“Lei mi domanda se mi sono pentito, ma se non si è pentito lei che fa da due
anni la stessa domanda, come mi posso pentire io che intanto ho fatto cento
altre cose con il suo presidente del Consiglio”. Ha risposto così il primo
ministro albanese Edi Rama al giornalista del Tg3 Rai Jacopo Matano che gli
domandava se si fosse pentito del Protocollo sulla gestione dei i migranti
siglato due anni fa con l’Italia. “Lo sa, non so dire cosa capiranno quelli che
seguiranno la sua cronaca – ha continuato Rama, rivolgendosi a Matano – Perché
qui si è parlato di tantissimi progetti comuni, che non vanno semplicemente bene
all’Albania, ma che vanno bene agli italiani. Va benissimo sapere che il
progetto per l’interconnessione marina va avanti e che questo vorrà dire che in
un tempo ragionevole gli italiani potranno vedere i risultati nella loro
bolletta. Va benissimo agli italiani il fatto che noi lavoriamo per far sì che
le imprese italiane investano di più e che abbiano di più per redistribuire ai
loro impiegati. Va benissimo all’Italia di collaborare con noi in materia di
difesa, perché intanto non potete evitare di dire come dobbiamo comprare gli
armamenti dagli americani, ma bisogna anche dire come l’Italia agisce in questo
campo con i suoi prodotti di eccellenza, aiutando l’Albania e altri e facendo
economia per se stessa. Sono tante le cose fatte intanto che lei fa la stessa
domanda, mi capisce?”. Parole che hanno scatenato le critiche e le proteste del
Comitato di redazione, intervenuto in difesa del collega. “Le giornaliste e i
giornalisti del Tg3 sono totalmente solidali con il collega Matano che in
presenza della premier Meloni ha chiesto al primo ministro albanese Rama se si
sia pentito del protocollo con l’Italia sui migranti e se lo riproporrebbe con
altri Paesi. La domanda è più che mai attuale e interessante. In un Paese
democratico – si legge in una nota – si risponde o magari non si risponde, ma
non è accettabile che si attacchi frontalmente l’intervistatore facendo del
sarcasmo prolungato e fuori luogo e pretendendo, come è successo oggi a Villa
Pamphili, di dettare al giornalista cosa dovrebbe scrivere. Crediamo che le
domande siano il prerequisito indispensabile di uno Stato libero e democratico.
Per questo noi certamente non ci vergogniamo, anzi, siamo orgogliosi di
continuare a farne”.
L'articolo Migrati, Edi Rama risponde infastidito all’inviato del Tg3: “Lei fa
sempre la stessa domanda”. Cdr: “Inaccettabile attacco al collega” proviene da
Il Fatto Quotidiano.
Tag - Edi Rama
A Roma, durante un vertice a Villa Pamphilj si rinnova il rapporto tra Italia e
Albania costruito dalla premier Giorgia Meloni con l’omologo Edi Rama. Attorno a
un tavolo una ventina tra ministri e sottosegretari dei due Paesi per la firma
di sedici accordi che riguardano i temi più svariati, dal comparto difesa a
quello dell’energia e della sanità. Ma c’è un convitato di pietra, ed è,
simbolicamente, la questione dei centri per i migranti avviati in Albania, senza
successo, almeno fino a ora.
“La responsabilità non è la mia – mette le mani avanti la presidente del
consiglio – sono passati due anni e noi arriveremo due anni dopo a fare
esattamente quello che avremmo potuto fare due anni prima e penso che ciascuno
si assumerà le proprie responsabilità”. La premier, insomma, non arretra: “Il
protocollo funzionerà quando entrerà in campo il nuovo patto su migrazione e
asilo”. E prosegue: “So bene che l’opposizione considera questa iniziativa come
inefficace, perché conosciamo le posizioni dell’opposizione sulla gestione dei
flussi migratori. Quello che dico è che, benché in Italia faccia molto
discutere, in Europa esiste un gruppo che ormai annovera la maggioranza degli
Stati membri dell’Unione Europea, che si riunisce per parlare di migrazione
prima di ogni Consiglio europeo e che partiva proprio dalla volontà di costruire
soluzioni innovative sul fenomeno dei flussi migratori. Un gruppo che è nato per
replicare modelli come quello del protocollo Italia-Albania”. E poi conclude:
“Il primo ministro Rama mi è testimone del fatto che ci sono alcune nazioni
europee che da tempo cercano di inserirsi nella stessa iniziativa, nello stesso
protocollo. Perché? Perché tutti comprendono che un’iniziativa di questo tipo è
potenzialmente rivoluzionaria nella gestione dei flussi migratori”.
Le opposizioni attaccano la premier. Il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte:
“Per la prima volta Meloni ammette che abbiamo perso due anni in Albania mentre
diceva che avrebbero funzionato. No, questi centri non stanno funzionando, si è
sprecato un miliardo di euro e più, dovrebbe guardarsi allo specchio perché la
colpa è la sua. Occorre riprendere quei soldi e metterli nelle nostre strade per
renderle sicure. Strade dove mancano 25mila tra carabinieri e poliziotti e,
soprattutto, bisogna dedicarsi alla redistribuzione europea perché, nel
frattempo, con questi fallimenti abbiamo avuto 300mila migranti sbarcati in
Italia e che rimangono qui”. Nella stessa direzione muovono le critiche di Elly
Schlein, segretaria del Pd: “Albania non è colpa mia, dice Meloni. Dice che
ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Ma ognuno se le assumerà tranne
lei. Perché la colpa del fatto che hanno fallito e hanno costruito dei centri
inumani, illegali e peraltro rimasti vuoti è colpa della presidente del
Consiglio che ogni tanto, dopo tre anni che governa, potrebbe prendersi mezza
responsabilità. Aveva detto ‘funzionerannò e la realtà è che ancora adesso non
funzionano. Anzi, hanno buttato 800 milioni degli italiani per fare delle
prigioni vuote, hanno impegnato lì esponenti delle forze dell’ordine quando in
tutta Italia le forze dell’ordine hanno problemi di organico, a proposito di
sicurezza. Per cosa? Per fare propaganda inutile e inefficace sulla pelle delle
persone più fragili”.
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mia”. Conte e Schlein: “Ha sprecato un miliardo” proviene da Il Fatto
Quotidiano.