa la Cedu, al caso sul delitto di Garlasco mancava un rinvio alla Consulta. Ed è l’ipotesi che l’avvocato Liborio Cataliotti, legale di Andrea Sempio, ventila nel caso la procura di Pavia procedesse con una imputazione a carico del solo 37enne. Come è noto c’è già un condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi ed è Alberto Stasi. Gli inquirenti di Pavia per aprire la nuova inchiesta a carico di Sempio hanno per questo dovuto formulare un capo di imputazione per Sempio in concorso con Alberto Stasi o ignoti. Un guazzabuglio giuridico che potrebbe quindi richiedere un intervento della Corte costituzionale.

“Se venisse elevata un’imputazione monosoggettiva per il reato ipotizzato, senza che prima sia stata presentata e accolta un’istanza di revisione, verrebbe inevitabilmente sollevata un’eccezione di incostituzionalità” dichiara Cataliotti lasciando la clinica Genomica di Roma dove si è riunito il pool difensivo. Secondo Cataliotti, la posizione del 37enne rischierebbe di collidere con la struttura definitiva delle sentenze già pronunciate nel procedimento Poggi e con il principio del ne bis in idem, aprendo un fronte potenzialmente destinato alla Corte costituzionale qualora si procedesse a formulare una nuova imputazione isolata in assenza di un previo giudizio di revisione.

Lavori in corso sulla perizia genetica

Avvocati e consulenti della difesa hanno lavorato presso il laboratorio Genomica per finalizzare la relazione e predisporre le domande relative alla perizia genetica elaborata dalla biologa forense Denise Albani nell’ambito dell’incidente probatorio in corso a Pavia. In vista dell’udienza del 18 dicembre, la genetista Marina Baldi e il criminologo forense Armando Palmegiani, insieme ai difensori Angela Taccia e Liborio Cataliotti, hanno al vaglio ogni elemento della traccia genetica attribuita ad Andrea Sempio. Al centro dell’analisi vi è l’aplotipo Y riconducibile alla linea paterna della famiglia Sempio, un risultato che – osserva la difesa – non è “consolidato” né sufficiente a costituire prova diretta. La stessa Albani, citata dai consulenti, ha sottolineato l’impossibilità di datarne la presenza e il fatto che il Dna potrebbe essere frutto di un contatto indiretto: un oggetto toccato in un diverso momento da Sempio e solo successivamente manipolato dalla vittima. Per la difesa, questo scenario è perfettamente compatibile con le frequentazioni di Andrea Sempio presso la casa dei Poggi, dovute alla sua amicizia con Marco, fratello di Chiara. Il valore attribuito ai fini della formazione di una prova viene considerato pari a “zero”

Nessuna impronta riconducibile all’indagato

Il quadro complessivo dell’incidente probatorio rafforza, secondo i difensori, la fragilità dell’ipotesi accusatoria: nessuna delle sessanta impronte digitali rilevate nell’abitazione, né quelle estrapolate dai sacchi della spazzatura, è risultata attribuibile all’indagato. Le uniche tracce sono state ricondotte alla vittima e ad Alberto Stasi. “Stiamo esaminando la perizia Albani riga per riga. Mancano venti pagine, ma per ogni affermazione annotiamo se è pienamente condivisibile, parzialmente condivisibile o se richiede approfondimenti”, spiega Cataliotti ai cronisti. “Abbiamo predisposto una decina di domande, tutte formulate in modo pacato e tecnico, volte esclusivamente a chiarire i punti meno definiti”.

Più netto il giudizio sul valore probatorio del reperto genetico: “Quando la perizia venne disposta, veniva presentata come la prova che avrebbe inchiodato l’assassino: l’ultimo contatto tra la vittima e il suo aggressore”, spiega Cataliotti. “Con il senno di oggi, quella che veniva definita una pistola fumante si è rivelata una pistola ad acqua. Non è una prova utile all’accusa, né una prova a favore: è semplicemente acqua che scorre sotto i ponti”. Palmegiani conferma la medesima impostazione: “La tipologia di Dna è incompleta, degradata e parziale. Non vi è modo di stabilire se vi sia stato un contatto diretto o mediato, né da quanto tempo la traccia fosse presente”.

Verso l’udienza del 18 dicembre

L’esito dell’udienza sarà cruciale per comprendere se il dossier genetico potrà assumere un ruolo nell’eventuale evoluzione del procedimento. Ma la difesa appare già orientata a una linea chiara: la traccia non è qualificabile come prova, l’ipotesi di partecipazione di Sempio non trova riscontri ulteriori e qualsiasi contestazione specifica elevata senza passare da un giudizio di revisione aprirebbe un fronte costituzionale.

L'articolo Delitto di Garlasco, l’ipotesi della difesa Sempio sul conflitto alla Consulta senza la revisione del processo a Stasi proviene da Il Fatto Quotidiano.